Battaglia di Mosul, Iraq
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L'Isis sconfitto: "Adesso bisogna superare la violenza settaria"

Il potere del Daesh si sgretola mentre le truppe irachene stanno riconquistando completamente Mosul e la coalizione sostenuta dagli Stati Uniti ha circondato Raqqa.

Una voce in prima linea

Per una maggiore intelligenza della situazione, è fondamentale ascoltare la voce di chi è sul campo e conosce ogni aspetto dei rapporti di forza in gioco. L’Ambasciatore italiano in Iraq, Marco Carnelos, poche ore fa da Baghdad ha dialogato in esclusiva con noi abbracciando i principali aspetti della questione.

Carnelos è uno degli uomini di punta della nostra diplomazia per quanto riguarda la regione, essendo stato dal 2014 il Coordinatore per la Crisi siriana e dal 2015 nominato a capo della Rappresentanza in Iraq.

Il suo è il profilo che ci può far capire quanto di vero ci sia nei dispacci che arrivano da Mosul, dove la coalizione sembra aver ormai chiuso i miliziani islamisti nell’assedio finale. È importante a questo punto capire se a Baghdad, nel cuore della Green Zone, si condivide il medesimo ottimismo: "Qui" dice Carnelos "regna un forte senso di sollievo e soddisfazione, la riconquista della Moschea Al Nour a Mosul (delle macerie purtroppo) da dove Abu Bakr Al Baghdadi aveva proclamato il sedicente Califfato rappresenta un vero e proprio spartiacque e la fine di un ciclo di violenza efferata."

Significa che il governo iracheno è percepito come stabile e che il tasso di propaganda è ridotto ai minimi termini, in altre parole che la comunità diplomatica occidentale ripone fiducia nell’operato del premier Haydar al-Abadi. A differenza del vicino Afghanistan, la sinergia tra Coalizione e forze politiche interne in Iraq sta funzionando.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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29 giugno 2017. Soldati delle forze irachene ispezionano un edificio durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, in Iraq, durante la battaglia finale contro l'ISIS.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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29 giugno 2017. Le rovine della moschea di Al-Nuri, nella Città Vecchia di Mosul, in Iraq. Distrutta dai miliziani dell'Isis, è stata riconquistata dalla coalizione avversa all'autoproclamato Califfato di Abu Bakr al Baghdadi.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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29 giugno 2017. Le rovine della moschea di Al-Nuri, nella Città Vecchia di Mosul, in Iraq. Distrutta dai miliziani dell'Isis, è stata riconquistata dalla coalizione avversa all'autoproclamato Califfato di Abu Bakr al Baghdadi.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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28 giugno 2017. Soldati delle forze irachene durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, in Iraq, durante la battaglia finale contro l'ISIS.

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La grande moschea di Al-Noori Al-Kabeer a Mosul, Iraq, prima della sua distruzione del 21 guigno 2017

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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21 giugno 2017. I resti di un veicolo distrutto nei pressi della Città Vecchia di Mosul per salvarsi dai combattimenti in corso tra la coalizione a guida USA e gli islamisti di Isis.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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21 giugno 2017. Abitanti di Mosul in fuga dalla Città Vecchia per salvarsi dai combattimenti in corso tra la coalizione a guida USA e gli islamisti di Isis.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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22 giugno 2017. Abitanti di Mosul in fuga dalla Città Vecchia per salvarsi dai combattimenti in corso tra la coalizione a guida USA e gli islamisti di Isis.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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22 giugno 2017. Forze anti-terrorismo irachene avanzano nella Città Vecchia di Mosul durante la fase finale dell'offensiva contro gli islamisti di Isis.

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22 giugno 2017. Un agente della polizia irachena mostra una banconota da 10.000 dinari iracheni su cui è raffigurato il minareto pendente "Hadb" della moschea Al Nusra, edificio iconico di Mosul distrutto dall'Isis.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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17 giugno 2017. Un bambino fuggito dalle zone di combattimento accolto nel campo rifugiati di al-Khazir, situtato tra Arbil e Mosul, in Iraq.

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20 giugno 2017. Civili in fuga dalla Città Vecchia di Mosul, nel corso della fase finale della battaglia dell'esercito governativo per sottrarre la città ai miliziani dell'Isis.

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20 giugno 2017. Un uomo in fuga porta in spalla un altro uomo ferito, nel corso dell'avanzata dell'esercito governativo nell'ultimo settore della Città Vecchia di Mosul ancora in mano ai miliziani dell'Isis.

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20 giugno 2017. Una donna in fuga con tra le mani una gabbia per uccelli, nel corso dell'avanzata dell'esercito governativo nell'ultimo settore della Città Vecchia di Mosul ancora in mano ai miliziani dell'Isis.

