Manovra: Salvini fa il vincitore ma il Def è orientato verso il grillismo

Da mesi Matteo Salvini confida a tutti, anche a Silvio Berlusconi, di aver domato i grillini. Un vero armamentario di frasi a effetto, dette in confidenza, per dimostrare che Di Maio e soci sono stati messi in riga, non mordono più: "Li ho sottomessi", "Io con loro ci sguazzo", "Son fatti così, ma alla fine capiscono".

Sarà, ma in quella giungla che è il decreto fiscale e la legge di stabilità, di cui per ora si sa solo che farà incavolare la Commissione Ue, le prove dell'egemonia leghista (a parte il dossier immigrazione) non appaiono o, comunque, non sono così evidenti. Tutt'altro.

Il provvedimento caratterizzante dell'intera manovra, quella che assorbe la quota più cospicua di risorse, è il reddito di cittadinanza. Una misura che caratterizza in termini assistenziali la politica economica del governo gialloverde. Il resto sono mezze misure che non hanno un profilo chiaro, frutto di due programmi agli antipodi ma che, per esigenze politiche e di potere, debbono per forza stare insieme. A cominciare dalla "flat tax", uno schizzo che premia solo le partite Iva sotto i 65 mila euro. Anche sulla quota 100, la pensione con 62 anni e 38 anni di contributi, chi decidesse di accedervi perderebbe, secondo i calcoli degli esperti in previdenza, un 25 per cento dell'assegno pensionistico che maturerebbe se arrivasse a 67 anni: un po' troppo vista l'entità delle pensioni, saranno pochi gli italiani che lo faranno. E il condono, con il tira e molla tra leghisti e grillini, rischia di fare tanto fumo e poco arrosto per le casse dello Stato.

"Questo governo" è l'analisi di Renato Brunetta "sfida la Ue, mettendo in pericolo i risparmi degli italiani, solo per approvare il reddito di cittadinanza: le altre voci della manovra sono orpelli, piccoli spot per far parlare Salvini".

Una scelta che potrebbe far venire meno la luna di miele tra governo e opinione pubblica, visto che la manovra, per accontentare i grillini e far risalire un Di Maio in caduta nei sondaggi, va addirittura contro i desiderata degli italiani. Secondo la maga dei sondaggi, Alessandra Ghisleri, il 70 per cento del Paese avrebbe preferito che le risorse per il reddito di cittadinanza fossero usate per ridurre le tasse. Solo il 20 per cento è d'accordo.
Di più: il 47 per cento dei cittadini teme ciò che sta avvenendo sul piano economico, il 35 per cento no. Ma il numero dei "preoccupati", secondo le rilevazioni, sale con il trascorrere delle settimane. Infine, altro dato significativo che segnala l'onda che inizia a prendere corpo nel Paese, il 38,6 per cento vorrebbe una Ue guidata da Salvini in alleanza con la Merkel, molti meno (il 31) quelli che preferirebbero l'asse con la Le Pen.

Già, Salvini. È l'unico tra i leader della coalizione gialloverde a rimanere alto nei sondaggi (oltre il 50 per cento contro il 38,2 di Di Maio), ma che piega prenderanno le prossime settimane? Di Maio è colpito, diciamo così, dalla "sindrome dei ragazzini": l'immagine del leader che ripete tre volte al giorno il ritornello "lo vuole il popolo" per motivare ogni richiesta a lungo andare stanca e rischia di penalizzare l'intero governo, specie in una fase in cui l'opinione pubblica è confusa e preoccupata. È come se una famiglia fosse condizionata nelle sue scelte dai ragazzini, appunto, che vogliono sempre la cioccolata.

Ora bisogna vedere se il riverbero di questa immagine negativa si proietterà su Salvini. Le continue scelte del vicepremier leghista su Bruxelles ("non ci sentiamo vincolati dalla Ue"), specie se lo spread salirà ancora dopo il giudizio della Commissione e delle agenzie di rating, potrebbero avere un effetto boomerang. "Ho l'impressione" azzarda Pierluigi Bersani "che Salvini sia stato preso dall'hybris, quella tracotanza di chi vuole sfidare tutti, pure gli Dei. Lo stesso demone che si impossessò di Renzi quando era a Palazzo Chigi...". 


(Articolo pubblicato nel n° 44 di Panorama in edicola dal 18 ottobre con il titolo "Salvini fa il vincitore ma questo Def è più orientato verso il grillismo")

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