Il black out elettrico nelle zone terremotate: la situazione

ANSA/ US/ POLIZIA DI STATO
Un frame tratto da un video fornito dalla Polizia di Stato mostra un momento delle operazioni di soccorso a Rigopiano
Olycom - BARCROFT MEDIA - DAVIDE, PACIFIC IMAGES
I danni alla chiesa di Villa S. Antonio a Visso, nelle Marche, dopo il terremoto del 27 novembre 2016
ANSA / CLAUDIO LATTANZIO
Sfollati all'interno della tensostruttura di Capitignano (L'Aquila)
ANSA / CRISTINA MORBIDUCCI
Terremoto e neve ad Acquasanta Terme, 18 gennaio 2017.
Dante Camacci
La baita semisepolta dalla neve in cui hanno trovato rifugio Dante Camacci e la sua famiglia
ANSA/EMILIANO GRILLOTTI
Il campanile della chiesa di Sant'Agostino crollato a seguito del terremoto del 18 gennaio 2017 ad Amatrice
ANSA/EMILIANO GRILLOTTI
Il campanile di Sant'Agostino colpito dal terremoto e dalla neve - 18 gennaio 2017
ANSA/ DONATO DE SANTIS
Una veduta panoramica di Montereale, comune della provincia dell'Aquila epicentro delle scosse di terremoto di questa mattina. "Ci sono state tre scosse violentissime - ha riferito all'ANSA uno degli abitanti, Donato De Santis - paragonabili a quelle del terremoto dell'Aquila e di Amatrice". Montereale (L'Aquila), 18 gennaio 2017

Isolati dal mondo. Il dramma del Centro Italia in questi ultimi giorni, non ha avuto solo i colori della morte e della paura. Oltre alla tragedia dell'Hotel Rigopiano, conclusa con 29 vittime, ai morti nei giorni delle forti nevicate e alla situazione di disagio in cui si trovano ancora le popolazioni terremotate, si è aggiunta anche la beffa del black out elettrico che dal 18 al 24 gennaio ha coinvolto 150mila utenze. I numeri della vergogna parlano da sè. Ed ecco quali sono.

MARCHE
Più di 23mila marchigiani dislocati nelle frazioni più colpite dall’emergenza neve, ma anche in città, in particolare nell’Ascolano e nelle province di Macerata e Fermo sono rimasti isolati. Angelo Sciapichetti, assessore regionale marchigiano con delega alla Protezione Civile che monitora costantemente l’emergenza terremoto dal 24 agosto scorso, il 24 gennaio ha dichiarato che la Regione Marche avvierà "una diffida alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio da parte dell'Enel”, dato che ancora “150 utenze” risultavano “interrotte nell'Ascolano” e che la “situazione non era più sostenibile” da parte della popolazione.

Anche il Codacons ha promosso una class action a tutela degli utenti della Regione. "I disservizi che stanno interessando diversi comuni delle Marche non sono più tollerabili, e nemmeno il maltempo può giustificare una così prolungata interruzione della fornitura elettrica – ha dichiarato il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Centinaia di cittadini sono da giorni senza luce e senza riscaldamenti, e vivono una situazione critica per la quale la magistratura dovrà fare chiarezza. Ciò che al momento è certo, è che gli utenti interessati dai disservizi hanno diritto ad un risarcimento per i danni materiali e morali subiti”.

ABRUZZO
Da una settimana 7 mila famiglie vivono in case senza energia elettrica, al buio e, in alcuni casi, con tre metri di neve fuori dalla porta. Tra le zone maggiormente colpite ci sono il teramano e il pescarese. I sindaci hanno minacciano di dimettersi e Luciano D’Alfonso, presidente della Regione Abruzzo ha chiesto all'Enel chiarimenti sui 50 milioni di euro spesi per migliorare la rete. "Ora la situazione è migliorata" dichiara a Panorama.it Mario Mazzocca, assessore regionale abruzzese, con delega alla Protezione Civile. "Pochissime frazioni stamattina erano ancora senza energia elettrica. Entro il pomeriggio, tutte le utenze verranno ripristinate, così ci ha dichiarato l’Enel".

Già il 19 gennaio scorso Luciano Ruscito, responsabile di Enel distribuzione per l'Emilia Romagna e le Marche, aveva dichiarato di "essere in grado di far tornare la corrente elettrica in tutte le località delle Marche entro la giornata di oggi". Ma fino al 23 gennaio nulla era cambiato.

Interpellata più volte l'azienda non ha avuto modo di rispondere alle nostre domande sul disservizio su cui ora dovrà fare chiarezza la magistratura.

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