Il tempo delle archistar è finito; avanza una nuova generazione di giovani architetti che vivono nel mondo reale e non più in quello del "distacco" da terra, che usano le mani e sanno quanto pesa una trave, e che utilizzano parole finora sconosciute ai grandi progettisti: parole come responsabilità, ascolto, morale, riuso, autocostruzione. Dignità e spazio pubblico.