Max: Bersani e i suoi. Il tortello magico

«Siamo al tortello magico! Questi emiliani sono bravissimi nell'allestire stand delle feste dell'Unità con piadine e salsicce..».  Va in onda, nei conversari privati di queste concitate e angoscianti ore per il futuro del governo del paese, il sarcasmo, la furia e soprattutto la profonda indignazione di Massimo D'Alema per il comportamento di Pier Luigi Bersani.

Un comportamento già definito dall'ex direttore dell'Unità, Peppino Caldarola, in un'intervista a Panorama.it, «avventurista», termine con il quale nel vecchio Pci si bollava chi al partito di «governo» preferiva quello «di lotta». Di lotta alla cieca si direbbe nel caso dell'ancora premier preincaricato congelato. Che ha detto di no alla proposta riformista e istituzionale di Silvio Berlusconi di riconoscimento pieno del suo avversario politico.

Va in onda la furia di Max, che descrivono allibito e addolorato per veder finire così l'eredità riformista e togliattiana di quello che era un grande partito. Pur con tutti i suoi errori, a cominciare dal peccato originale di contrastare le idee liberali e autenticamente riformiste della sinistra anticomunista di Bettino Craxi.

L'ex premier, che ormai sembra destinato  a restare l'unico ex comunista a diventare presidente del Consiglio (anche se senza elezioni), era stato attaccato da quel che resta del suo partito per aver proposto per primo un accordo di fatto con il Pdl, pur senza Berlusconi. Lo descrivono infuriato, ma tutt'altro che propenso a mollare la politica. Buona Pasqua, Max.

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