DAVID MAGNUS / REX FEATURES/OLYCOM
Musica

Let It Be, l'ultimo tango dei Beatles

Olycom
Paul Mc Cartney durante le sessioni di registrazione delle tracce di Let it Be all'inizio del 1969.
Olycom
John Lennon e Yoko Ono durante i bed-in per la pace nell'anno della registrazione di "Let It Be".
Olycom
Appunti del 1970 dall'agenda di Mc Cartney: dopo il litigio con Harrison Paul ribadisce le sue ragioni.
Olycom
Agenda di Paul: si vocifera di un possibile abbandono di Mc Cartney. I media assediano la sua casa. 10 aprile 1970.
Olycom
Scambio di battute tra Paul e John: Paul: "anche io non sono un beatle". John: "allora siamo in due". "Two of Us" sarà il titolo della prima traccia di Let It Be.
BRIAN RASIC / REX FEATURES/OLYCOM
Uno dei registratori analogici usati dai Beatles nelle sessioni di Let It Be. L'intento era quello di tornare alle sonorità delle origini.
Getty Images
Paul Mc Cartney e la moglie Linda Eastman nel 1970. La barba incolta di Paul è caratteristica dei mesi della realizzazione dell'ultimo LP.
Agf
Paul e Linda il 13 aprile 1970. Linda Eastman, aveva sposato Mc Cartney un anno prima. Scompare prematuramente nel 1998.
Getty Images
Ringo Starr e la moglie Maureen durante i giorni della registrazione di Let It Be. Con loro il figlio Zak.
Getty Images
John Lennon tiene in braccio Kyoko, la figlia del precedente matrimonio di Yoko Ono alla fine del 1969.
Getty Images

BRIAN RASIC / REX FEATURES/OLYCOM
La consolle degli Abbey Road Studios, dove i Beatles registrarono i più grandi successi.
Apple Records via Olycom
La famosa cover di Abbey Road. L'album si sovrappose al progetto di Let It Be, che fu ripreso soltanto l'anno successivo.
Getty Images
Billy Preston, tastierista rock, fu il "quinto beatle" nelle sessioni di Let It Be.
DAVID MAGNUS / REX FEATURES/OLYCOM
I Beatles in pieno periodo psichedelico alla fine del 1967. Sono i giorni del capolavoro diretto da George Martin, "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band".
Getty Images
Il manager dei Beatles Allen Klein. Sostituì lo storico manager Brian Epstein scomparso nel 1967.
Ritratto di Phil Spector, il produttore che prese in mano le sessioni di Get Back trasformandole nell'album Let It Be, dopo averne modificato i suoni secondo le sue tecniche particolari.
Agf
Mc Cartney alla fine di una delle sessioni di Let it Be. Gennaio 1969.
Getty Images
10 dicembre 1969: George Harrison
Agf
George Harrison con gli Hare Krishna il 29 agosto 1969.
Getty Images
21 maggio 1970. Let it Be è uscito. I bobbies londinesi faticano a contenere la folla alla premiere del film che accompagna il disco.
Gli strumenti di Let It Be: la batteria Ludwig 5-pieces di Ringo Starr.
Epiphone
Epiphone Casino, come quella usata da Lennon tra il 1969 e il 1970.
Il basso Hofner 500/1 di Paul Mc Cartney.
Fender
Fender Telecaster "Rosewood" usata da Harrison in Let it Be e nel Rooftop Concert del 30 gennaio 1969.

"I dig a pygmy by Charles Hawtrey and his deaf aids. Phase one in which Doris gets her oats"


Con questo nonsense di John Lennon urlato con l'accento scozzese, si apre l'album Let It Be, il canto del cigno dei Beatles. 

Poi le chitarre acustiche introducono Two of Us, scritta da Mc Cartney per la moglie Linda ma in realtà letta come un addio della coppia Paul-John, specie nella frase "on our way back home", che chiude la prima strofa.

I Beatles nel maggio del 1970 erano "de facto" già divisi. I segni della separazione e della tensione tra i membri del quartetto pop più famoso di sempre erano già emersi negli ultimi due anni. Già il White Album del 1968, con le sue sonorità tra la fanciullesca Obla-di Obla-da e i brani dal sapore sinistro come Piggies, erano il risultato di un lavoro non concertato dai quattro Beatles. L'anno successivo era uscito Abbey Road, disco raffinato e reso uniforme dal sapiente missaggio di Alan Parsons, che pochi anni dopo sarà dietro la consolle nella registrazione di "The Dark Side Of The Moon" dei Pink Floyd proprio negli studios di Abbey Road, tempio del quartetto di Liverpool. I malumori fecero si che Paul Mc Cartney prendesse le redini del gioco, proponendo al gruppo un ritorno al rock puro delle origini, senza le raffinatezze stilistiche degli ultimi tre album. Avrebbe voluto anche riprendere i concerti live, ma quello non gli fu consentito specie dall'opposizione di George Harrison, già proiettato verso la carriera solista. Di John Lennon sappiamo che il 1970 fu un anno difficile per l'uso di droghe pesanti e per la proiezione ossessiva verso la moglie Yoko Ono. I due avevano già portato avanti il loro progetto pacifista con la serie di sit-in dai quali nacque Give Peace a Chance

Quando iniziano le registrazioni, nel gennaio 1969, i Beatles cambiano improvvisamente direzione e si concentrano sulla realizzazione dell'album Abbey Road, diretto e promosso dal loro vecchio maestro George Martin. Dell'album, che originariamente avrebbe dovuto chiamarsi Get Back ed avere la stessa immagine riscattata del primo disco Please Please Me, rimasero le tracce in presa diretta. La voglia di live di Mc Cartney fu soddisfatta nel cosiddetto "Rooftop Concert", che si tenne alla fine delle sessioni di registrazioni il 30 gennaio 1969 sul tetto della sede della Apple Records. A suonare con i Beatles si unisce un tastierista, Billy Preston. I quattro lo avevano conosciuto agli esordi ed ora gli era stato affiancato in un tentativo estremo di ridare coesione alla band. 

La post produzione dell'album fu affidata ad un produttore diametralmente opposto al rigoroso George Martin. Si trattava di Phil Spector, inventore della tecnica di sovrapposizione di strumenti classici ed elettrici nota come "wall of sound". Spector raccolse i brani sparsi dalle sessioni dell'anno precedente e cominciò la produzione di Let it Be, un disco altamente eterogeneo ed alternato da frammenti di voce e musica tra i brani. Ai solchi come Dig It, omaggio di Lennon a Bob Dylan con le solite frasi sconnesse registrate da una voce infantile, si alternano pezzi che rimangono comunque pietre miliari della produzione beatlesiana. Sopra tutte Get Back, il brano del rock delle origini voluto da Mc Cartney e la ballata malinconica che dà il titolo all'album, Let it Be, ispirata a Paul dalla morte della madre avvenuta quando avava solo 14 anni. Registrata in diversi take, fu poi montata, mixata e sovraincisa con gli archi e un assolo di Harrison alla vigilia del lancio del long playing. 

Così come l'album era cominciato, si chiude con una battuta di John: " I'd like to thank you on behalf of the group and ourselves and i hope we passed the audition!" che riporta all'inizio della carriera dei quattro. E'alla fine di Get Back. Ma i Beatles avevano già deciso: indietro non sarebbero mai più tornati.

YOU MAY ALSO LIKE