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12 giugno 2017. Un gruppo di donne sfollate dalle zone di combattimento in fila per riempire delle taniche di acqua nel campo di accoglienza di al-Khazir, tra Arbil e Mosul, in Iraq.

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19 giugno 2017. Un soldato della divisione di risposta rapida dell'esercito iracheno durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale contro l'Isis, in Iraq.

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19 giugno 2017. Un soldato governativo all'interno di un edificio semidistrutto, durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale contro l'Isis, in Iraq.

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19 giugno 2017. Un soldato governativo durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale contro l'Isis, in Iraq.

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18 giugno 2017. Soldati governativi durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale contro l'Isis, in Iraq.

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18 giugno 2017. Il saluto di soldati governativi durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale contro l'Isis, in Iraq.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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12 giugno 2017. Un soldato della divisione di risposta rapida dell'esercito iracheno difende una posizione sottratta al controttlo dell'Isis, nel distretto di Al-Shifa, a Mosul ovest, in Iraq.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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31 maggio 2017. Un uomo con gli abiti macchiati di sangue in fuga con la figlia dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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31 maggio 2017. Un bambino in fuga dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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1° giugno 2017. Un gruppo di persone in fuga dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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1° giugno 2017. Una donna in fuga dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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3 giugno 2017. Un uomo in fuga con la figlia dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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3 giugno 2017. Un uomo in fuga dal quartiere di Zanjili, nella zona occidentale di Mosul.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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1° giugno 2017. during ongoing battles between Iraqi forces to retake the city from Islamic State (IS) group fighters.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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12 giugno 2017. Un soldato della divisione di risposta rapida dell'esercito iracheno punta un'arma verso dei miliziani dell'Isis da un edificio sotto controllo governativo nel distretto di Al-Shifa, a Mosul ovest, in Iraq.

Mosul, la battaglia, giugno 2017

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12 giugno 2017. Un soldato della divisione di risposta rapida dell'esercito iracheno punta un'arma verso dei miliziani dell'Isis da un edificio sotto controllo governativo nel distretto di Al-Shifa, a Mosul ovest, in Iraq.

La violenza settaria

Questo non toglie che la sfida ora sarà trasferire l’ottimismo delle élite in quello delle popolazioni. Perché la fine del Califfato, dagli iracheni, potrebbe essere vista semplicemente come la fine di una delle diverse forme che il fondamentalismo sunnita ha assunto nel corso dell’ultimo decennio, passando da al-Zarqawi ad al-Qaeda, e ora ad al-Baghdadi.

Insomma il punto cruciale era e rimane la violenza settaria. Secondo Carnelos "le tensioni in Iraq permangono e non verranno superate in tempi brevi. L'auspicio è che tuttavia proprio dalla consapevolezza che il settarismo ha creato dei mostri come Daesh questa volta le forze politiche irachene facciano tesoro di questa drammatica esperienza e promuovano una vera e propria svolta politica che contribuisca al superamento degli approcci settari. Non sarà un percorso facile né breve ma non vi sono alternative."

Sinergia obbligata

L’equilibrio, par di capire, è tutto tra le risorse dialettiche interne e un chiaro supporto dall’esterno (cosa che non sta succedendo in Siria, dove la pur fondamentale riconquista di Raqqa non porterà necessariamente chiarezza al processo di pace); per questo è importante sapere, al di là della correttezza istituzionale, a chi davvero rendere merito in Iraq per la sconfitta militare del Califfato.

Carnelos non ha dubbi: "il merito va ad entrambi, uno non poteva fare a meno dell'altro. Senza il sostegno aereo e l'addestramento impartito dalle forze della Coalizione - in cui l'Italia ha svolto e svolge tuttora un ruolo preminente e di leadership in specifici settori - Daesh non sarebbe stato sconfitto. Il sacrificio principale l'hanno tuttavia compiuto le forze irachene e i Peshmerga che hanno ripreso i territori conquistati dai terroristi di Daesh casa per casa. Questi ultimi non avrebbero potuto essere sconfitti soltanto con i bombardamenti aerei."

Dopo il Califfato, la turbolenza sunnita

E infatti la battaglia continua proprio in queste ore, casa per casa, con la diplomazia al lavoro per far immediato tesoro delle conquiste militari sul campo perché i colpi di coda sono sempre possibili. L'Isis ha dimostrato la volontà di attivare cellule terroristiche in una guerra asimmetrica con l’Occidente, e la capacità di mettere in moto altri fronti (vedi il Sahel africano) dove sigle islamiste satellitari possono colpire in ogni momento.

È quindi importante che la fase militare e quella diplomatica procedano senza soluzione di continuità; solo così la turbolenza sunnita, ancora scossa dal power change a favore degli sciiti innescato dalla caduta di Saddam Hussein nel 2003, potrà trovare al suo interno leader politici che interrompano la stagione dei califfi. È una partita che inizia ora.

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