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Lotta all'Isis: gli arresti in Austria e l'accelerata degli Usa

Ansa
Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
Ansa
Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
Ansa
Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
EPA/ETIENNE LAURENT
Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
EPA/ETIENNE LAURENT
Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi - 18 novembre 2015
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Parigi, il blitz della polizia contro Abdelhamid Abaaoud (nel riquadro), considerata la mente degli attentati del 13 novembre
JOEL SAGET/AFP/Getty Images
Una donna cammina vicino a un murales con il motto francese "Fluctuat nec mergitur" - 17 novembre 2015
JOEL SAGET/AFP/Getty Images
Un uomo cammina vicino a tre murales a Parigi che dicono "Parigi è ancora in piedi", "Amore per Parigi" e "Io sono vivo"
Christopher Furlong/Getty Images
Fiori nei fori lasciati dai proiettili dei terroristi al ristorante Le Carillon di Parigi - 15 novembre 2015
Jeff J Mitchell/Getty Images)
Parigi, 14 novembre 2015: l'omaggio di Bono e del gruppo degli U2 alle vittime dell'attentato al teatro Bataclan
Jeff J Mitchell/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
Jeff J Mitchell/Getty Images)
Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fori di proiettile sulla vetrina di un bar
David Ramos/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fiori all'ingresso del ristorante Le Carillon, uno degli obiettivi degli attacchi dei terroristi
Valeria Solesin in una foto postata su Twitter (#Recherceparis), tra i dispersi negli attacchi del 13 novembre a Parigi. Roma, 14 novembre 2015.
Antoine Antoniol/Getty Images
Una donna posa una candela davanti al bar Le Carillon di Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Un bambino posa una candela davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Fiori e candele davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Un abbraccio tra due amiche davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 Novembre 2015
JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images
Alcune persone accendono candele in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi a Lion - 14 novembre 2015
JOEL SAGET/AFP/Getty Images
Il memoriale per le vittime degli attentati di Parigi in Place de la Republique - 14 Novembre 2015
EPA/Tomasz Gzell POLAND OUT
Alcune persone mettono fiori davanti all'ambasciata francese in Polonia - 14 novembre 2015
EPA/Tomasz Gzell POLAND OUT
Alcune persone mettono fiori davanti all'ambasciata francese in Polonia - 14 novembre 2015
EPA/JULIEN WARNAND
La prima pagina di un giornale a Parigi con il titolo "L'orrore" tra candelel e fiori - Parigi, 14 novembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Una donna piange davanti al Carillon cafe a Parigi - 14 novembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Il silenzio davanti al Carillon cafe a parigi - 14 novembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Alcune persone in sillenzio davanti al Carillon cafe a parigi - 14 novembre 2015
Getty Images
Una vittima degli attentati di Parigi - 14 novembre 2015
EPA/ARMANDO BABANI
Fiori davanti all'ambasciata francese in Albania - 14 settembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Il dramma dei superstiti agli attentati di Parigi - 14 novembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Un uomo guarda fuori dal Carillon cafe con la vetrina bucata dai proiettili dei terroristi dell'Isis - Parigi, 14 novembre 2015

A Salisburgo la polizia austriaca ha arrestato due persone sospettate di avere collegamenti con gli attacchi di Parigi del 13 novembre: due cittadini francesi entrati in Austria ad ottobre assieme ad alcuni membri della cellula che ha compiuto i massacri; secondo la stampa locale, i due con falsi passaporti siriani avevano viaggiato dalla Grecia attraverso i Balcani assieme ai centinaia di migranti in cerca di rifugio in Europa.

La paura di Parigi

A Parigi è ancora paura: oggi un auto all'improvviso si è lanciata contro l'ala dell'Hotel des Invalides in cui ha sede il Museo dell'Esercito. Uno dei poliziotti di guardia ha aperto il fuoco sulla vettura, esplodendo una decina di colpi e costringendo a fermarsi il conducente, che è stato subito arrestato.

Intanto gli Usa spingono l'acceleratore nella lotta all'Isis. Il segretario alla Difesa, Ash Carter, è giunto a Baghdad per incontrare i militari americani in loco ed avere dalla loro viva voce una "lettura" della situazione sul campo. Arrivato dalla Turchia, dove martedì ha visitato la base di Incirlik, da dove partono gli aerei americani che bombardano i jihadisti, il capo del Pentagono incontrerà anche gli alti responsabili del governo iracheno e della coalizione anti-Isis.

La coalizione islamica

È ancora invece nebuloso il ruolo della nuova coalizione islamica a guida saudita, ruolo nebuloso persino tra i suoi membri. Le reazioni di alcuni Paesi inclusi nella corposa lista dei partecipanti sembrano indicare quantomeno una sommaria preparazione da parte di Riad, che avrebbe avvicinato i partner con un invito a unirsi a un centro di coordinamento di lotta all'Isis e poi ha annunciato una coalizione militare. Il Pakistan, che renderà nota domani la sua posizione, non ha nascosto la sua "sorpresa"; tanto più che una situazione simile si era già verificata nel marzo scorso quando scoprì di essere stato inserito - senza previa consultazione - nella lista di Paesi della coalizione contro i ribelli Houthi (sostenuti dall'Iran) in Yemen guidata da Riad. All'epoca Islamabad se ne distanziò, con non poco fastidio da parte dei sauditi.

Nel Pakistan vi sono sia sunniti che sciiti (questi ultimi in minoranza), molto spesso in conflitto tra di loro; e poiché il fragile equilibrio interconfessionale è sovente messo a rischio da scontri o attentati, il Paese rimane assai sensibile al "risiko" regionale tra l'Iran, potenza sciita, e la rivale Arabia Saudita, pilastro del mondo sunnita.

Gli italiani a Mosul

Intanto il premier Matteo Renzi ha spiegato il senso dell'invio dei 450 militari italiani a difesa dei lavori della diga di MOsul, il cui appalto è stato vinto da una ditta italiana. "Abbiamo una diga a Mosul che (se crolla, ndr) rischia di distruggere Baghdad e metà dell'Iraq. Non ci preoccupiamo di esibizioni muscolari, ma di cose concrete. Solo gli italiani possono mettere a posto quella diga", ha spiegato. "Si rischia un patatrac" e per evitarlo "l'Italia, d'accordo con gli Usa, interverra'". Molto critica la reazione di Renato Brunetta (Forza Italia) per la mancata comunicazione preventiva dell'operazione al Parlamento ("L'annuncio è arrivato da Porta a Porta") e anche del M5S: "La storia della diga è il solito pretesto umanitario per giustificare un intervento armato". (AGI)

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