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Cosa farà l'Isis dopo la (presunta) morte di Al Baghdadi

A distanza di giorni, la notizia non è confermata. Il Califfo Abu Bakr Al Baghdadi non può ancora essere dichiarato ufficialmente morto.

Mosca lo voleva deceduto a est di Raqqa (Siria) a fine maggio, l’occidente a Tal Afar, ovest di Mosul (Iraq) a fine giugno. Già questo chiarisce a sufficienza l’ambiguità e l’incertezza delle notizie circolanti intorno alla sua figura.

Narrazione eroica

Come nella più iconica tradizione islamica, in ogni caso, il profeta si distacca progressivamente dalle cose terrene fino a scomparire del tutto, creando attorno a sé un mistero e un’aura leggendaria destinate a influenzare a lungo i fedeli intorno a lui. È anche così che si porta avanti il progetto del Califfato. Con simboli efficaci e una narrazione eroica che fanno da sostrato a una cultura della morte ai più incomprensibile.

Sacrificio nel destino

Lui non è semplicemente un comandante deceduto in battaglia. A essi si è soliti tributare omaggi in piazza e s’intestano campagne di terrore e operazioni militari, come accaduto ad esempio con Al Shishani, Al Anbari o Al Adnani. No, lui è il "Califfo di tutti i musulmani" e, in quanto tale, la guida suprema che aveva scritto nel proprio destino il sacrificio. Che, nella loro visione, si traduce come "martirio". Perciò, se davvero è morto, non ha fatto altro che soddisfare le aspettative.

La morte del Califfo non fermerà i miliziani

La sua morte, anche se o quando verrà confermata, non è dunque destinata a fiaccare la guerriglia dei miliziani del Califfato. Il martirio è nell’ordine delle cose. Esso è ahi noi un’aspirazione per i guerriglieri e mai una sconfitta, un obiettivo nobile da raggiungere che non ha alcuna accezione negativa. Solo chi ha paura della morte è il vero sconfitto.

Molto meglio sarebbe stato prendere il Califfo vivo. Quella sì che sarebbe stata una sconfitta bruciante, un’umiliazione grandissima per l’intero Stato Islamico. È per questo che il fatto in sé, se confermato, è molto pericoloso.

La battaglia di Mosul

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9 luglio 2017. La distruzione nella Città Vecchia di Mosul, dopo la fine dalla battaglia che ha portato alla sconfitta dell'Isis.

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12 luglio 2017. Una scena di vita quotidiana a Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Una scena di vita quotidiana a Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Un uomo intento a rimuovere delle macerie a Mosul, in Iraq, dopo la "liberazione" della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Una scena di vita quotidiana a Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Un ragazzo in bicicletta lungo una strada di Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Un uomo cammina tra le macerie lungo una strada di Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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Iraqi girls walk back from school in west Mosul on July 12, 2017 after the government declared it had driven the Islamic State (IS) group jihadists from their one-time top stronghold. Iraqi Prime Minister Haidar Al-Abadi announced in Mosul earlier in the week that the campaign had ended with the defeat of IS in the city, hailing "a victory over darkness, a victory over brutality and terrorism". / AFP PHOTO / FADEL SENNA (Photo credit should read FADEL SENNA/AFP/Getty Images)
12 luglio 2017. Un gruppo di ragazze dirette verso la scuola lungo una strada di Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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8 luglio 2017. Un gruppo di donne e bambini costretti a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, aspetta con i suoi familiari di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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Civili sfollati da Mosul aspettano nella zona occidentale della città di essere ricollocati in altri luoghi di ricovero, 8 luglio 2017.

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An Iraqi stands on top of a damaged building in west Mosul on July 12, 2017 a few days after the government's announcement of the "liberation" of the embattled city from Islamic State (IS) group fighters. Iraqi Prime Minister Haidar Al-Abadi announced in Mosul earlier in the week that the campaign had ended with the defeat of IS in the city, hailing "a victory over darkness, a victory over brutality and terrorism". / AFP PHOTO / FADEL SENNA (Photo credit should read FADEL SENNA/AFP/Getty Images)
12 luglio 2017. Le macerie di un edificio distrutto a Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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8 luglio 2017. Un gruppo di persone costrette a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, aspetta con i suoi familiari di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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12 luglio 2017. Un campo per rifugiati allestito dall'UNHCR a Hammam al-Alil, alla periferia di Mosul, in Iraq.

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12 luglio 2017. Le macerie di edifici distrutti a Mosul, in Iraq, alcuni giorni dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Una donna e una bambina in un campo per rifugiati allestito dall'UNHCR a Hammam al-Alil, alla periferia di Mosul, in Iraq.

