iPad meglio di iPod e iPhone. E le vendite per Apple volano

Ricordate quando nel 2001 Apple lanciò l'iPod? All'inizio, per molti era una diavoleria informatica e un oggetto di lusso per pochi appassionati dei gadget tecnologici. Pian piano si impose e divenne l'oggetto "da avere", anche se i numerosi lettori MP3 che comparvero sul mercato rappresentavano un'alternativa valida, che molti preferirono anche perché il prodotto della società di Cupertino era più costoso dei concorrenti, anche se dotato di un design molto accattivante.

Sei anni dopo, nel 2007, fu il turno dell'iPhone. Anche allora ci volle qualche tempo perché il nuovo telefono "smart" si imponesse sul mercato. La popolarità dei telefoni cellulari e la forza che il marchio Apple aveva acquisito proprio grazie all'iPod (oltre che a fortunate linee di personal computer e di laptop), tuttavia, permisero una penetrazione del mercato più rapida. Complice del rapido successo, anche il fatto di aver spiazzato la concorrenza, che non era stata in grado di proporre modelli alternativi per parecchio tempo. Il risultato fu che in tre anni l'iPhone era già uno strumento di uso comune e che era stato capace di fare breccia nel mercato di massa (cosa che all'iPod non era del tutto riuscita).

Nel 2010, Apple ha lanciato l'iPad. Il tablet ha stracciato i record battuti dai suoi predecessori, come si può vedere dal grafico di questa settimana, pubblicato da Business Insider . La capacità e la rapidità di penetrazione del mercato sono state impressionanti e rappresentano un caso da imitare per qualsiasi operazione di lancio di un prodotto in qualunque settore. La combinazione tra l'innovatività dell'apparecchio e l'abile campagna di marketing che ne ha accompagnato l'uscita , però, saranno difficilmente ripetibili.

Il fatto che il successo dell'iPad appaia oggi impossibile da replicare, questo non significa che la casa di Cupertino abbia smesso di pensare in grande per il proprio futuro. In una lunga intervista rilasciata a Business Week è stato Tim Cook in persona ad annunciare che nel 2013 una parte della produzione verrà ritrasferita negli Stati Uniti, perché l'azienda sentirebbe "la responsabilità di creare nuovi posti di lavoro". Dove ancora non si sa. Ma potrebbero essere 600mila. Grazie a un investimento di cento milioni di dollari.

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