L'operazione Market Garden: il fallimento del "secondo D-DAY"

L'operazione Market Garden, lanciata soltanto tre mesi dopo il D-DAY, fu la più grande operazione aviotrasportata della storia. Più di 30.000 soldati americani e inglesi furono paracadutati in più ondate dietro le linee nemiche. Il teatro delle operazioni era il confine tra Olanda e Germania, l'obiettivo quello di prendere gli 8 più importanti ponti sul Reno per permettere alle armate corazzate di puntare dritto al cuore del Reich. La speranza, quella di porre fine alla guerra entro il Natale del 1944.

Operazione Market Garden

Imperial War Museum
Il Luogotenente Generale britannico Lewis Brereton, a capo delle operazioni aviotrasportate alleate durante le esercitazioni precedenti l'operazione.

Operazione Market Garden

Imperial War Museum
Uno Short Stirling della RAF pronto al decollo durante la fase di bombardamento delle posizioni tedesche nella zona di operazione.

Operazione Market Garden

Nara, Imperial War Museum
Le prime ondate di paracadutisti e alianti toccano il suolo il 17 settembre 1944. L'aliante inglese WACO porta le strisce utilizzate durante il D-DAY

Operazione Market Garden

National Archives
Uno sciame di paracadutisti scende dal cielo sulle pianure olandesi: ore 12 del 17 settembre 1944. Inizia l'Operazione Market Garden.

Operazione Market Garden

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Lancio di paracadutisti da una formazione di C-47 Skytrain e, a destra, di armamenti e rifornimenti da una formazione di B-24 dell'USAAF.

Operazione Market Garden

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Paracadutisti della 101a Divisione Aviotrasportata avanzano sotto il tiro dell'artiglieria tedesca.

Operazione Market Garden

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Un plotone di paracadutisti americani si riparano lungo la massicciata stradale, sopraelevata rispetto alla pianura olandese.

Operazione Market Garden

Ultime istruzioni per una colonna di blindati leggeri paracadutata e, a destra, l'ingresso trionfale degli Alleati accolti dalla popolazione rurale olandese. Si tratta della prima fase dell'operazione, prima della rapida riorganizzazione della difesa tedesca.

Operazione Market Garden

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Ponte di Nijmegen: gli Sherman Americani sembrano procedere rapidamente alla presa del ponte. Presto la situazione avrà una svolta drammatica per gli Alleati.

Operazione Market Garden

Imperial War Museum
Vista aerea del ponte di Arnhem, dove si svolsero i combattimenti più duri tra gli Inglesi e le divisioni corazzate della Wehrmacht, giunte in ausilio dal Belgio.

Operazione Market Garden

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Vista in soggettiva da una colonna di panzer delle Waffen-SS nella zona di Arnhem. Uno degli errori strategici più gravi del piano alleato fu quello di sottovalutare la capacità di resistenza delle residue divisioni corazzate tedesche.

Operazione Market Garden

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L'SS- Brigadefuhrer Heinz Harmel che al momento dell'operazione era al comando delle divisioni corazzate tedesche.

Operazione Market Garden

Panzer "Stug III" in marcia verso Arnhem.

Operazione Market Garden

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Ritratto del Generale Walter Model, il fiore all'occhiello dei generali di Hitler. Asso delle strategie di difesa, fu il principale artefice del successo tedesco nel contrastare gli obiettivi dell' operazione "Market Garden". Morirà suicida nella sacca della Ruhr il 21 aprile 1945.

Operazione Market Garden

Riunione strategica tra Walter Model e Heinz Harmel, comandante della SS-Panzerdivision "Frundsberg".

Operazione Market Garden

Sulla strada dei ponti, gli Alleati dovettero affrontare il fuoco di posti di artiglieria tedesca posti da Model in luoghi strategici. Nella foto a sinistra postazione della contraerea (Flak) utilizzata come arma controcarri. A destra un blindato britannico passa una postazione di artiglieria tedesca solo dopo un aspro confronto armato.

