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Le lacrime della Mogherini: sbagliate e perdenti

Il pianto di Federica Mogherini è la risposta peggiore che l’Europa possa dare ai terroristi. Abbiamo visto tutti l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e della sicurezza (nome troppo solenne se paragonato al valore relativo della carica ricoperta) incontrare il ministro degli Esteri giordano subito dopo l’attacco terroristico a Bruxelles.

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Gli attentati a Bruxelles

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22 marzo 2015. Candele e fiori in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Cittadini raccolti intorno al memoriale improvvisato nato nella Piazza della Borsa a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Cittadini raccolti intorno al memoriale improvvisato nato nella Piazza della Borsa a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Una bambina accende una candela nella Piazza della Borsa a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Un messaggio d'amore per Bruxelles scritto col gesso in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Candele e messaggi di cordoglio in Place de la Bourse/Beursplein per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Due bambini tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Fiori, candele e scritte col gesso per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Centinaia di persone si sono radunate spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Fiori e scritte con il gesso per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Una statuetta che riproduce il Manneken-Pis, simbolo dell'indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles, tra i fiori e le candele portate in Place de la Bourse in memoria delle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Fiori e candele per le vittime degli attacchi terroristici in Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. "Bruxelles bruxellerà sempre" scritto col gesso sulla pavimentazione della Place de la Bourse a Bruxelles.

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22 marzo 2015. Lo sgomento sul volto di un uomo, tra le persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime.

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22 marzo 2015. Persone mano nella mano in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere unità e solidarietà alle vittime degli attentati.

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22 marzo 2015. Un uomo suona un violoncello tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime degli attacchi terroristici.

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22 marzo 2015. Una ragazza tra le centinaia di persone radunatesi spontaneamente in Place de la Bourse/Beursplein a Bruxelles, per esprimere solidarietà alle vittime.

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BERLIN, GERMANY - MARCH 22: A heart with the colors of the Belgian flag lies among flowers at the steps of the Belgian Embassy following today's terrorist attacks in Brussels on March 22, 2016 in Berlin, Germany. The Islamic State has claimed responsibility for the attack in which terrorists detonated three explosives devices at Brussels airport and in a metro train and killed at least 30 people. (Photo by

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Bruxelles, 22 marzo 2016: vetri rotti per l'esplosione all'ingresso della fermata del metro di Maalbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016: la parola "Pace" scritta col gesso in diverse lingue, sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi

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Bruxelles, 22 marzo 2016: scritte col gesso sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi

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Bruxelles, 22 marzo 2016: scritte col gesso sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi

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Bruxelles, 22 marzo 2016: vetri rotti per l'esplosione all'ingresso della fermata del metro di Maalbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016: scritte col gesso sull'asfalto di Place de la Bourse per commemorare le vittime delle stragi

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Bruxelles, 22 marzo 2016, un vagone della metropolitana dopo l'attentato

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24 maggio 2014. Cordoni di polizia attorno all'area del museo ebraico di Bruxelles, dove un ex militare francese legato all'Isis, di nome Mehdi Nemmouche, 29 anni, uccide 4 persone a colpi di kalashnikov.

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Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016, soccorsi a un ferito dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dopo l'attentato in aeroporto.

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Bruxelles, 22 marzo 2016, i primi soccorsi ai feriti dopo l'esplosione alla fermata del metro di Maelbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri evacuati dopo l'attentato in aeroporto

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Bruxelles, 22 marzo 2016, polizia nelle strade di Zaventem

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Bruxelles, 22 marzo 2016, Rue de la Loi dopo l'esplosione alla fermata del metro di Malbeek

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Bruxelles, 22 marzo 2016, dopo l'attentato in aeroporto, passeggeri per le strade di Zaventem

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Bruxelles, 22 marzo 2016, passeggeri in fuga dopo l'attentato in aeroporto

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Bruxelles, 22 marzo 2016, l'aeroporto dopo le esplosioni

E tutti l’abbiamo vista interrompere la conferenza stampa, la voce rotta, il volto devastato dalla commozione. L’abbiamo vista non restare impassibile al suo posto ma abbandonare la posizione, lasciare il microfono e avvicinarsi all’interlocutore piangendo sulla sua spalla.

Non possono non tornare alla mente altre immagini (e parole) di donne e uomini di governo che si sono trovati a commentare a caldo l’attacco stragista ai loro cittadini, alla loro nazione. Ricordiamo il tono inflessibile di George W. Bush dopo l’11 Settembre, della Regina Elisabetta che ribadiva la volontà del popolo britannico di non cambiare stile di vita dopo gli attentati di Londra, del russo Putin dopo la tragedia dell’aereo di turisti nel Sinai, o dello stesso Barack Obama dopo la decapitazione di un ostaggio americano.

Senza una lacrima si rivolgevano direttamente ai terroristi, a muso duro, promettendo di dare la caccia agli assassini ovunque fossero, che non ci sarebbe stato luogo o tana sulla terra dove avrebbero potuto riparare e salvarsi.

Potremmo andare indietro a Churchill, se non fosse eccessivo citarlo accanto a Lady Pesc Mogherini. Nei momenti cruciali, storici, nel mezzo di una guerra diffusa in Europa, che attacca le nostre città, non è il pianto il messaggio che le istituzioni possono permettersi di dare.

Né la retorica esibizione dei colori nazionali a tingere i profili di facebook o le frasi buone per Twitter del tipo “Je suis…” qualcosa. Certo, sono tutti buoni a parole e la solidarietà va da sé. Potremmo raccontare Bruxelles cuore spezzato dell’Europa. Bruxelles che ospita capi di governo e ministri dell’Unione. Bruxelles che è (era?) un modello d’integrazione multietnica.

Bruxelles che ha cresciuto i kamikaze del 13 novembre a Parigi e quelli che si sono fatti saltare all’aeroporto Zaventem e nella metro, a ridosso del quartiere europeo. Bruxelles vicina di casa, dietro l’angolo, dirimpettaia. Bruxelles italiana quanto francese, inglese, tedesca, polacca... Bruxelles bersaglio del nemico interno, tradita dai suoi stessi cittadini. Bruxelles in ginocchio.

Bruxelles sede dell’Unione Europea e della NATO. Bruxelles straziata. Quanto dolore, quante lacrime. Vero.

Bruxelles martire. Ma di fronte al martirio di Bruxelles la nostra reazione non può essere il pianto di chi dovrebbe mostrare il volto che avremmo bisogno di vedere. Duro, rassicurante. Se qualche terrorista ha guardato il video della conferenza stampa di Lady Mogherini, al suo pianto avrà risposto con uno sghignazzo. La commozione in certi momenti è un lusso che chi governa non può (non deve) permettersi.

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