Il flagello della lucidità: cosa succede ai logici che si innamorano

C’è un racconto di Poe che si chiama Gli occhiali che non avrei mai voluto leggere. Il motivo è presto detto: non solo so – come accade in questi casi – cosa succede, e non solo so come quello che succede va a finire, ma a rileggerlo sperimento quella particolare sensazione che avrei guardando un film di tre ore incentrate sul disinnesco di una bomba prima dei due secondi finali, nei quali la bomba stessa esplode.

È un marchingegno talmente perfetto, agghiacciante, che nonostante le svariate prove contrarie una parte della nostra coscienza nutre la speranza che le parole possano trasformarsi durante la lettura, mutarsi alchemicamente, prendere fuoco o, al limite, clementi, annientare la nostra sensibilità prima di esacerbarla fino al punto di non ritorno. Per questo si vorrebbe leggerlo ogni volta per la prima volta, senza conservare coscienza della sua fine: per mantenere l’innocenza al momento del disastro.

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