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Io sto con i palestinesi, quindi con Israele

Statuto di Hamas - di Alessandro Barchiesi

Il raid contro i tifosi del Tottenham a Campo de’ Fiori è solo la punta dell’iceberg. Colpevoli quei giovani inglesi di tifare per una squadra che ha tra i simboli la stella di Davide. I cori antisemiti allo stadio, è tutto parte di un copione già noto.

Ieri sera a piazza Montecitorio c’è stato un folto raduno. Non “contro i palestinesi”, come ho spiegato a un caro amico mentre mi recavo alla maratona oratoria. Ieri sera, insieme alla Comunità ebraica di Roma e alle numerose associazioni schierate a favore della tolleranza e della libertà, abbiamo gridato il nostro NO al terrorismo. Perché Hamas è terrorismo, e i palestinesi non meritano il terrorismo.

Hamas, fondata su uno Statuto che all’articolo 7 si prefigge la distruzione totale degli ebrei (vi risparmio il resto), è un’organizzazione terroristica, che ha preso il potere nella striscia di Gaza non in seguito a libere, regolari e democratiche elezioni, ma dopo aver combattuto e ucciso per mesi altri palestinesi. Hamas tiranneggia sugli uomini palestinesi, che meriterebbero di vivere in uno stato di diritto fondato sulla libertà e non sulla sharia. Hamas tiranneggia sulle donne palestinesi, mutilate nei loro diritti e nella loro dignità di “persone alla pari”. Hamas tiranneggia sui bambini palestinesi ridotti a scudi umani, schiavi costretti a scavare quei tunnel dai quali passano armi e traffici destinati ad arricchire la nomenclatura di Hamas, non la popolazione civile condannata alla povertà.

Si può essere pacifisti senza se e senza ma, è legittimo. E pure in questo caso desta perplessità l’indifferenza di chi non si scompone se a uccidere sono i Gheddafi e gli Assad, e invece scende in piazza per manifestare la spietata intransigenza contro Israele, eterna colpevole. Se un razzo parte da Gaza verso Israele, nessuno proferisce verbo. Se il missile parte da Israele nel senso contrario, allora è guerra, guerra, guerra. Il pregiudizio razziale è tutto qui.

Io non sono pacifista, e non sono neppure ebrea. Non sono cattolica, cristiana sì. Sono una nonviolenta, convinta che non c’è pace senza giustizia. Credo in una sola religione, quella della libertà, e per questo sto con Israele al fianco degli oppressi palestinesi, degli oppressi siriani, degli oppressi iraniani, nella speranza che un giorno l’Occidente abbia uno scatto d’orgoglio, proprio così, e riprenda in mano il destino di chi vuole libertà e democrazia, belle parole retoricamente adorate dalle nostre umane e disattese Costituzioni.

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