La Milano dimenticata di Giovanni Hänninen

Quartiere del Sarto - Giovanni H\u00e4nninen
Giovanni Hänninen
LE CASE POPOLARI. Quartiere del Sarto. Costruite nel 1925, le dodici ville in stile neorinascimentale sono gestite da Aler. Ospitano un asilo, un sindacato e, fino al 2013, anche un SERT. Un'altra villa, la sola ristrutturata, ospita per contratto il presidente del Tribunale di Milano. Nove ville non sono assegnate da tempo e nel 2013 vanno all’asta per otto milioni di euro, senza ricevere offerte. Per due anni, fino all’agosto 2014, il Collettivo Lambretta ne ha occupato quattro.
Giovanni Hänninen
L’ISTITUTO TECNICO. L’Istituto Rizzoli per l’Insegnamento delle Arti Grafiche nacque nel 1964, donato alla città da Angelo Rizzoli. Per decenni ha rappresentato l’eccellenza nella formazione di professionisti della grafica. Nel 2009, la scuola si è trasferita in una nuova sede. Il progetto di demolizione per far posto a uno studentato è sfumato. L’edificio è stato occupato, a scopo dimostrativo per un solo giorno, dal Collettivo Lambretta.
Giovanni Hänninen
IL TEATRO. Teatro Lirico “Giorgio Gaber". Commissionato dall’Arciduca Ferdinando al Piermarini nel 1776, come versione popolare della nobile Scala, ospitò la prima de L’elisir d’amore, l’anteprima del film Cabiria, esibizioni di Caruso e Gaber. Dopo un incendio, fu ricostruito nel 1938. Mussolini pronunciò qui il suo ultimo comizio. Chiuso nel 1999, conta vari tentativi di recupero. L’ultimo progetto da 16,5 milioni di euro è stato annunciato, ma non ancora avviato, nel febbraio 2014.
Giovanni Hänninen
LA CHIESA. Chiesetta di San Giorgio. Si narra che questa chiesetta davanti all’Ospedale Sacco fu costruita per volontà di una nobildonna milanese dopo aver ricevuto una grazia nel 1850. L’attuale proprietario aveva intenzione di trasformarla in un ristorante, ma ostacoli burocratici con la Soprintendenza per i Beni Culturali hanno fatto arenare il progetto. La chiesa è attualmente in vendita.
Giovanni Hänninen
LA BANCA. Filiale BNL. Fondata nel 1913, la Banca del Lavoro assunse l’attuale denominazione quando fu statalizzata nel 1929. Diventò la più grande banca italiana ma, finito il boom, decadde a causa di vari scandali, fino alla privatizzazione del 1998. Nel 2006 passa al gruppo BNP Paribas che annuncia una dismissione di immobili. L’ex agenzia 22, vuota da dieci anni, viene occupata nella primavera del 2014 dal collettivo RiMake al grido: «Abbiamo una banca!».
Giovanni Hänninen
LA STAZIONE. Stazione di San Cristoforo. Sulla carta avrebbe dovuto essere la grande stazione di Milano Sud, a uso di migliaia di pendolari. Progettata nel 1983 da Aldo Rossi, non è mai stata terminata. Diventata rifugio di senzatetto e nomadi, è stata spesso oggetto di occupazioni e sgomberi. Nel 2008, alla XI Biennale di Architettura, è stato presentato un progetto di trasformazione in mini alloggi a basso costo. Il capolinea della Metro 4 è previsto nelle vicinanze.
Giovanni Hänninen
LA FABBRICA. Innocenti. La fabbrica Innocenti fu attiva dal 1947 al 1993. Qui si costruiva la mitica Lambretta che faceva concorrenza alla Vespa. Poi arrivò la Mini costruita in licenza, ma resa più lussuosa per l’esigente mercato italiano. Gli anni ’80 videro uscire da questi stabilimenti la Maserati Biturbo e le prime utilitarie con aria condizionata e vetri elettrici di serie. Il sito è stato bonificato dall’amianto. Da tempo si parla di riqualificazione, per ora senza esito.
Giovanni Hänninen
L’ENTE PREVIDENZIALE. INPS Corvetto. L’INPS, il più grande ente pensionistico d'Europa, possiede beni immobili per 3,2 miliardi di euro: 2,4 miliardi in uffici e residenze affittate e 800 milioni in sedi amministrative. Nonostante questo tesoro, la gestione delle sue proprietà è in pesante perdita da decenni. Nel giugno 2011, viene annunciato il riassetto delle sedi INPS. La filiale di Corvetto è stata una fra le prime a essere chiusa e accorpata alla sede di San Donato.
Giovanni Hänninen
L’AZIENDA TELEFONICA. Telecom - Filiale Milano Sud. La prima dismissione di immobili Telecom risale al 1999: furono venduti beni per otto milioni di mq in pochi anni. Nel 2012 la filiale Milano Sud viene chiusa e accorpata ad altre sedi. A dicembre dello stesso anno, l’edificio viene occupato da un gruppo di nomadi. Il 4 agosto 2013 un incendio si propaga al terzo piano dell’edificio causando ingenti danni.
Giovanni Hänninen
IL BENZINAIO. Stazione di servizio AGIP. I milanesi in gita verso i Laghi facevano il pieno qui. Oltre al carburante, trovavano bar, autolavaggio, officina e sala d’attesa. Voluta da Enrico Mattei, progettata nel 1953 da Mario Bacciocchi, l’area di servizio è rimasta in piena attività fino agli anni 80, poi ridotta alla sola officina e, infine, abbandonata. Nel 2012, AGIP vi ha messo in mostra dieci progetti di riqualificazione, a cura di studenti del Politecnico, rimasti per ora irrealizzati.
Giovanni Hänninen
L’HANGAR. Officine Caproni. Nel 1910 venne inaugurato Taliedo, primo aeroporto milanese e sede dell’azienda aeronautica Caproni che colonizzò tutta la zona con grandi officine e hangar. L’apertura di Linate, nel 1936, fece chiudere Taliedo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’area fu convertita a residenziale e i capannoni adibiti ad altri usi industriali. A fine 2012 inizia la trasformazione dell’hangar nei nuovi headquarters di Gucci.

