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July 07 2017
Sino al 24 settembre 2017, la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno ospita la mostra "Bertozzi e Casoni. Minimi Avanzi", che presenta 24 opere - di diversi formati - realizzate dai due dei più importanti e riconosciuti maestri della scultura ceramica contemporanea, cui si aggiunge un’installazione inedita di grandi dimensioni, creata appositamente per gli spazi del museo, che dialoga con i suoi luoghi ricchi di storia e con i capolavori d’arte antica in esso conservati.
La mostra è visitabile dal 25 marzo al 24 settembre 2017 secondo il seguente calendario
marzo - aprile - maggio:
martedì - venerdì, 10 - 13 e 15 - 18
Sabato, domenica e festivi 10 - 18
Lunedì chiuso
giugno - luglio - agosto - settembre:
martedì - domenica 10 - 19
Lunedì chiuso
Ad ospitare la mostra, la Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, Piazza Arringo, 7
La rassegna, curata da Stefano Papetti, Elisa Mori, Giorgia Berardinelli e Silvia Bartolini, oltre ad essere la prima personale del duo Bertozzi e Casoni in terra marchigiana, riveste inoltre un importante significato di rinascita culturale e turistica per tutta la regione: prevista originariamente per lo scorso 26 novembre, l’inaugurazione dovette subire uno spostamento a causa dei terribili eventi sismici che colpirono le Marche e in particolare le province di Ascoli Piceno e Macerata. A quattro mesi di distanza, l’esposizione si ripresenta ora con lo stesso progetto espositivo.
"Bertozzi e Casoni. Minimi Avanzi" affronta alcuni temi cari ai due artisti, primo fra tutti, quello del cibo in tutte le sue declinazioni - avanzi di banchetti, rifiuti, lattine, rimasugli, pattumiere - oltre a fiori, farfalle, animali, giornali, ed elementi della vita quotidiana che, sapientemente smembrati e riassemblati, compongono le insolite nature morte realizzate in ceramica policroma che li hanno resi celebri. Opere costantemente in bilico tra surrealismo compositivo e iperrealismo formale, in cui la caducità del mondo organico si collega a quei sentimenti di disgusto e orrore che proiettano il pubblico nel mondo dell’usa e getta e della futilità del materialismo moderno: ma attraverso la ceramica, Bertozzi e Casoni restituiscono agli oggetti nuova esistenza, donando loro una sorta di nuova vita “eterna”. Essi, infatti, sottratti alla deperibilità, acquisiscono una nuova valenza, quella della godibilità estetica
Terminati gli studi, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni frequentano l'Accademia di Belle Arti di Bologna, fondano una società e partecipano alle manifestazioni che tentano di mettere a fuoco i protagonisti e le ragioni di una “nuova ceramica”. Abilità esecutiva e distaccata ironia caratterizzano già le loro prime creazioni in sottile maiolica policroma. Importante è la collaborazione (1985-1990) con la Cooperativa Ceramica di Imola, dove lavorano come ricercatori nel Centro Sperimentazioni e Ricerche sulla Ceramica.
Negli anni Novanta emerge nel loro lavoro un aspetto maggiormente concettuale e radicale e la critica e le più importanti gallerie d'arte nazionali e internazionali cominciano ad interessarsi al loro lavoro: le loro sculture - simboliche, irridenti e pervase da sensi di attrazione nei confronti di quanto è caduco, transitorio, peribile e in disfacimento - sono diventate icone internazionalmente riconosciute di una condizione umana universale, non solo contemporanea.