Manuela Di Centa torna in gara per la Fisi

Si presenta paradossalmente da outsider, senza patti o accordi pre-elettorali con i comitati regionali e provinciali, parlando direttamente alle associazioni sportive (circa 1660), agli atleti di ogni ordine e grado, a chi pratica gli sport della neve e ai bambini (e loro famiglie) che toccano per la prima volta la neve: Manuela Di Centa, 51 anni, olimpionica, campionessa mondiale, dirigente sportivo e parlamentare ha ufficialmente presentato questa mattina la sua candidatura alla presidenza della Federazione Italiana degli Sport Invernali.

Cinque i punti programmatici, proprio come i cerchi olimpici, con due obiettivi: restituire almeno in parte ciò che ha ricevuto da quel mondo, e spendere nome, volto, palmarés e capacità di relazione per rivoltare come un guanto la federazione.

La base: "Sogno bambini che imparano a sciare gratis"
"Tutto parte dalla base, perché senza un numero ampio di praticanti non si trovano gli atleti di vertice per vincere le medaglie. I problemi sono molti, da quelli economici e fiscali a quelli degli impianti: credo che una vera federazione debba essere vicina alle associazioni, per fare sistema e portare più gente possibile sulla neve, e contemporaneamente forte con il Coni, per cercare di risolvere finalmente il problema degli impianti. Credo che tutti abbiano un 'diritto alla neve' e non mi nascondo che praticare gli sport della neve sia costoso: sogno di poter permettere a ogni bambino di avvicinarsi alla neve gratuitamente per il primo anno, e voglio che le società in cui dovesse sbocciare un potenziale talento abbiano tutto il sostegno - tecnico, organizzativo, economico - da parte della Federazione."

Fisi 2.0: "Voglio una Federazione più trasparente, veloce, social"
"Siamo nell'epoca dei social network e tuttavia non mi è stato possibile avere gli indirizzi e-mail delle società sportive che il 12 aprile a Bologna dovranno votare per eleggere il presidente federale. Voglio una federazione 2.0, che usi tutte le possibilità per condividere e coinvolgere, anche usando lo streaming delle riunioni federali o il voto online per permettere davvero a tutte le associazioni di partecipare alla vita federale senza sobbarcarsi costose discese dai monti."

Gli atleti: "Sono loro il cuore di tutto"
"Dobbiamo trovarli fin dalla scuola elementare, riprendendo le buone pratiche degli accordi con le società sul territorio e degli ski-college, e seguirli per tutta la loro carriera, per esempio permettendo loro di studiare all'Università nonostante trasferte e lunghi periodi lontano dalle sedi Universitarie. Pensate solo alla vergogna del fatto che le atlete delle nazionali non abbiano uno strumento di tutela della maternità come invece è garantito a ogni donna di questo Paese, o agli atleti che una volta finita la carriera vengono abbandonati a se stessi dalla nostra federazione che non ha nessun programma di inserimento lavorativo dopo la carriera agonistica. E poi non voglio mai più sentire il clima che ho trovato nella sede della squadra di fondo a Sochi, depressa e abbandonata da tutti solo perché non vinceva come ci si aspettava: quando ero atleta il mio presidente federale Carlo Valentino piangeva con me per le vittorie come per le sconfitte, e voglio una federazione che sia sempre vicina agli atleti, nella buona come nella cattiva sorte."

La leadership: "Metto me stessa a disposizione del movimento"
"Non lo nascondo: oggi la nostra federazione ha una leadership debole, anche nella capacità di alzare il telefono e far valere le proprie ragioni con le altre istituzioni italiane e internazionali. Come atleta ho vinco molto, ma fin da Nagano 1998 ho pensato da dirigente sportivo, nel Cio, nel Coni e in tutti i tavoli in cui ho avuto la fortuna di poter operare: ora metto a disposizione della Fisi questa mia capacità di relazione e di piattaforma e la possibilità di spendere il mio nome dove e quando dovesse servire per risolvere i problemi."

La passione: "Dobbiamo ritrovare unità"
"Una federazione è forte, all'interno e all'esterno, quando è unita, quando è capace di fare squadra, di dialogare con tutti per risolvere i problemi. Per esempio, trovo che Arianna Fontana abbia ragione quando chiede più sostegno per poter migliorare e puntare ancora più in alto, e come presidente federale parlerei con lei per capire come aiutarla. Il muro contro muro non serve a nessuno."

YOU MAY ALSO LIKE