Juve - Roma più importante dell'Articolo 18

Se fino a ieri pensavamo che i problemi dell’Italia fossero l’art. 18, il Tfr in busta paga, il lavoro che non c’è e, soprattutto, la crisi economica, beh c’eravamo sbagliati di grosso. Il problema principale adesso è Juve – Roma. Per chi ancora non lo avesse saputo, la partita è finita 3-2 per i bianconeri accompagnata da una rissa dentro e fuori dal campo. E, come se non bastasse, visto che, appunto, non abbiamo abbastanza problemi, il deputato del Pd e romanista, Marco Miccoli, dopo aver twittato "#juveroma calcio italiano in mano a cialtroni e ruba galline", ha deciso di presentare un esposto alla Consob e un’interrogazione parlamentare, al ministro dell'Economia Padoan, sull’arbitraggio.

Eravamo convinti che a questo punto non saremmo mai arrivati, ma possiamo stare tranquilli visto che questo tipo di situazione, per noi italiani, è una sorta di déjà vu sia per il calcio che per la politica, perché calcio e politica in Italia, si sa, vanno di pari passo.

E’ il 25 aprile 1998 allo Stadio delle Alpi di Torino c’è la sfida scudetto tra Juventus e Inter; le due squadre sono separate in classifica da un solo punto a tre giornate dalla fine del campionato.

Al 24° del secondo tempo, con la Juve in vantaggio per uno a zero, avviene il fattaccio. Nell’area di rigore bianconera Ronaldo viene atterrato dal difensore Juliano. L’arbitro, Piero Ceccarini, non fischia il rigore scatenando il finimondo in campo. La partita finirà 1 a 0 per la Juve che vincerà anche lo scudetto.

Ma, la cosa non finisce allo stadio, il deputato della Lega Cesare Rizzi, milanista e, a quanto pare, antenato di Miccoli del Pd, presenta un’interpellanza parlamentare per far luce sull’arbitraggio. Il giorno previsto per la discussione in Aula è il 29 aprile 1998 durante un Question Time che avviene in diretta televisiva (Rai 3) e, a rispondere all’interpellanza, c’è il vicepresidente del consiglio con delega allo sport, Walter Veltroni (juventino).

Se, allo Stadio delle Alpi, la sfida era stata tra Ronaldo e Juliano, a Montecitorio a sfidarsi sono Domenico Gramazio (An e romanista) e Massimo Mauro (Ds e juventino).

Mentre Veltroni tenta di mostrare un certo interessamento all’argomento, Gramazio in pieno trans agonistico urla dagli spalti dell’Aula “Arbitri ladri! Arbitri venduti! Arbitri cornuti!”. Il presidente della Camera tenta di riportarlo inutilmente alla calma “Onorevole Gramazio, la richiamo all’ordine”; “Non me ne frega niente dei suoi richiami e gli arbitri sono ladri”. Poi si accorge di avere la possibilità di scatenare la sua ira direttamente con la squadra avversaria e inquadra Mauro “Èinutile che fai finta di nulla Mauro, anche tu sei stato pagato dalla FIAT!”. La risposta è immediata “Buffone, che cazzo dici!”

Gramazio non ci vede più “Buffone a chi? Ma chi cazzo sei? Sei uno stronzo! Tu sei un buffone! Pezzo di merda!” parte in direzione degli spalti avversari, dove si trova l’onorevole juventino, evita con una finta i commessi che si erano schierati in difesa della sinistra, dribbling secco e calcio in direzione degli stinchi di Mauro che però non ha perso l’agilità di un tempo e riesce a scansare l’entrata scomposta dell’avversario.

Il presidente della Camera non può fare altro che sospendere la partita, pardòn, la seduta e mandare tutti negli spogliatoi.

Il tutto si svolge alla presenza di alcuni studenti di una scuola media che aveva ottenuto la “fortuna” di assistere a una seduta parlamentare dalle tribune. Speriamo di non assistere di nuovo a un simile spettacolo.

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