Un pamphlet contro la stupidità politica

"Sta calando la fiducia nel sistema giudiziario, nelle istituzioni e nel loro funzionamento: è un atteggiamento comprensibile, vista l’inerzia indulgente dello Stato, ma pericoloso perché in democrazia la rassegnazione è l’anticamera del fallimento e, Dio non voglia, di un regime autoritario”. Ma subito dopo aggiunge: “Qualcuno vede un nuovo fascismo alle porte. Non è così. Quel regime è morto, e anche il comunismo è sepolto. Ma queste due sciagurate ideologie non esauriscono le forme di oppressione e iniquità: ne esistono altre, e i neologismi di sovranismo e populismo ne esprimono alcune caratteristiche”. Infine conclude: “Ma ce ne sono anche di più pericolose, come quella delle emozioni incontrollate, e infine la peggiore di tutte, quella della stupidità».

È proprio al cittadino tra sfiducia e paura che si rivolge Carlo Nordio, l’ex procuratore aggiunto di Venezia da quasi due anni in pensione, con il suo ultimo saggio: La stagione dell’indulgenza e i suoi frutti avvelenati (Guerini e associati, 185 pagine, euro 18,50). Ma il libro è proprio e soprattutto un divertente pamphlet-antidoto contro la stupidità: quella politica, ma anche quella che disastrosamente promana dai social network.
Da magistrato, da liberale, da uomo pratico e per professione avvezzo alla frequentazione delle peggiori negatività della vita, Nordio mette in fila i temi sui quali, con i suoi scritti, si è esercitato in questi ultimi anni di impegno civile: la giustizia, la politica giudiziaria, il diritto penale, la corruzione. Qui Nordio allarga lo spettro della materia all’emergenza immigrazione, ma anche alle catastrofi bancarie, o alla assurda difesa del burqa, scrivendo ogni volta pagine di coraggiosa assennatezza che fanno strame delle chiacchiere buoniste e degli eccessi sovranisti. Buon senso allo stato puro, insomma, con una ragionevolezza vestita della consueta arguzia.

Contro la “stagione dell’inconcludenza” Nordio usa il suo sarcasmo, e punge con cattiveria sia a destra sia a sinistra. Devasta la politica che per troppi anni ha assecondato e titillato i peggiori umori popolari illudendosi così di conquistare elettori e potere: ma Nordio frusta anche anche la “nuova politica” che ancora oggi è capace soltanto di esprimere populismo giudiziario e promulga leggi dettate soltanto dall’emergenza e dalla cronaca, ma poi è incapace di riformare davvero la giustizia per incapacità intrinseca.

Il libro lascia un solo rammarico. Quello che il suo autore, purtroppo, alla politica non passerà mai. Nordio l’ha detto e ripetuto, l’ha scritto e confermato, e con qualche ragione: un magistrato che scende in politica getta un’ombra di sospetto su tutto quello che ha fatto. Forse è vero. Ma è proprio un peccato che un’intelligenza serena e ragionevole come quella dell’ex procuratore aggiunto non possa dare qualcosa in questo campo, che ne ha tanto bisogno.

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