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12 luglio 2017. Dei ragazzi giocano a biliardo a Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Le forze militari irachene pattugliano una strada si Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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12 luglio 2017. Le forze militari irachene pattugliano una strada si Mosul, in Iraq, dopo che il premier al Abadi ha dichiarato compiuta la liberazione della città dai jihadisti dell'Isis.

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8 luglio 2017. Un bambino costretto a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, aspetta con i suoi familiari di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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8 luglio 2017. Una bambina costretto a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, aspetta con i suoi familiari di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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9 luglio 2017. Una bandiera nazionale irachena appesa a un drone della polizia federale sorvola Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Soldati della polizia federale irachena fanno sventolare la bandiera nazionale festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Un soldato della polizia federale irachena fa sventolare la bandiera nazionale festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Soldati della polizia federale irachena fanno sventolare la bandiera nazionale festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Le macerie della Città Vecchia di Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Le macerie della Città Vecchia di Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Gli ultimi attacchi aerei della coalizione a guida USA sulla Città Vecchia di Mosul, in Iraq, nelle ore della definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Un soldato della polizia federale irachena fa sventolare la bandiera nazionale festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Il Primo ministro iracheno Haider al-Abadi al suo arrivo nel quartiere al-Tayaran di Mosul, in Iraq, per annunciare la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Bambini e soldati esultano con la bandiera nazionale, festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Una bambina fa il segno della vittoria tra i soldati della polizia federale irachena, festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Gli ultimi attacchi aerei della coalizione a guida USA sulla Città Vecchia di Mosul, in Iraq, nelle ore della definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Gli ultimi attacchi aerei della coalizione a guida USA sulla Città Vecchia di Mosul, in Iraq, nelle ore della definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Le macerie della Città Vecchia di Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Le macerie della Città Vecchia di Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis in città.

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9 luglio 2017. Un soldato della polizia federale irachena tiene tra le mani un passamontagna con il simbolo dell'Isis capovolto, durante i festeggiamenti per la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Soldati della polizia federale irachena posano per una foto facendo il segno della vittoria, durante i festeggiamenti per la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Un uomo si fa un selfie con i soldati della polizia federale irachena durante i festeggiamenti per la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Un uomo dà conforto a una donna costretta a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, in attesa di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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9 luglio 2017. Due donne costrette a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, si abbracciano in attesa di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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9 luglio 2017. Le lacrime di un bambino costretto a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul nel distretto industriale occidentale, aspetta con i suoi familiari di poter fare ritorno a casa, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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9 luglio 2017. Un veicolo della polizia federale irachena attraversa la Città Vecchia di Mosul, in Iraq, dopo la definitiva sconfitta dell'Isis.

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9 luglio 2017. Soldati della polizia federale irachena posano per una foto durante i festeggiamenti per la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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9 luglio 2017. Soldati della polizia federale irachena ballano e fanno sventolare la bandiera nazionale festeggiando la definitiva sconfitta dell'Isis a Mosul, in Iraq.

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3 luglio 2017. Un bambino di nome Omar, che ha perso la famiglia nel corso dei bombardamenti, siede insieme ad alcuni soldati delle forze antiterrorismo irachene dopo che lo hanno aiutato a fuggire dalla Città Vecchia di Mosul, dove è in corso la fase finale della battaglia per la riconquista della roccaforte Isis in Iraq.

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3 luglio 2017. Soldati delle forze antiterrorismo irachene durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, dove è in corso la fase finale della battaglia per la riconquista della roccaforte Isis in Iraq.

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3 luglio 2017. Un uomo fugge con i suoi bambini dalla Città Vecchia di Mosul, nel corso dell'offensiva finale per la riconquista della ormai ex roccaforte dell'Isis in Iraq.

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3 luglio 2017. Soldati dell'esercito iracheno trasportano un uomo ferito lontano dalla Città Vecchia di Mosul, dove è in corso la fase finale della battaglia per la riconquista della roccaforte Isis in Iraq.

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3 luglio 2017. Un soldato delle forze antiterrorismo irachene pattuglia una zona della Città Vecchia di Mosul, sottratta al controllo dei jihadisti, dove è in corso la fase finale della battaglia per la riconquista della roccaforte Isis in Iraq.

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3 luglio 2017. Soldati delle forze antiterrorismo irachene durante l'avanzata nella Città Vecchia di Mosul, dove è in corso la fase finale della battaglia per la riconquista della roccaforte Isis in Iraq.

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5 luglio 2017. Iracheni in fuga dalla Città Vecchia di Mosul, dove continuano gli scontri militari tra la coalizione anti-Isis e i jihadisti del Califfato, che ancora controllano piccole zone della loro ex roccaforte in Iraq.

