Italia campione d'Europa, la festa che imbarazza

Chi ha autorizzato la passerella della nazionale su pullman scoperto per le vie di Roma, il giorno dopo la conquista dell'Europeo a Wembley? Come è stato possibile favorire l'ammassamento di migliaia di tifosi, senza mascherine, in un momento di forte tensione per la risalita dei contagi? Perché nelle ore successive al trionfo si è parlato di sfilata negata, salvo poi vederla realizzata? E chi ha premuto perché ciò avvenisse? La giornata di follia collettiva al ritorno dall'Europeo conquistato sta imbarazzando i vertici istituzionali e del calcio, causando un cortocircuito di polemiche, accuse e repliche.

Tutto ruota intorno al percorso che gli azzurri, insieme al tennista Matteo Berrettini fresco finalista di Wimbledon, hanno compiuto dopo le visite istituzionali al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Una festa di popolo bellissima se non fosse che siamo ancora in piena pandemia e che le immagini degli assembramenti intorno al bus, senza alcun tipo di protezioni individuale, hanno fatto il giro del mondo suscitando non poche polemiche.


LE ACCUSE DEL PREFETTO DI ROMA

L'accusa rivolta dal prefetto di Roma alla Federcalcio è durissima. In un'intervista al Corriere della Sera, Matteo Piantedosi ha ricostruito riunioni e contatti dei giorni precedenti il trionfo di Wembley e raccontato cosa è accaduto in quel lunedì finito ora sotto la lente di ingrandimento. "Avevamo negato il permesso, ma i patti non sono stati rispettati" sono le parole, arricchite dalla cronologia di come sono andati i fatti nella testimonianza diretta dell'uomo che doveva autorizzare o proibire il festeggiamento. La sfilata sul bus scoperto non era stata concessa "per evitare in maniera assoluta assembramenti" nella necessità di gestire il passaggio da Quirinale a Palazzo Chigi "conciliandolo con le esigenze di sicurezza legate alla pandemia".

Punto d'incontro l'idea di montare una pedana in Piazza del Popolo così da consentire ai calciatori il saluto ai tifosi. Pedana mai montata mentre, attacca il prefetto "poco dopo l'uscita dal Quirinale si è aggregato un autobus scoperto con la livrea e le scritte dedicate ai campioni d'Europa". Come se tutto fosse stato preparato per tempo, con i calciatori a fare pressione sullo staff del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, e sui responsabili dell'ordine pubblico presenti a Roma ("Mi risulta che Chiellini e Bonucci hanno rappresentato con determinazione l'intendimento al personale in servizio d'ordine e a quel punto non si è potuto fare altro che prendere atto della situazione e gestirla").

Le immagini del confronto tra Bonucci e il servizio d'ordine erano circolate nelle ore successive alla sfilata del pullman. E da subito era parso evidente il cambio di programma rispetto a quanto annunciato e cioè il divieto di sfilata. Si è parlato di uno scontro a distanza tra il capitano degli azzurri, Giorgio Chiellini, e il ministro della Salute, Roberto Speranza con intervento risolutore del premier Draghi. Versioni non confermate. Di scritto nella pietra restano per il momento le parole del prefetto di Roma e la sua conclusione amara: "Mi auguro che l'Italia vinca i Mondiali pere avere gli stessi festeggiamenti: tratteremo direttamente con i calciatori".

LA RISPOSTA DELLA FIGC

"La Federazione è sempre stata responsabile e rispettosa delle istituzioni e dei tifosi italiani" la risposta della Figc in una nota ufficiale in cui ha proposto la sua ricostruzione dei fatti, basata sul punto di partenza che la richiesta di festeggiare con i tifosi era stata avanzata "interpretando il sentimento popolare" e, una volta negata, ha portato alla decisione di rientrare da Wembley su Firenze e da lì sciogliere la comitiva. Scenario cambiato dopo l'invito al Quirinale e a Palazzo Chigi per ricevere gli onori dei presidenti Mattarella e Draghi.

Il resto sarebbe stato i prodotto del susseguirsi degli eventi e non di un piano prestabilito per aggirare gli accordi presi precedentemente: "Il bus coperto che trasportava la squadra è stato ripetutamente rallentato, poi bloccato letteralmente e travolto dall'affetto della gente che già non indossava le mascherine - si legge nella nota -. Ritenuto che la situazione non fosse più gestibile reiteravamo la richiesta, a questo punto condivisa dalle istituzioni, per un breve tragitto con il bus scoperto anche nell'ottica di tutela dell'incolumità dei calciatori e per non deludere le migliaia di persone che si erano già riversate nel centro della Capitale nelle ore precedenti a questo incontro".

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