La vera storia di Goldrake, il robot più amato compie 40 anni

"Un Ercole moderno metà uomo metà macchina in grado di combattere i cattivi per salvare la Terra". Basterebbe questa definizione data dallo scrittore Gianni Rodari per comprendere perché i bambini, nel 1978, siano rimasti senza fiato davanti alla serie animata Atlas Ufo Robot il cui protagonista era il robot Goldrake.

Il primo e il più bello

Si trattava del primo cartone giapponese in onda in Italia (era il 4 aprile 1978 e la puntata venne trasmessa alle 19.00 da Rete 2 che poi sarebbe diventata Rai 2), un super eroe moderno proveniente dallo spazio e dotato di un'armatura sfavillante (per chi aveva la tv a colori) che lanciava "alabarde spaziali" e sembrava invincibile. 

Quei bambini che stavano a bocca aperta davanti alla televisione ora navigano per i 50 anni, ma a chiunque di loro venga chiesto di ricordare il cartone animato del cuore di certo dirà Goldrake canticchiando la canzone della sigla composta da Vince Tempera e Luigi Albertelli con la collaborazione di Massimo Luca e Ares Tavolazzi. Un successo da disco d'oro e 33 giri dedicato con vendite superiori al milione di copie. 

Come è arrivato in Europa Goldrake

La serie animata veniva dal Giappone via Francia. Era stata importata in Europa da un uomo d'affari di nome Bruno-René Huchez che si trovava a Tokyo per motivi di lavoro e che, una sera, restò affascinato dalle vicende di Grendizer, come Goldrake si chiamava in giapponese, e ne intuì il potenziale commerciale sul mercato occidentale.

Dopo essersi messo in contatto con la casa di produzione nipponica, la Toei, Huchez riuscì a tornare a Parigi con una valigia piena di bobine animate che vennero trasmesse, all'inizio con poca convinzione, dalla tv francese entrando in breve nei cuori dei bambini d'oltralpe.

Il successo in Italia

Lo stesso è accaduto da noi. E' stato un amore a prima vista e nel giro di una manciata di mesi la febbre Goldrake si è impossessata di tutti i bambini italiani.

Altro che indiani e cowboy con le frecce e le pistole: qui si parla di maglio perforante e di un Ufo spaziale in grado di proteggere i terresti dai perfidi invasori di Vega. Sulla scia di Goldrake e grazie alla liberalizzazione delle tv private nel giro di una manciata di anni i palinsesti televisivi si sono riempiti di robot e ufo creando allarme tra i genitori e le istituzioni.

Un caso politico

Venne perfino chiesto di porre la censura da parte della Vigilanza Rai e i negozi in quegli anni vennero presi d'assalto perchè i bambini volevano pupazzi, figurine e gadget del loro robot preferito. I genitori ritenevano che l'ultraviolenza della serie televisiva fosse nociva e scagliavano anatemi contro gli autori della serie tv.

Il 14 marzo 1980 un comitato di genitori di Imola ha iniziato una raccolta firma per chiedere la soppressione dai palinsesti di Atlas Ufo Robot e, in epoca pre social, il tam tam era stato tanto forte da arrivare a raccogliore 600 firme con tanto di ospitata a Digliene Quattro, la trasmissione Rai condotta da Enzo Tortora. Passò alla storia come La crociata di Imola e se ne scrisse su Corriere della Sera mentre in Commissione Rai se ne discusse per mesi.

La tesi di Gianni Rodari

L'unico che, in quel periodo, difese Goldrake e i suoi simili (Mazinga ZIl Grande Mazinger che in teoria rappresentano una trilogia ma che in Italia vennero trasmesse in ordine inverso alterando il senso della trama) fu lo scrittore per ragazzi Gianni Rodari che firmò un articolo intitolato In difesa di Goldrake in cui spiegava come i bambini non siano soggetti passivi dell'influenza delle immagini televisive perché sono in grado di rielaborare il materiale fantastico utilizzandolo nel gioco e distinguendolo dalla vita reale.

"Date fiducia ai vostri figli!" concludeva Rodari mostrandosi anche in questo caso precursore dei tempi e illuminato conoscitore dell'animo dei ragazzi.

Cosa dovrebbero, infatti, dire oggi i genitori (che poi sono quelli che sono cresciuti con Goldrake) ai propri ragazzi che trascorrono i pomeriggi tra tablet, consolle, smartphone e tonnellate di canali dedicati esclusivamente a cartoni animati ben peggiori di Atlas Ufo robot? Alla fine anche i bambini di oggi cresceranno sopravvivendo alla propria infanzia, alle ansie dei propri genitori e alle mode del momento.

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