Giorgio Moroder: il live a Roma è stata una grande festa - Recensione

Ufficio stampa Fondazione Musica Per Roma /foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Giorgio Moroder live all'Auditorium Parco della Musica di Roma
Ufficio stampa Fondazione Musica Per Roma /foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Giorgio Moroder live all'Auditorium Parco della Musica di Roma
Gabriele Antonucci
Giorgio Moroder in concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma
Gabriele Antonucci
Giorgio Moroder in concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma
Gabriele Antonucci
Giorgio Moroder in concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma
Ufficio stampa Fondazione Musica Per Roma /foto Musacchio, Ianniello & Pasqualini
Giorgio Moroder live all'Auditorium Parco della Musica di Roma

Nel 1977 Brian Eno e David Bowie erano a Berlino, negli studi di registrazione Hansa Tonstudio, per lavorare sui brani di Heroes.

Eno entrò in studio e disse: "Ho sentito il suono del futuro" e fece ascoltare a Bowie I Feel Love di Donna Summer, composta da Giorgio Moroder e Pete Bellotte.

Una previsione decisamente azzeccata, visto che nel 2019 quella canzone, ancora attualissima nelle sonorità, è stato uno dei brani che ieri sera ha maggiormente entusiasmato il pubblico dell'Auditorium Parco della Musica di Roma nell'ultima tappa italiana del tour "A Celebration of the 80's" di Giorgio Moroder.

Il grande produttore e compositore di Ortisei è stato uno dei pionieri dell'elettronica e della disco music, oltre che autore di alcune delle colonne sonore più amate di sempre.

Nella sua bacheca spiccano 3 Oscar, 4 Golden Globes, 4 Grammy Awards e un numero imprecisato di dischi di platino e d'oro.

A 79 anni compiuti pochi giorni fa, portati con invidiabile energia, Moroder sta girando il mondo con il suo primo vero tour con una band, dopo il successo dei dj-set intrapresi nel 2013, contestualmente all'uscita del capolavoro Random Access Memories dei Daft Punk, dove ha prestato la sua voce nel brano Giorgio by Moroder.

Il trionfo dei Daft Punk alla serata dei Grammy Awards 2014, con cinque statuette ricevute per l'album, ha rilanciato un certo tipo di sound, il funky-disco che impazzava nelle discoteche alla fine degli anni Settanta, ma soprattutto ha costretto la critica musicale a riconoscere il valore e l'influenza di artisti legati a quella stagione irripetibile, come Nile Rodgers degli Chic e lo stesso Moroder.

La serata di ieri a Roma è stata una vera e propria festa, che ha alternato alcuni gustosi racconti del produttore di Ortisei a brani indimenticabili che hanno costituito la colonna sonora delle vite dei quarantenni e dei cinquantenni di oggi, anche se sono amatissimi da giovani che allora non erano neanche nati.

La serata è iniziata poco dopo le nove con l'evocativo tema di Fuga di mezzanotte, film di Alan Parker del 1978, suonato dalla numerosa band di Moroder, formata da 9 musicisti e da 4 cantanti.

Il padrino dell'eurodisco entra in scena cantando a sorpresa la spensierata Looky Looky, il suo primo successo con il quale ha partecipato al Cantagiro del 1970 insieme a Celentano.

Al termine della canzone, Moroder racconta i suoi esordi artistici, il trasferimento a Monaco di Baviera, dove fonda i Musicland Studios nel quartiere di Bogenhausen, introducendo Love to love you baby di Donna Summer, uno dei brani più sensuali di sempre, per il quale la compianta vocalist americana registrò nel buio più assoluto ben 72 gemiti, poi inseriti nella versione estesa del 45 giri.

Never Ending Story di Limahl, tema de La storia infinita, è un emozionante salto indietro nel tempo che rivela anche le sue notevoli doti di composizione in ambito pop, mentre Bad Girls, uno dei brani più amati di Donna Summer per il suo trascinante groove, fa scattare il pubblico in piedi per ballare, trasformando la Sala Santa Cecilia in una gigantesca discoteca.

