I giorni della galaverna

Giovedì scorso era il mio ultimo giorno di lavoro prima del ritorno a casa per Natale, e poi di una nuova fase – con nuova ricerca di nuovo lavoro, ecc. – su cui al momento non sto riflettendo.

La questione è che la mattina di giovedì mi ha accolto con una tale sgalavernata che non ho potuto che registrare il messaggio: basta, riposati, sta’ tranquillo e sii pigro. Sicché è da venerdì che non faccio niente e cerco anche di pensare il meno possibile. Per questo motivo mi risulta anche impossibile, o comunque molto difficile, scrivere qualcosa di originale e di sensato. Senza pensiero, in effetti, è ben difficile parlare di ispirazione.

In compenso giro e ascolto; e ho sentito diverse storie di parenti sconosciuti o dimenticati, di gente nata sulla nave di ritorno dall’Argentina dopo un’emigrazione andata male, di guerra e di lavoro. E guardo: ieri ho visto la nebbia che saliva da Senigallia, su per il nostro torrentello, mentre a Sud il Conero appariva vicino e celeste nella luce invernale.

Insomma, ne avrò di cose da raccontare, una volta registrato e immagazzinato il resoconto della mia pigrizia di questi giorni. Per ora, cari amici, mi limito ad augurarvi un buon Natale; che non sarà un contenuto originale, ma mi pare comunque sensato.

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