Line sfida Whatsapp introducendo i messaggi autodistruggenti

Lo scandalo NSA ha segnato una sorta di punto di non ritorno. Con buona pace di tutti quelli che credevano (speravano?) che il polverone si sarebbe depositato alla svelta, sempre più utenti si dimostrano attenti alla questione privacy, e sempre più utenti sembrano propendere per quelle applicazioni che garantiscono, o quantomeno promettono, un servizio a prova d’intruso.

Il discorso vale anche e soprattutto per le app di messaggistica. Se qualche mese fa l’applicazione Telegram aveva fatto molto parlare, ora è uno degli attori protagonisti del settore a compiere un passo significativo. È notizia di oggi che Line, l’app da 500 milioni di utenti nota soprattutto per l’infinita gamma di sticker e emoticon, ha introdotto una nuova funzionalità chiamata Hidden Chat (in italiano: Chat Nascosta) la quale consente a due utenti di inviarsi messaggi che, una volta letti, verranno cancellati da ogni server.

Sebbene questa funzionalità possa apparire simile a quella offerta da Snapchat, la chat nascosta di Line è in realtà più simile al servizio offerto da Telegram, questo perché consente all’utente di inviare messaggi utilizzando una codifica end-to-end che impedisce a chiunque non sia il destinatario prescelto di poter decifrare il messaggio inviato.

La nuova chat di Line può essere attivata solo con utenti che hanno installato la nuova versione dell’applicazione, e consente di settare un tempo massimo per l’autodistruzione del messaggio letto (un messaggio non letto, invece, si autodistrugge in 2 settimane).

La mossa di Line non è esattamente un fulmine a ciel sereno. Sull’onda delle polemiche nate attorno all’acquisizione di Whatsapp da parte di Facebook , altre applicazioni hanno deciso di introdurre strumenti simili: è il caso, ad esempio, dell’applicazione cinese WeChat, che ha recentemente introdotto la possibilità di “richiamare” un messaggio entro 2 minuti dall’invio.

Pare insomma che l’intero panorama dei servizi di messaggistica si stia adeguando alla nuova richiesta di tool per la privacy. In attesa che gli addetti ai lavori valutini l’effettiva blindatura di questi servizi, gli utenti più navigati, tendono a rivolgersi ad applicazioni che nascono proprio per soddisfare l’esigenza di privacy. Una su tutte: Telegram. Che non a caso rimane tra le app gratuite più scaricate.

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