'Il giorno degli orchi' di Divier Nelli. La recensione

Se siete genitori con tutte le fobie e preoccupazioni possibili ma anche inimmaginabili sul rapporto dei vostri figli con i social, allora lasciate perdere la lettura di Il giorno degli Orchi (Guanda).
O, al contrario, leggetene e fatene tesoro.
Perché Aurora potrebbe dormire nella cameretta che avete pensato e costruito per lei.

Aurora, bella da togliere il fiato, sicura e leggera come solo quindici anni permettono, ha tutte le carte in regola per essere una vincente. In tutto.
Ma non le basta.

Il padre l'ha trascinata a vivere fuori città nella casa (rudere) ereditata dai genitori dove l'umidità regna sovrana. Insoddisfatta da questo e dal comportamento di genitori più attenti alle offerte di un supermercato che alla smania di possedere della propria figlia, Aurora butta la rete (nella rete) con il chiaro intento di adescare intenzionalmente e ricattare spietatamente. Ma anche riscattarsi da una vita che non riesce a gratificarla.

Complici due compagni di scuola, Vieri e Leonardo, che servili accontentano Aurora in tutto e per tutto per arrivare al ricatto. Quello progettato ai danni di utenti che si fingono ragazzini ma che si rivelano esseri schifosi quando entrano nella zona di sicurezza che li relegherà in uno scatto dal costo salato.

Fino a quando i complici saranno allontanati (la smania di potere, si sa, da alla testa) e arriveranno le minacce da un fantomatico GabriBlack che ricatterà Aurora a sua volta: "sono uno che non sopporta le bambine cattive come te".
L'inizio di un incubo per Aurora che non troverà pace fino al cambio del numero di telefono. Fino a quando non seminerà una figura scura che tenta di assalirla davanti alla sua villa. Fino a quando il destino beffardo non le tirerà il più meschino dei tiri.

Sebbene la morale appaia ovvia, un chi la fa l'aspetti che non tarda ad arrivare, le vittime sono tutte accomunate da un gioco pericoloso in cui l'Orco siamo tutti noi, noi famiglia (assente), noi scuola (impreparata), noi amicizie (sbagliate), ma anche l’assenza di ideali e una quotidianità che scivola via senza lasciare nulla, ma che tinge di rosa anche il nero più nero.

Il giorno degli orchi
di Divier Nelli
Guanda, 2017

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