Flop Napoli, Lazio in Champions. Per la Samp è Europa League (Genoa permettendo)

La serie A va in archivio con una giornata di quasi vacanza, che doveva esprimere solo tre verdetti e lo fa promuovendo Lazio e Samp e bocciando Napoli e Inter. Gran quantità di reti (46), molto divertimento e qualche errore comprensibile visto che 8 partite su 10 non avevano significato per la classifica. Almeno chi è andato allo stadio se l'è goduta. Le emozioni maggiori le ha offerte lo spareggio Champions League del San Paolo. Era ampiamente prevedibile vista la posta in palio (una quarantina di milioni a distanza di un solo preliminare), ma lo svolgimento della trama è stato degno di un giallo di Hitchcock con il Napoli che si è fatto male con le sue mani e trascorrerò l'estate rimpiangendo il rigore calciato da Higuain alle stelle sul 2-2. L'immagine di una stagione sbagliata e fallimentare che nemmeno lo scatto d'orgoglio da 0-2 a 2-2 (e il rallentamento della Lazio nelle ultime giornate) ha riscattato. Benitez chiude addirittura quinto e saluta per andare a Madrid: quella panchina la merita, se la merita, soprattutto grazie a quanto fatto in passato. Non sotto il Vesuvio.

La Lazio entra nel preliminare di Champions League con pieno merito. Era reduce da due mazzate psicologiche durissime come la sconfitta nella finale di Coppa Italia e il derby-beffa di lunedì sera e, invece, ha avuto nervi più saldi dell'avversaria. Pioli è in corsa per il titolo di tecnico dell'anno, se non fosse che c'è un certo Allegri che a Berlino potrebbe confezionare il Triplete. Lotito festeggia ma adesso ha un dovere morale: allestire una squadra in grado di reggere l'urto di un preliminare che sarà durissimo. Nelle ultime 6 stagioni ben 4 volte le italiane si sono schiantate ad agosto.

Dietro alle prime, che comunque hanno chiuso alle spalle della Juventus con la peggiore media punti dell'ultimo decennio (terzo posto a quota 69, solo l'Udinese 2012 fece peggio, la Sampdoria ha portato a termine il compito di fare almeno un punto contro l'orgoglioso Parma e qualificarsi in Europa League. Fuori il Genoa, a meno che non arrivi la licenza Uefa, e fuori l'Inter che ha battuto l'Empoli incassando i soliti due gol (47 in tutto). Mancini ha mancato l'Europa per un solo punto; fare l'elenco dei rimpianti è quasi masochistico. Sarebbe bastato evitare la papera di Handanovic contro la Juventus o il suicidio a tempo quasi scaduto con il Genoa. Per non citare i confronti con le piccole a San Siro in cui i nerazzurri hanno dilapidato un autentico tesoro.

Altre considerazioni: Inzaghi ha chiuso vincendo e saluta convinto che sarebbe giusto dargli una seconda chance, il Torino non ha evitato per un soffio i preliminari di Coppa Italia (che farà insieme al Milan), ma merita un applauso avendo corso al massimo delle forze anche in Europa. Male l'Udinese, e infatti Stramaccioni non viene confermato, anche a Cagliari possono guardare con un pizzico di rimpianto la classifica: 34 punti significa appena 3 in meno dell'Atalanta al termine di un campionato con due esoneri, contestazioni, mille problemi e un progetto sbagliato dall'inizio. Standing ovation per il Parma e per la dignità con cui ha onorato il torneo fino alla fine: merita di ripartire dalla serie B.

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