Vincono i piccoli club: rimangono le comproprietà

Il trionfo delle piccole. Nell'assemblea di Lega tenutasi ieri in via Rosellini 4 a Milano, a prevalere nettamente nel braccio di ferro relativo alle comproprietà sono state le formazioni medio-piccole.

Capeggiate da Atalanta, Parma, Bologna e Udinese, alle quali si sono accodate immediatamente Torino, Cagliari e Chievo, i club cosiddetti minori sono riusciti a scongiurare l'abolizione delle compartecipazioni volute al contrario dalle big nostrane come Juve, Milan, Lazio, Roma e Napoli. In stand-by, invece, la posizione dell'Inter, che non si è schierata apertamente con nessuna delle due fazioni. Nessuna abolizione, quindi, di un istituto di mercato ormai presente solo nel calcio italiano, anche se è stato inoltrato il mandato di studiare soluzioni alternative in accordo con l’Agenzia delle Entrate. 


Le comproprietà attualmente aperte in essere sono addirittura 164 (limitandosi alla sola Serie A), 92 delle quali sono in scadenza a giugno: un asset che a bilancio vale ben 130 milioni di euro, mentre il saldo tra oneri e proventi a conto economico ammonta ad appena 15 milioni per la stagione 2012-13. Parecchi i calciatori di livello attualmente in questa condizione: basti pensare a talenti come Berardi (a metà fra Sassuolo e Juventus), Immobile (Torino-Juventus), Saponara (Milan-Parma), Gabbiadini (Sampdoria-Juventus), Zaza (Sassuolo-Juventus), Nainggolan (Roma-Cagliari), El Kaddouri (Torino-Napoli), tutti sicuri protagonisti delle prossime trattative estive.

Dopo la decisione sulle comproprietà, i club puntano ora all'introduzione ufficiale del prestito con diritto di riscatto obbligato (attualmente già in vigore mediante alcuni gentleman-agreement fra le società, ndr) e la possibilità di ingaggiare più di due extracomunitari all'anno provenienti da Campionati esteri.

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