Hp lega il suo futuro a quello di Google

Dion Weisler, vicepresidente esecutivo di Hp, è stato chiaro: «Chrome e Android rappresentano un’opportunità da 46 miliardi di dollari, con un tasso di crescita del 12 per cento». Un piatto ricchissimo, che ha convinto il produttore americano se non a cambiare rotta, quantomeno ad ampliare i suoi orizzonti. La concorrenza, d’altronde, sta diventando durissima: lo è sul fronte pc, dove Lenovo mina una leadership storica, a trimestri alterni mette la freccia e sorpassa, mentre altri grandi nomi incalzano; lo è sul lato tablet, dove Hewlett-Packard sta muovendo ancora i primi passi mentre i suoi competitor si chiamano Samsung, LG, Asus e naturalmente Apple. Ecco perché il sodalizio con la Microsoft non basta più e molte delle novità già lanciate o dei prodotti in arrivo fanno parte della galassia Google. Un territorio aperto, in espansione, con cui gli utenti hanno una certa confidenza. E che può rivelarsi una fondamentale calamita.    

L’esempio perfetto sono i Chromebook, i laptop con sistema operativo made in Mountain View. Se sulle tavolette propendere per Android è una questione anche di quantità di applicazioni disponibili per il download, sui pc è una scelta di campo ben definita rispetto ai muscoli di Windows. L’ultimo arrivato è il Chromebook 11, disponibile per ora soltanto in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove viene venduto all’aggressivissimo prezzo di 279 dollari, poco più di 200 euro. Un computer «for everyone», «per tutti», come recita lo slogan che lo introduce. E non è solo una questione di cartellino, visto che il fattore low cost è un elemento comune alle generazioni precedenti. Qui parliamo di una macchina che ha un design minimal ma con tocchi di colore ben dosati, con un avvio fulmineo (il che non è poco, visto il tempo che spendiamo per la lentezza del computer), uno schermo brillante, un’autonomia fino a 6 ore. E per chi ritiene che 11 pollici siano pochi, c’è sempre il modello da 14 pollici presentato qualche mese fa.

Prova ancora più evidente del nuovo corso filo-Google di Hp è lo SlateBook x2. Ne avevamo già parlato qui al momento dell’annuncio. A rilevare non sono le caratteristiche tecniche, ma il messaggio con cui il prodotto viene presentato: «100% tablet; 100% notebook; 100% Android». Ovvero il fatto che sia presente il sistema operativo mobile del motore di ricerca viene sbandierato come il requisito principale, subito dopo la sua natura di ibrido, ovvero la capacità di funzionare tanto come una tavoletta quanto come a un portatile a tutti gli effetti.  

La conferma definitiva di questo colpo di fulmine giunge dallo Slate 8 Pro appena presentato e disponibile a partire da novembre a un prezzo che sarà comunicato a ridosso dell’uscita. È un tablet con caratteristiche tecniche di lusso: processore quad core Tegra 4 di Nvidia, schermo HD, una fotocamera da 8 megapixel, schermo da 7,9 pollici come l’iPad mini. Grazie alle buone capacità grafiche può essere usato anche per giocare in mobilità, ma è pensato in particolare per una clientela business, infatti ha già caricati una serie di programmi per la produttività. Dov’è il punto? Qual è la svolta? L’ElitePad 900, modello precedente per un target di professionisti, montava Windows 8.  

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