iPhone: la verità dietro i bug 1970

Il 1970 è una di quelle date da ricordare nella storia dell’uomo. Il 1 gennaio è il giorno preso come riferimento per calcolare il tempo sui sistemi informatici Unix, da cui deriva il famosissimo Linux. Negli USA viene abbassata l’età di voto da 21 a 18 anni mentre a Londra, il 10 aprile, si sciolgono i Beatles. Cosa c’entra tutto questo con l’iPhone? Beh, non è che Apple veda qualcosa di non positivo in quell’anno, ma ci sono alcuni dettagli tecnici che bisogna prendere in considerazione.

Poco meno di un mese fa si è diffusa la notizia secondo cui basterebbe impostare la data degli iPhone al 1 gennaio 1970 (dalla versione 5S in poi) per mandare in tilt il cellulare e renderlo inutilizzabile. Il bug, vero e proprio tallone d’Achille degli smartphone con processore a 64-bit, e che interessa dunque anche iPad Air 2, iPad Mini 3 e 4 e la sesta generazione di iPod Touch, non è stato ancora risolto da Apple e mette a serio pericolo “brick” diversi terminali. La situazione non è di certo da provare a casa visto che decine di persone hanno confermato quella che pareva essere una bufala e che invece si è tradotta in un gioco rischioso che causa lo spegnimento del dispositivo e l’impossibilità di riaccensione.

Ma non è tutto. L’anno nero ha di recente colpito ancora gli iPhone con un bug che questa volta riguarda la posta elettronica. Stando a quanto riportato dal Telegraph, nelle ultime ore in tanti stanno ricevendo messaggi email datati 1 gennaio 1970, senza alcun contenuto o indicazione del mittente. Tuttavia, a differenza del caso precedente, questo non sembra arrecare alcun danno al telefono. Qualcuno aveva pensato fosse un tentativo degli hacker di riportare, forzatamente, indietro di oltre 46 anni la data del terminale ma non è così. Dietro l’arcano ci sarebbe proprio la logica di Unix che governa anche le funzioni basilari di iOS.

La ricezione delle email dal passato sembra verificarsi quando ci si reca all’estero, in un paese con un fuso orario diverso da quello pre-impostato; in quel caso il client di posta non riesce ad interfacciarsi correttamente con il sistema che gestisce il fuso e invia al possessore messaggi di errore via email, che dovrebbero sparire dopo un semplice riavvio. 

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