La Giornata mondiale contro il lavoro minorile, 12.6.13

EPA/FAROOQ KHAN

Srinagar, Kashmir, India, 12 giugno 2013. 


EPA/FAROOQ KHAN

Srinagar, Kashmir, India, 12 giugno 2013. 


EPA/JALIL REZAYEE

Bambini al lavoro in una discarica di rifiuti ad Herat, Afghanistan, 12 giugno 2013.


EPA/S. SABAWOON

Kabul, Afghanistan, 12 giugno 2013.


EPA/ARSHAD ARBAB

Peshawar, Pakistan, 11 giugno 2013.


EPA/ARSHAD ARBAB

Peshawar, Pakistan, 11 giugno 2013.


EPA/ARSHAD ARBAB

Peshawar, Pakistan, 11 giugno 2013.


EPA/FAROOQ KHAN

Srinagar, Kashmir, India, 12 giugno 2013. 


EPA/YAHYA ARHAB

Sana'a, Yemen, 12 giugno 2013.


EPA/YAHYA ARHAB

Sana'a, Yemen, 12 giugno 2013.


 EPA/YAHYA ARHAB

Sana'a, Yemen, 12 giugno 2013.


EPA/ARSHAD ARBAB

Peshawar, Pakistan, 11 giugno 2013.


EPA/PIYAL ADHIKARY

Una manifestazione contro il lavoro minorile a Calcutta, India, 12 giugno 2013.


 EPA/PIYAL ADHIKARY

Una manifestazione contro il lavoro minorile a Calcutta, India, 12 giugno 2013.


Dedichiamo le "foto del giorno" di oggi alla Giornata mondiale contro il lavoro minorile , celebrata oggi in tutto il mondo, e dedicata quest'anno, in particolare, al tema del lavoro domestico. Secondo li dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), sono oltre 15 milioni i bambini che nel mondo lavorano come domestici, spesso a rischio di abusi fisici, psicologici e talvolta sessuali. ''Lavorano molte ore, non hanno libertà personale, e spesso si tratta di lavoro nero'', spiega Constance Tommaso, Direttore del Programma dell'ILO per l'eliminazione del lavoro minorile (IPEC). Si tratta di bambini costretti a fare anche i lavori più pesanti, spesso malnutriti e umiliati: un esercito di 15,5 milioni di bambini-domestici che rappresenta il 5% del lavoro minorile nel mondo, stimato in 305 milioni di minori, dai 5 ai 17 anni. La maggior parte dei baby-domestici (il 73%) sono bambine, tra i 5 ed i 14 anni. Il lavoro domestico dei bambini riguarda tutte le regioni del mondo ed è pratica comune in alcuni Paesi africani come il Burkina Faso, Costa d'Avorio, Ghana e Mali. 


La piaga del lavoro minorile non risparmia però nemmeno i Paesi più avanzati, e tra questi anche l'Italia, dove ben 260.000 ragazzini sono "costretti" a lavorare, più di uno ogni 20 under 16, il 5,2% del totale dei bambini nella fascia 7-15 anni. Tra questi, sono 30.000 i 14-15enni a rischio di sfruttamento che fanno un lavoro pericoloso per la loro salute, sicurezza o integrità morale. 


Sono i primi risultati di un'ampia indagine sul lavoro minorile realizzata dall'Associazione Bruno Trentin e da Save the Children, presentata ieri a Roma, alla presenza del ministro del Lavoro Enrico Giovannini e del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. I dati sul fenomeno sono sempre stati scarsi (gli ultimi risalgono al 2002) e manca un'adeguata mappatura nazionale del lavoro minorile, oggi ancor più critico alla luce dell'impatto della crisi economica. Si inizia anche molto presto, prima degli 11 anni (0,3%), ma è col crescere dell'età che aumenta l'incidenza del fenomeno (3% dei minori 11-13enni), per raggiungere il picco di quasi 2 su 10 (18,4%) tra i 14 e 15 anni, età di passaggio dalla scuola media a quella superiore, nella quale si materializza in Italia uno dei tassi di abbandono scolastico più elevati d'Europa (18,2% contro una media Ue a 27 del 15%).


Il lavoro minorile non fa differenze di genere (il 46% dei 14-15enni che lavorano sono femmine). Le esperienze di lavoro dei minori tra i 14 e 15 anni sono in buona parte occasionali (40%), ma 1 su 4 lavora per periodi fino ad un anno e c'è chi supera le 5 ore di lavoro quotidiano (24%). La cerchia familiare è l'ambito nel quale si svolge la maggior parte delle attività: per il 41% dei minori si tratta infatti di un lavoro nelle mini o micro imprese di famiglia, 1 su 3 si dedica ai lavori domestici per più ore al giorno, anche in conflitto con l'orario scolastico, più di 1 su 10 lavora presso attività condotte da parenti o amici; ma esiste anche un 14% di minori che presta la propria opera a persone estranee all'ambito familiare. Fuori dalle mura domestiche, prevalgono lavori nella ristorazione (barista, cameriere, aiuto in cucina, panettiere) e nei negozi stanziali o ambulanti. (ANSA)

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