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3 luglio 2017. Iracheni in fuga dalla Città Vecchia di Mosul, dove continuano gli scontri militari tra la coalizione anti-Isis e i jihadisti del Califfato, che ancora controllano piccole zone della loro ex roccaforte in Iraq.

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3 luglio 2017. Iracheni in fuga dalla Città Vecchia di Mosul, dove continuano gli scontri militari tra la coalizione anti-Isis e i jihadisti del Califfato, che ancora controllano piccole zone della loro ex roccaforte in Iraq.

La storia si ripete. L’esempio di Al Zarqawi

Del resto, ne ha fatta esperienza il generale a stelle e strisce David Petraeus nel 2011. L’allora comandante supremo in Iraq e futuro capo della Cia, dopo che Abu musab Al Zarqawi, il leader dell’insurrezione irachena contro l’invasore americano, trovò la morte nel 2006 centrato da un drone, dichiarò sconfitto Aqi (Al Qaeda in Iraq). Confortato dal risultato, di lì a pochi anni Petraeus si convinse, così come l’intero Pentagono, di aver eliminato il terrorismo dell’Iraq e di poter finalmente lasciare il paese. Gli americani iniziarono così a smobilitare l’esercito, dichiarando nel 2011 "missione compiuta".

Al contrario, invece, la morte di Al Zarqawi, uno dei più importanti leader di Al Qaeda di sempre, lasciò libero il campo all’ascesa di Al Baghdadi e segnò l’inizio di un terrorismo ancora più forte. Un terrorismo che si è fatto stato e che per tre lunghi anni ha terrorizzato due paesi interi e creato affiliazioni in tutto il mondo, conoscendo un’espansione senza precedenti per qualsiasi altra formazione terroristica.

Lo Stato Islamico oggi è divenuto un’entità ed è andato oltre ogni possibile immaginazione. In nome di Al Baghdadi si occupano città nelle Filippine, si razziano villaggi in Nigeria, si combatte in Libia e persino nella simbolica Tora Bora, il mitizzato covo di Osama Bin Laden in Afghanistan, oggi sventola la bandiera nera del Califfato.

Mosul in Iraq è caduta, ma è stata rasa al suolo e la sua moschea simbolo non esiste più.

Segno che qualcosa è cambiato per sempre e che con questo si dovrà fare i conti. Raqqa in Siria seguirà la stessa sorte, se non interverranno prima altri fatti. Ma Deir Ezzor, Al Qaim, Tal Afar e altre località sparse tra l’est siriano e il deserto iracheno continuano a essere in mano al Califfato, e qui si coltivano già nuovi progetti, si studia come portare avanti la lotta e chi sarà il nuovo protagonista.

Il timore di nuovi attentati terroristici, specie in Europa, è concreto, ma il vero problema resta l’eredità di Al Baghdadi: dopo aver cancellato due paesi dalle cartine geografiche, cosa accadrà al Medio Oriente?

Impedire la dominazione sciita

Gli uomini agli ordini del Califfo sono tutti estremisti sunniti, aiutati nelle conquiste del 2014 dal disciolto esercito di Saddam Hussein a trazione a sua volta sunnita e baathista (il partito del rais al potere), che voleva riacquistare il potere perso in favore degli sciiti con l’invasione americana.

Dunque, impediranno fino all’ultima goccia del loro sangue che si concretizzi un progetto regionale dove lo sciismo, di cui l’Iran è il principale motore, domini incontrastato. Il timore dei governi e delle élite sunnite - che trovano nelle monarchie del Golfo, e in particolare nell’Arabia saudita, i loro principali attori - è che adesso si possa realizzare per via politica e militare un corridoio d’influenza iraniano-sciita che da Teheran attraversa Baghdad, Damasco e raggiunge Beirut, spingendosi fino al Mar Mediterraneo (con l’appendice dello Yemen, dov’è in corso una guerra civile).

Un incubo tanto per i laici sunniti, quanto per la Fratellanza Musulmana, come per wahhabiti e salafiti, e per tutti coloro che temono di essere marginalizzati dalla minoranza sciita in Medio Oriente.

In questo senso, Al Baghdadi è stato solo un agente del caos, un destabilizzatore, un comandante spietato che ha brutalizzato le popolazioni locali per realizzare un regno oscurantista che impedisse la concretizzazione di un progetto politico mediorientale a trazione sciita.

Perciò, se da un lato si può tirare un sospiro di sollievo perché il regno di Al Baghdadi non si è concretizzato, dall’altra parte si deve già fare i conti con chi lo sostituirà alla guida dell’insurrezione sunnita, determinato ad arginare il corridoio sciita che si profila all’orizzonte.

Quanto più quel disegno politico diventerà realtà, infatti, tanto più sarà foriero di nuovi guai e nuove sofferenze, di cui i terroristi rappresentano solo una conseguenza.

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