La Nuova Zelanda dice no ai Lego troppo violenti

Warner Bros. Interactive Entertainment

Thorin nel videogame


Warner Bros. Interactive Entertainment

Legolas nel videogame


Warner Bros. Interactive Entertainment

LEGO Marvel Super Heroes (2013)

Divertente, spensierato, dannatamente ben fatto: eroi e cattivoni Marvel passano attraverso un restyle a base di mattoncini e ne escono in forma smagliante. Perché l'ironia può rendere migliori le scazzottate.


Nintendo

Lego City Undercover

Questa specie di versione a cubetti di Grand Theft Auto merita più attenzione di quella che ha ricevuto, grazie a un sistema di gioco divertente, ai toni leggeri e a dosi abbondanti di umorismo.
(Disponibile per Wii U)


Gettyimages
Lego Napoleone

Gli omini della Lego hanno smesso di sorridere e si sono armati fino ai denti. Al posto delle neutre espressioni di un tempo quando un sorriso accennato appariva sulle labbra di cavalieri e donzelle, pirati e cow boy armati di spada e lancia ora i pupazzetti dello storico brand del diventimento hanno assunto espressioni corrucciate, incattivite e violente, impugnano armi tecnologiche e per questo rischiano di essere poco educativi per i bambini.

E' questa la denuncia che arriva da un gruppo di ricercatori neozelandesi - Elena Moltchanova, James Smithies ed Erin Harrington Christoph Barcknet - della Università di Canterbury.

Gli accademici hanno analizzato i cataloghi Lego dal 1978 a oggi e si sono resi conto che la quantità di armi contenute nelle scatole aumenta di anno in anno così come le immagini di scontri violenti e di battaglie.

E' come se i giocattoli avessero perso l'innocenza e fossero passati ad una fase di riarmo del conflitto.

Il perchè è presto spiegato: la concorrenza che i giochi virtuali fanno ai giocattoli di un tempo implica la necessità per Lego, soldatini di piombo e pupazzetti vari di essere competitivi con i colleghi 2.0 e l'unico modo per farlo è quello di alzare il livello del conflitto per aumentare l'adrenalina. Tutta questa violenza, però, ha effetti negativi sui più piccini e può avere conseguenze anche gravi sul piano dello sviluppo emotivo dei bambini.

Lego si difende asserendo: "Il conflitto fa parte del gioco, è una parte naturale nello sviluppo del bambino. Cerchiamo sempre di usare lo humour, quando è possibile, per abbassare il livello dello scontro". Ma saranno in grado i bambini di cogliere l'aspetto umoristico del gioco violento?

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