Operazione Market Garden

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Prigioniero tedesco nelle mani della Resistenza olandese. Nel mancato affidamento ai partigiani dei Paesi Bassi sta un'altra delle ragioni del fallimento delle operazioni. La colpa fu principalmente dei vertici inglesi che ritenevano gli olandesi scarsamente affidabili. A destra, un artigliere delle SS prigioniero degli americani.

Operazione Market Garden

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Paracadutisti americani si riparano nei pressi di un cartello stradale per sfuggire al tiro dei cecchini tedeschi.

Operazione Market Garden

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Dall'una e l'altra parte dello schieramento, la stessa visuale. Specie ad Arnhem, i combattimenti casa per casa furono estremamente violenti.

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Segni delle difficoltà alleate: un soldato tedesco alla guida di una Jeep catturata agli americani. 25 settembre 1944.

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Una colonna di prigionieri americani in marcia verso la deportazione. Al termine della battaglia, i prigionieri alleati saranno più di 6.500.

Tuttavia, sin dalla prima fase della preparazione, forti divergenze strategiche erano sorte presso i comandi alleati tra gli inglesi e gli americani. I primi, con Montgomery, erano decisi ad un'azione concentrata da Nord tramite un massiccio impiego di truppe aviolanciate. I secondi, con Eisenhower propendevano per un duplice attacco congiunto su un fronte settentrionale e uno meridionale. Alla fine passò il piano di Montgomery, che prevedeva l'utilizzo dei paracadutisti di due divisioni Usa (la 82a e la 101a) e due britanniche (1a e 6a). L'operazione affidata alle divisioni aviotrasportate fu definita "Market", mentre le divisioni corazzate avrebbero dovuto avanzare in ausilio dei paracadutisti per consolidare le zone liberate dai primi. Il 17 settembre ben 2083 velivoli martellarono le postazioni della contraerea tedesca, già in parte evacuata. Poi verso mezzogiorno cominciarono gli sbarchi dagli alianti e infine i paracadutisti. Nel primo pomeriggio sul suolo olandese si erano posati 20.000 soldati alleati. 

Tuttavia, nonostante la netta superiorità di forze degli angloamericani, si trovavano presso la zona dei lanci due divisioni corazzate delle Waffen-SS, la "Hohenstaufen" e la "Frundsberg".  I generali Model e Student organizzarono con grande rapidità la difesa dei ponti stradali, chiedendo e ottenendo da Hitler forti rinforzi dal Belgio. Inoltre nel pomeriggio i tedeschi erano riusciti ad impadronirsi dei piani d'attacco alleati recuperandoli da un aliante inglese precipitato. Arrivarono anche 300 caccia della Luftwaffe che cominciarono a bombardare la linea di rifornimento alleata lungo la via detta Club Route. Ad Arnhem gli inglesi dovettero far fronte al fuoco dei cecchini, mentre la situazione dei ponti precipitava per gli alleati: molti di questi erano stati fatti saltare o sabotati dai tedeschi.

Poi ci si mise il maltempo ad ostacolare i lanci degli alleati, ritardando rinforzi e rifornimenti mentre i tedeschi, a conoscenza dei piani, occupavano le zone di lancio. La lotta più aspra si ebbe nella zona di Njmegen e Arnhem. Qui gli anglo americani cercarono di tenere le posizioni nonostante le difficoltà di rifornimento. Dopo ulteriori tre giorni di strenua resistenza gli inglesi dovettero cedere per primi le posizioni alla fragile testa di ponte di Arnheim, mentre le divisioni corazzate tedesche ricevevano ulteriori rinforzi e facevano saltare gli altri ponti non presidiati dagli alleati. La più grande operazione aviotrasportata della storia falliva lungo le sponde del Reno, prolungando per altri mesi a venire la sconfitta del Terzo Reich. Gli angloamericani sacrificarono nell'impresa più di 17.000 uomini, senza tuttavia raggiungere l'obiettivo principale del controllo dei ponti sul Reno.

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