L’imprenditoria straniera in Italia ha creato oltre 800.000 posti di lavoro

In passato così come in questo periodo sento di frequente parlare e dibattere sul ruolo degli immigrati nel tessuto lavorativo italiano. Una delle argomentazioni che sento più spesso è quella legata ai lavori cosiddetti “umili”, quelli che gli italiani non vogliono ricoprire e che invece gli stranieri sono “disposti” a svolgere.

Premesso che a mio parere il lavoro è lavoro e che non vedo molte differenze tra lavori di serie A e di serie B, sempre che esistano classificazioni possibili, molto spesso sfugge il ruolo e l’impatto imprenditoriale che gli stranieri hanno avuto e hanno tutt’ora in Italia e sugli italiani.

Da una recente ricerca realizzata dalla Camera di Commercio di Milano sui dati del registro imprese risulta che siano oltre 800.000 i posti di lavoro creati in Italia dalle 430.000 imprese con titolare straniero (in questa ricerca vengono considerate le imprese che hanno titolare non nato in Italia o con controllo di proprietà a maggioranza di persone non nate in Italia).

In questa particolare classifica, tra le province Milano risulta prima per numero di addetti creati da imprese straniere con oltre 91.000 posti di lavoro (l’11,1% del dato complessivo italiano), al secondo posto si posiziona Roma (quasi 70.000) e al terzo Torino (33.000) seguite da Firenze, Brescia e Prato.

Dai dati risulta inoltre che Prato è la provincia italiana con la maggiore incidenza di addetti occupati da imprese straniere sul totale: ogni 100 posti di lavoro, 20 sono creati da imprese con titolare straniero; seguono Teramo, Imperia e Firenze.

Le attività straniere risultano quindi molto attive anche se in linea generale i dati dimostrano come le dimensioni siano più piccole rispetto a quelle con titolare italiano – 1,9  rispetto a 4,5 addetti -. Prevedere il futuro è cosa impossibile anche se qualche tendenza per i prossimi anni posso immaginarla…

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