Lavoro, dalla riqualificazione degli edifici circa 600.000 nuovi posti

Mesi fa mi trovavo ad un convegno dedicato all’efficienza energetica e mentre il relatore stava per affrontare il tema della riqualificazione energetica degli edifici, fece una breve ma chiarissima introduzione sulle priorità che secondo lui dovrebbero avere determinati interventi rispetto ad altri.

In particolare raccontava come può avere poco senso realizzare un impianto fotovoltaico grande come un campo da calcio sopra il tetto della propria abitazione se allo stesso tempo l’involucro è in condizioni critiche, ad esempio i muri sono dei colabrodo, i serramenti fanno passare piacevoli spifferi d’aria, ecc.

Gli interventi legati all’efficienza energetica che si possono realizzare sono numerosi e tutti hanno un loro aspetto positivo, ma rappresentano solo una piccola parte degli interventi che si potrebbero realizzare sull’intero territorio nazionale in termini di recupero e riqualificazione.

Con la crisi del settore edilizio sono numerosi i posti di lavoro che sono andati persi in questi ultimi anni, inoltre il mercato appare bloccato con una domanda ai minimi storici e un conseguente stallo sulla realizzazione di nuove costruzioni. Notizie interessanti arrivano però dalle valutazioni contenute all’interno del Primo Rapporto dell’Osservatorio congiunto Fillea Cgil – Legambiente sull’Innovazione e sostenibilità nel settore edilizio «Costruire il futuro» presentato pochi giorni fa durante il SAIE di Bologna.

Sono numerosi gli aspetti che vengono trattati all’interno del rapporto e molti gli spunti su cui sarebbe interessante orientare l’attenzione per sostenere efficacemente il mercato della riqualificazione energetica degli edifici e della sostenibilità edilizia:

- Necessità di una regia nazionale

- Applicare direttive più rigide sugli edifici di nuova costruzione

- Riqualificazione del patrimonio edilizio

- Il patrimonio edilizio pubblico, per superare il Patto di stabilità nel caso di interventi che migliorino l’efficienza energetica

- Messa in sicurezza del patrimonio edilizio

Come cita il rapporto “Il “mercato” potenziale di questi interventi è considerevole. Una diffusa riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati esistenti in Italia, con una gestione efficiente dei consumi energetici, il miglioramento della qualità e sostenibilità degli interventi, la creazione di una vera e propria filiera di recupero e riutilizzo dei materiali inerti in edilizia, permetterebbe di creare almeno 600 mila nuovi posti di lavoro a regime, che possono arrivare a circa 1 milione considerando tutto l’indotto della filiera delle costruzioni.”

Gli interventi sopra citati, oltre a rendere più sostenibili ed energeticamente efficienti gli edifici per allinearci alle direttive europee sul tema, contribuirebbero a mettere in sicurezza il patrimonio edilizio più a rischio: secondo le stime del Consiglio nazionale dei Geologi, 6 milioni di italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico e 3 milioni di persone abitano in zone ad alto rischio sismico.

Il recupero degli edifici già presenti rappresenta una soluzione molto più “sana” e sostenibile rispetto a costruire edifici ex novo, al momento difficilmente vendibili.

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