Si prosegue con l'omaggio a Donna Summer e alla disco nella briosa On the Radio, che ha una suggestiva intro voce e piano, mentre The Chase, altra perla dalla colonna sonora di Fuga di Mezzanotte, ancora modernissima nel sound nonostante sia stata incisa 41 anni fa, inaugura l'eccellente trittico elettronico completato dal gioioso electropop di Together in Electric Dream e dalla memorabile From Here to Eternity, cantata da Moroder con il vocoder.

What a Feeling di Irene Cara, dall'iconica soundtrack di Flashdance, fa scatenare il pubblico femminile, mentre Giorgio by Moroder dei Daft Punk mette tutti d'accordo con le sue sonorità retrofuturiste, gli archi ariosi, le sue percussioni e i suoi ipnotici synths.

La band rivela un sound compatto e affiatato, il quartetto d'archi esalta la componente emotiva dei brani e i quattro cantanti (tre donne e un uomo) che si alternano al microfono hanno buone doti vocali e presenza scenica, anche se è impossibile, naturalmente, sostituire una voce unica come quella di Donna Summer.

Non poteva mancare un omaggio a Top Gun, di cui Moroder (che per l'occasione indossa gli iconici Ray Ban a specchio) sta curando la colonna sonora anche del sequel di imminente uscita, con la romantica Take My Breath Away di Berlin, scandita dalle inconfondibili tastiere cinematiche del produttore, che fa scattare all'Auditorium l'effetto "lucciole" dei telefonini, mentre l'adrenalinica Danger Zone di Kenny Loggins è un solido pop rock tipicamente anni Ottanta.

Si torna all'attualità con la riuscita dance di Right Here, Right Now, il singolo di lancio dell'album Deja Vu del 2015, cantata originariamente da Kylie Minogue, mentre uno dei momenti più memorabili della serata è la ricostruzione dal vivo di come è nata in studio I Feel Love, strumento dopo strumento, partendo da un semplice click (metronomo) sul registratore a 24 piste.

L'esaltazione lascia spazio a un pizzico di malinconia nel ricordo di due grandi artisti scomparsi troppo presto, David Bowie e Donna Summer, di cui abbiamo riascoltato le inconfondibili voci, accompagnate live dai musicisti e dai coristi, rispettivamente in Cat People (Putting Out Fire) ein MacArthur Park, brano originariamente composto da Jimmy Webb.

Il finale è un crescendo di emozioni e di ritmo con le trascinanti Last Dance e Hot Stuff, che hanno trasportato il pubblico idealmente all'interno dello Studio 54 di New York, mentre il bis è affidata al pop-rock di Call Me dei Blondie, brano inscindibilmente legato all'inizio di American Gigolò, dove Richard Gere guida con sicumera una splendida Mercedes Pagoda.

Grandi applausi e il pubblico tutto in piedi hanno salutato la fine del concerto di Giorgio Moroder, una riuscita celebrazione dal vivo di cinquant'anni di successi e di melodie immortali in due ore ricche di emozioni, ricordi, ritmo e divertimento.

Un'esibizione che ha confermato ancora una volta la straordinaria vena creativa del produttore di Ortisei, un gigante della musica elettronica che ha indicato la strada a decine di artisti e che ha ancora molto da dare alla musica di oggi.

La setlist del concerto all'Auditorium Parco della Musica di Roma (19/5/2019)

(Theme from) Midnight Express

Looky Looky

Love to Love You Baby
(Donna Summer cover)

The NeverEnding Story
(Limahl cover)

Bad Girls
(Donna Summer cover)

On the Radio
(Donna Summer cover)

Chase

Together in Electric Dreams
(Philip Oakey & Giorgio Moroder cover)

From Here to Eternity

Flashdance... What a Feeling
(Irene Cara cover)

Giorgio by Moroder
(Daft Punk cover)

Take My Breath Away
(Berlin cover)

Danger Zone
(Kenny Loggins cover)

Right Here, Right Now

I Feel Love
(Donna Summer cover)

Cat People
(David Bowie cover)

MacArthur Park
(Jimmy Webb cover)

Last Dance
(Donna Summer cover)


Hot Stuff
(Donna Summer cover)

Encore:

Call Me
(Blondie cover)

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