November 08 2010
I serbi portano le spranghe, gli italiani senza ombrelli: quando lo stadio diventa un circo
Laterza Stella
Dopo i fatti di Genova con l’armata serba che è riuscita ad entrare nello stadio con spranghe, fumogeni e tronchesini le polemiche si sono spostate sul trattamento ricevuto dai tifosi genovesi in sede di perquisizione. Mentre nel settore ospiti Ivan Bogdanov indossava il passamontagna e si metteva al lavoro per tagliare le reti, all’entrata del Luigi Ferraris ragazzini e famiglie si vedevano intimare di nascondere sciarpe e maglie di Genoa e Sampdoria per non fomentare la rivalità cittadina in una partita della nazionale. Altro episodio emblematico sulle scelte per “tutelare la sicurezza” è accaduto ieri nell’uggiosa domenica calcistica di Genova dove i tifosi della Sampdoria hanno dovuto lasciare gli ombrelli prima dell’ingresso allo stadio. Scelta opportuna se si pensa a come l’oggetto possa diventare un’arma, opinabile per le modalità con cui il divieto è stato applicato. Oltre al fatto che gli ombrelli venivano accumulati in un angolo creando golosi mercatini per i primi ad uscire il servizio ha messo in difficoltà tutti quei tifosi, soprattutto anziani, che si sono visti requisire l’ombrello in zone dello stadio tutt’altro che a rischio. “Bisognerebbe almeno avere la garanzia di rivedere i propri oggetti, il mio ombrello lo hanno rubato” tuonava un anziano signore ieri all’uscita dallo stadio.
Anche trent’anni fa bisognava lasciare le radio fuori dallo stadio in quanto oggetti pericolosi, il problema attuale è lo stato di frustrazione e le difficoltà che un tifoso, anche occasionale, deve affrontare per seguire una partita di calcio. La tessera del tifoso è stata adottata in Italia in modo completamente diverso da Germania, Spagna, Portogallo dove è del tutto facoltiva e garantisce dei privilegi non da poco ai suoi fruitori. L’obbligatorietà della tessera ha fatto storcere il naso a molti e anche se a dire del ministro Maroni sono diminuità gli scontri negli stadi, gli incidenti con le forze dell’ordine e i feriti, gli stadi italiani piacciono sempre di meno e sembrano fare il gioco delle grandi tv private che offrono il grande calcio in salotto.
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