Tra i 40 autori italiani chiamati dalla curatrice Giovanna Calvenzi a raccontare il Belpaese nell'ambito della mostra collettiva Italia Inside Out (fino al 2 agosto al Palazzo della Ragione nel capoluogo lombardo), il fotografo italo-finlandese Giovanni Hänninen, classe 1976, ha proposto al pubblico il suo progetto dal titolo cittàinattesa, dedicato agli edifici abbandonati di una Milano "nascosta" e ormai disabitata.  

Questo ampio lavoro di ricerca, nato nel 2012, venne presentato per la prima volta presso Casa Testori a Novate Milanese nell'ambito della mostra Giorni Felici – 20 x 20, che vide venti artisti affermati presentare ciascuno un giovane collega. Hänninen, presentato da Gabriele Basilico, propose i primi 26 scatti della serie, che andata trasformandosi e ampliandosi nel tempo, ne comprende oggi 52, ciascuno corredato da un testo che presenta la storia dell'edificio fotografato. 

Il progetto è stato pensato e realizzato in collaborazione con Alberto Amoretti, autore delle ricerche e della stesura delle storie dei luoghi rappresentati, che così presenta il lavoro a quattro mani:

"Una città dormiente, rannicchiata fra grattacieli e grandi opere. È assemblata con luoghi a volte anacronistici, che sembrano aver esaurito la loro missione. Ma anche con edifici che sarebbero ancora in grado di vivere e servire la cittadinanza. È un puzzle di spazi pubblici che ricompongono virtualmente le esigenze primarie del vivere sociale nel mondo moderno. Incuria, fallimenti, ragioni economiche, motivi politici, progetti abortiti ancor prima di essere compiuti. Sono molteplici le cause che hanno reso questi edifici invisibili e, spesso, rifugio degli “invisibili”. Non si tratta di periferie di una città in ritirata, ma luoghi sparsi su tutto il tessuto urbano di una metropoli che sfida il cielo con nuove torri. Una Milano assente, troppo distratta dal cementificare ogni vuoto, per ascoltare i silenzi di edifici in attesa di idee e di coraggio. Luoghi che non chiedono di rimanere uguali a loro stessi, ma che sono pronti a trasformarsi adeguandosi a nuove funzioni. Una lotta silenziosa quella che devono affrontare. Contro il deterioramento che sbriciola piano piano le loro fondamenta e la natura che, quieta, si riprende gli spazi che le sono stati portati via."


YOU MAY ALSO LIKE