Le cause della violenza xenofoba in Sudafrica

Violenze xenofobe in Sudafrica

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Children stand inside a tent for Foreign nationals refugees in Primrose, a little village near Johannesburg, on April 18 , 2015

Violenze xenofobe in Sudafrica

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Foreign nationals gesture after clashes broke out between a group of locals and police in Durban on April 14 ,2015

Violenze xenofobe in Sudafrica

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A child runs pass burning tires during the xenophic violence

Violenze xenofobe in Sudafrica

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A South African holds a sign as she stands on the side od a road in Sandton, as xenophobic violence continued, on April 18, 2015

Violenze xenofobe in Sudafrica

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A woman carrying a child stands in a Foreign nationals refugees camp in Primrose, a little village near Johannesburg

Violenze xenofobe in Sudafrica

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Supporters of the Economic Freedom Fighters (EFF) party sing as they wait for the arrival of their leader Julius Malema (unseen) for a visit at the Alexandra Township, as part of an anti-foreigner violence campaign on April 20, 2015 in Johannesburg.

Violenze xenofobe in Sudafrica

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Displaced people who fled the anti-immigrant violence in Johannesburg stand on April 19, 2015

Violenze xenofobe in Sudafrica

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People pray in a church in Johannesburg during a multi-faith service against the latest wave of anti-migrant violence on April 19, 2015

Violenze xenofobe in Sudafrica

Zulu hostel dwellers wait in a hallway during a joint South African Police and South African army raid in Johannesburg on April 21, 2015.South African soldiers deployed overnight to tackle gangs hunting down and killing foreigners after at least seven people died in a wave of anti-immigrant violence. AFP PHOTO / MARCO LONGARI (Photo credit should read MARCO LONGARI/AFP/Getty Images)

Violenze xenofobe in Sudafrica

Supporters of the Economic Freedom Fighters (EFF) party sing as they wait for the arrival of their leader Julius Malema (unseen) for a visit at the Alexandra Township, as part of an anti-foreigner violence campaign on April 20, 2015 in Johannesburg. Anti-foreigner violence that erupted in the country's eastern port city of Durban several weeks ago has so far left at least six people dead, spreading to Johannesburg, displacing thousands and sparking alarm at the United Nations and in neighbouring countries. AFP PHOTO / STEFAN HEUNIS (Photo credit should read STEFAN HEUNIS/AFP/Getty Images)

Poveri contro poveri. Lavoratori locali contro lavoratori immigrati (i kwerekwere). Violenze e saccheggi contro i negozi gestiti da commercianti stranieri. Bande di giovani e giovanissimi, armati di bastoni e coltelli, che spargono il terrore nei quartieri più disagiati delle città sudafricane, prendendo di mira gli immigrati accusati di rubare il lavoro. Migliaia di sfollati, provenienti dai Paesi confinanti o dalle regioni subsahariane, costretti a abbandonare le loro case, mentre Mozambico, Malawi e Zimbabwe preparano in fretta e furia piani di reimpatrio per i loro concittadini che, specie nella regione orientale di Durban, hanno trovato temporaneo rifugio nelle tendopoli costruite dal governo per evitare il peggio.

Non è bastata la marcia indietro del re zulu Goodwill Zwelithini che, dopo aver inopinatamente chiesto agli stranieri di fare le valigie e lasciare il Paese, ha invocato la fine dell'ondata di violenze razziste che nelle ultime settimane hanno già lasciato sul terreno (almeno) sette morti,  tutti senza nome salvo uno, Emmanuel Sithole, un mozambicano di 35 anni  accoltellato il 20 aprile nella township di Alexandradavanti a un gruppo di giornalisti del Sunday Times.  Nella speranza di riprendere il controllo di una situazione che sembra ormai totalmente sfuggita di mano,  il presidente Jacob Zuma, dell'African National Congress, ha mobilitato l'esercito. I soldati e la polizia hanno circondato un dormitorio nel quartiere di Jeppestown, a Johannesburg, arrestando 11 persone, tutte tra i 24 e i 27 anni, accusate di aver preso parte alle violenze contro gli immigrati dei giorni scorsi.

DISOCCUPAZIONE ALLE STELLE
Non è la prima volta che accade in Sudafrica. Già nel 2008 furono sessantadue le vittime straniere della violenza xenofoba, mentre nel 2012 furono 238 gli attacchi registrati contro i negozi e i lavoratori provenienti dai Paesi vicini. A rendere incandescente la situazione c'è il fatto che oggi, a differenza di sette anni fa, ci sono predicatori che hanno fornito in qualche modo una veste ideologica alla rabbia dei locali, come già è accaduto nella guerra fratricida tra hutu e tutsi in Rwanda. Il tutto in un Paese dove la disoccupazione è al 25%, con punte del 50% tra i giovani e giovanissimi, destinate a innalzarsi spaventosamente nei quartieri più poveri delle città dove attecchisce la propaganda anti-immigrati.

LA CRISI DEL GOVERNO DELL'ANC
Gli scandali che hanno investito il governo dell'Anc e la stagnazione economica, poi, hanno minato profondamente il consenso di cui ha goduto per anni il regime del post-apartheid, specie quando ancora in sella c'era Nelson Mandela. Non basta più, per tenere unito un Paese dove la comunità nera che si è risvegliata senza più speranze, la scusa che è sempre colpa dei bianchi quando sono passati venticinque anni dalla fine del regime segregazionista. E se, per tenere a bada la rabbia dei locali, il governo decide di inasprire le leggi sull’immigrazione, rendendo più difficile ottenere permessi di lavoro e visti, il risultato complessivo è sotto gli occhi di tutti: i lavoratori immigrati, che prima erano perfettamente legali, diventano clandestini, mercé della rabbia dei poveri che popolano le township sudafricane.


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