Manovra 2018, pregi e difetti

E' una buona manovra o una cattiva manovra? Nei mesi scorsi, per intere settimane, le Commissioni Bilancio di Camera e Senato hanno sentito il parere di quasi tutte le parti sociali: i sindacati, Confindustria, le sigle delle piccole imprese, l'associazione bancaria Abi, gli esperti dell'Istat e di Bankitalia.

E a tutti è stato chiesto in sostanza cosa ne pensano della Legge di Stabilità del 2018 che definisce il perimetro in cui si muoverà la finanza pubblica, cioè le entrate e le spese dello Stato nei 12 mesi a venire. E' una buona manovra o una cattiva manovra?

Cambio in corso d'opera

Com'è ovvio, il parere delle personalità intervenute di fronte alle Commissioni non è stato unanime. E non sono stati unanimi neppure i giudizi degli economisti che hanno passato ai raggi X i contenuti della Legge di Stabilità, fin da quando è stata presentata. C'è chi come Francesco Daveri, professore alla Sda Bocconi ed editorialista de Lavoce.info, ha cambiato addirittura idea in corso d'opera.

Daveri ha rilevato infatti che la versione iniziale della manovra, da lui giudicata  immune da tentazioni elettorali, sia stata via via modificata durante l'approdo in Parlamento con l'iniezione di una lunga sfilza di bonus, nuovi e rinnovati, oltre che di detrazioni e deduzioni per diverse categorie di beneficiari. Tra una mancia elettorale e l'altra, insomma, per Daveri la Legge di Stabilità è cambiata in peggio.

Negativo, per altri motivi, è stato anche il giudizio dei sindacati e in particolare della Cgil che avrebbe voluto un maggiore impegno del governo sul fronte della previdenza, impedendo la salita dell'età pensionabile a 67 anni dal 2019 (3 mesi in più rispetto a oggi), come prevedono invece le riforme degli anni passati. Ma l'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni ha risposto a queste richieste con misure di corto respiro, bloccando l'età pensionabile soltanto per poche categorie lavorative che svolgono mansioni usuranti.

Spinta agli investimenti

Di segno completamente opposto la lettura data invece da Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria, che nei mesi scorsi ha espresso un giudizio sostanzialmente positivo sulla Legge di Stabilità, anche se non su tutta, promuovendo soprattutto la proroga delle norme già in vigore nel 2017 a favore degli gli investimenti: il superammortamento, gli incentivi per l'industria 4.0 a cui aggiungeranno nel 2018  anche altre agevolazioni come quelle per le assunzioni dei giovani o per la formazione del personale delle imprese nel campo delle tecnologie innovative.

Sono proprio queste norme gli aspetti migliori della manovra visto che, negli ultimi trimestri, la crescita degli investimenti industriali ha dato un forte contributo alla ripresa del pil. Non va però sottovalutato anche un altro pregio della la Legge di Stabilità ormai prossima all'approvazione definitiva: l'aver saputo disinnescare le clausole di salvaguardia, cioè  evitare  gli aumenti automatici dell'iva concordati dall' Italia con l' Europa negli anni scorsi, in cambio di una maggiore flessibilità nei bilanci.

Piccole imprese dimenticate

"Aver evitato l'aumento dell'iva è un fatto positivo”, dice a Panorama.it Paolo Zabeo, responsabile dell'ufficio studi della Cgia, la confederazione degli artigiani di Mestre, “ma, ancora una volta, non è stata presa alcuna misura di rilievo per le piccole e micro imprese”. Zabeo ricorda infatti che alcune  misure di semplificazione fiscale come l’abolizione dei tanto “odiati” studi di settore è stata prorogata al 2019.  

Inoltre, doveva esserci l’introduzione della nuova Iri (Imposta sui redditi delle società di persone), che avrebbe abbassato sensibilmente le tasse sulle micro- imprese. Anche questa misura, però, è slittata di un altro anno. “Ancora una volta questo governo ha dimostrato di non avere alcuna attenzione per chi, come i piccolissimi imprenditori, costituisce il tessuto connettivo del Paese”, dice ancora Zabeo, che si unisce dunque alla schiera di chi critica la manovra pur ammettendo che la Legge di Stabilità del 2018, oltre a tutti i suoi difetti, ha anche qualche pregio.

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