News
July 13 2014
Una prima breve operazione di terra dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza è stata effettuata nella notte tra sabato e domenica contro postazioni di Hamas e per domenica era previsto il primo vero attacco che tuttavia non è ancora avvenuto. L'esercito israeliano ha infatti un ultimatum alla popolazione di varie località del nord della Striscia di Gaza perchè abbandonassero le loro case entro le 12 ora locale (le 11 in Italia): la zona sarebbe infatti stata bombardata.
Con volantini lanciati dall'aria e indicazioni fatte circolare sui media palestinesi e anche via telefonica, l'esercito israeliano ha ricordato alla popolazione palestinese civile che è stata "avvertita" e che deve premurarsi di lasciare rapidamente la zona.
Secondo la circolare, scritta in arabo, l'esercito "ha intenzione di attaccare le infrastrutture terroriste ad est di Al Aatara e della strada As Sultyan, e ad ovest e nord del campo profughi di Jabalia". Il volantino dà istruzioni anche sulla strada da seguire per cercare rifugio: "A sud di Jabalia attraverso (la strada) Shara al-Faluja". "L'incursione sarà breve, ma chi non presta attenzione a queste indicazioni mette a repentaglio la propria vita e quella della sua famiglia".
Intanto la breve operazione di terra della notte tra sabato e domenica "è andata a buon fine" ha detto un portavoce dell'esercito israeliano, il tenente colonnello Peter Lerner. "Un'operazione delle forze speciali della Marina ha avuto luogo su una spiaggia di Gaza per distruggere un sito per il lancio di missili a lunga gittata. La missione è stata portata a termine", ha spiegato il portavoce. "I membri di un commando sono stati attaccati e hanno risposto. Quattro soldati sono stati leggermente feriti", ha aggiunto.
Si è aperta così la domenica di terrore tanto temuta per lo scontro di terra israeliano contro i palestinesi della striscia di Gaza. Per ieri, infatti, Israele ha ordinato lo sgombero di interi rioni di Gaza, indicandoli come terreno di combattimento. Ultima vittima dei raid un 14enne palestinese, che al sesto giorno di bombardamenti porta il totale delle vittime a 162. E nel frattempo, sempre nella giornata di ieri a Vienna si è tenuto un mini vertice tra Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania per una proposta di cessate il fuoco .
CINQUE GIORNI DI MORTE
Il quinto e il sesto giorno di guerra con
Gaza sono stati un sabato e una domenica di sangue: mentre continuano a cadere i
razzi su Israele, sia a Gerusalemme sia a Tel Aviv, il bilancio complessivo è salito a 160 morti, con oltre
1000 feriti. I raid israeliani avrebbero centrato - secondo
un'agenzia palestinese - anche un orfanotrofio (ma l'episodio è stato smentito dall'ambasciata israeliana a Roma) e un
capannello di gente per strada.
Il raid più pesante è arrivato nella serata di ieri, con un attacco che secondo i militari israeliani ha preso di mira la casa del capo della polizia di Hamas, ma secondo fonti locali ha devastato una palazzina e una moschea nel centro di Gaza City uccidendo almeno 18 persone.
L'escalation - scandita anche dal lancio di tre razzi verso il nord d'Israele dal Libano - ha spinto la comunità internazionale ad uscire dal guscio: i membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu hanno lanciato un "appello per la de-escalation della situazione" a Gaza, chiedendo "il ripristino della calma e una ripresa del cessate il fuoco del novembre 2012''. L'appello - minore rispetto ad una vera e propria "risoluzione" che avrebbe visto l'opposizione Usa - esprime "profonda preoccupazione per la crisi in corso a Gaza e per i civili di entrambe le parti". Chiede inoltre "il rispetto del diritto umanitario internazionale, comprese le norme sulla protezione dei civili'' e ribadisce il sostegno ''per la ripresa di negoziati diretti tra israeliani e palestinesi".
IL MINI VERTICE DI VIENNAELA MEDIAZIONE EGIZIANA
Il mini vertice che si è tenuto ieri a Vienna ha visto come motore principale il ministro degli Esteri inglese
William Hague che ha riferito di aver parlato sia con il suo omologo
israeliano Avigdor Lieberman sia con il presidente palestinese
Abu Mazen. A Lieberman, Hague ha chiesto il rinnovo del cessate
il fuoco fra Israele e Gaza in base all'accordo raggiunto tra le
parti nel 2012, mentre ad Abu Mazen il capo della diplomazia
britannica ha chiesto di fare ''di fare tutto quanto in suo
potere'' per raggiungere l'obiettivo di uno stop.
Il presidente francese, Francois Hollande, ha avuto un colloquio telefonico con il premier turco Recep Tayyip Erdogan, per parlare della ''grave situazione a Gaza'' e per agire a favore di un cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi. L'Italia - presidente di turno della Ue - ha proposto che la "drammatica situazione mediorientale" sia al centro del Vertice tra i leader europei, mercoledì a Bruxelles.
L'Egitto di Fattah al Sisi sembra aver ritrovato il suo ruolo di attivo mediatore tra le parti. I media israeliani hanno segnalato la presentazione ad Israele ed ad Hamas, da parte dell'Egitto e di uno stato arabo, probabilmente il Qatar, di una bozza di tregua. L'accordo si comporrebbe di due punti: uno sulla sicurezza e l'altro su aspetti socio-economici. La tv israeliana ha anche citato la possibilità di una tregua umanitaria di 12 ore. In serata il giornale Haaretz ha riportato una dichiarazione del portavoce di Hamas Sami Abu-Zuhri secondo cui la fazione islamica deve ancora ricevere ''una concreta offerta'' su un cessate il fuoco. ''Se riceviamo - ha aggiunto - una proposta seria, la studieremo e risponderemo. Per ora le forze della resistenza continuano a combattere l'occupazione''.
IL 78% DEI MORTI SONO CIVILI
L'attenzione al quadro internazionale e al lavorio intenso
per favorire un calo della tensione tra le parti, non sposta di
un millimetro, per ora, la realtà dei fatti sul campo:
l'aviazione israeliana ha colpito complessivamente nella
Striscia 1.236 volte e 686 sono stati i razzi lanciati da Gaza su
Israele (incluso oggi Gerusalemme). Solo nella giornata di sabato, i razzi sono
stati 65, diretti verso la parte sud e centrale del paese, a
portata di rifugio, salvata solo dall'Iron Dome che li ha
intercettati evitando vittime. Razzi lanciati contro Gerusalemme
sono finiti "fuori bersaglio" anche nella Cisgiordania
palestinese - nella zona di Hebron e in quella di Betlemme
secondo testimoni locali - ma senza conseguenze per le persone.
A Gaza la situazione è pesantissima con edifici pubblici,
case, strutture devastate e il martellamento continuo degli
aerei e il ronzio dei droni che non lasciano in pace neppure un
istante la popolazione. La rappresentanza palestinese all'Onu ha
detto che il 78% dei morti sono civili. La riapertura da parte
dell'Egitto del valico di Rafah con Gaza ha consentito di
far passare aiuti medici alla popolazione. Ma Israele per tutta
la giornata ha continuato a rafforzare la morsa intorno alla
Striscia inviando nuove truppe corrazzate. Anche se sul terreno,
almeno per ora, si segnalano solo scaramucce di frontiera.
(ANSA)