Google Glass, strumento per criminali hi-tech

Solo pochi giorni dopo aver ricevuto la sua bella copia di Google Glass, Jay Freeman meglio conosciuto dal mondo di smanettoni con il nome di Saurik , è riuscito a sbloccarli, installando sugli occhialini il cosiddetto “root”, cioè i permessi di accesso completi al sistema operativo Android. L’hacker, secondo quanto egli stesso ha riportato, c’ha messo circa 10 minuti per effettuare l’operazione, definendo il sistema decisamente poco “protettivo” nei confronti degli utenti. Il problema sarebbe l’unità ricevuta da Freeman che, come i restanti fortunati del Glass Explorer Program, avrebbe in possesso un paio di Glass non ancora commerciabili proprio perché privi di un sistema operativo definito. In realtà la falla che ha permesso a Freeman di rootare i Glass era stata in precedenza resa nota dall’hacker B1nary che l’aveva sfruttata per smartphone e tablet Android. Qualche giorno fa Saurik ha pubblicato un articolo specifico dove spiega come ha effettuato il jailbreak e le sfide di sicurezza su questo nuovo tipo di dispositivi.

Scrivi Google dimentica la privacy

La sorpresa principale di Saurik è stata quella di constatare l’impossibilità di mettere dei pin di protezione ai Glass. Appena accesi sono subito utilizzabili, una porta aperta sul mondo di chi ne ha un paio al naso. In una foto postata sul sito personale Saurik mostra la dicitura del jailbreak effettuato e la possibilità quindi di entrare nel sistema operativo Android personalizzato. Il panorama che si apre, per hacker e criminali informatici, è spaventoso. Immaginate di camminare per casa vostra, digitare password al computer, della vostra cassetta di sicurezza, oppure di dove lasciate le chiavi d’ingresso nascoste per la vostra fidanzata che le ha dimenticate prima di uscire. Tutto sarebbe visualizzabile da una terza persona che ha preso il controllo degli occhialini, semplicemente installando una versione “root” tramite jailbreak.

Privacy on the road

Probabilmente la lunga road map dei Google Glass tiene conto del citato problema dell’utilizzo del dispositivo nella vita di tutti i giorni. Camminando per strada, al lavoro o al cinema potremmo avviare una registrazione video o scattare foto senza che gli altri lo sappiano, immortalando la vita privata degli individui. Certo possiamo già farlo con discrezione grazie agli smartphone, ma di certo non si riesce bene a passare inosservati se puntiamo la fotocamera del cellulare verso qualcuno. Google potrebbe quindi essere in attesa di un via libera da parte delle autorità competenti, che vorrebbero evitare una marea di denunce per violazione della privacy da quando i Glass saranno in vendita per tutti.

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