News

G20, approvato il documento conclusivo e l'allegato sul terrorismo

parigi-attentati
Daniel Munoz/Getty Images
A Sudney una donna mostra un cartello "Je suis Paris" per le vittime degli attentati della notte - 14 novembre 2015
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Alcuni parigini davanti al memoriale del Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 novembre 2015
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Una foto di una vittima degli attentati di Parigi davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 Novembre 2015
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Una foto di una vittima degli attentati di Parigi davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne - 15 Novembre 2015
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Bandiere francesi e un cartello sul ramo di un albero con la scritta: "Non vi faremo scegliere il futuro dei nostri figli" davanti al Cafe Belle Equipe in rue de Charonne a Parigi - 16 Novembre 2015
DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images
Un musulmano davanti al ristorante Le Carillon di Parigi con un cartello: "Il terrorismo non è l'Islam. L'Islam è come questo fiore. Il terrorismo non ha religione"
ALAIN JOCARD/AFP/Getty Images
I parigini rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al ristorante Le Carillon - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Lo scrittore francese Marek Halter (il secondo da sinistra), l'Imam della Moschea di Drancy Mosque, Hassene Chalghoumi (quarto da sinistra), rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane di Parigi rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Una donna piange davanti al Bataclan a Parigi - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
I parigini rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
MIGUEL MEDINA/AFP/Getty Images
Lo scrittore francese Marek Halter (il quarto da sinistra), l'Imam della Moschea di Drancy Mosque, Hassene Chalghoumi (sesto da sinistra), rappresentanti delle comunità ebraiche e musulmane di Parigi rendono omaggio alle vittime degli attentati di Parigi davanti al Bataclan - 15 novembre 2015
ANSA/ANDREA MEROLA
Alberto Solesin, padre di Valeria, la ragazza veneziana morta nall'attentato terroristico al teatro Bataclan di Parigi. Venezia, 15 novembre 2015.
Jeff J Mitchell/Getty Images)
Parigi, 14 novembre 2015: l'omaggio di Bono e del gruppo degli U2 alle vittime dell'attentato al teatro Bataclan
Jeff J Mitchell/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
Jeff J Mitchell/Getty Images)
Parigi, 14 novembre 2015, fiori e candele davanti al teatro Bataclan
Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, il tributo alle vittime degli attentati terroristici: fiori e candele in Place de la Republique
Christopher Furlong/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fori di proiettile sulla vetrina di un bar
David Ramos/Getty Images
Parigi, 14 novembre 2015, fiori all'ingresso del ristorante Le Carillon, uno degli obiettivi degli attacchi dei terroristi
Antoine Antoniol/Getty Images
Una donna posa una candela davanti al bar Le Carillon di Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Un bambino posa una candela davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Fiori e candele davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 novembre 2015
Antoine Antoniol/Getty Images
Un abbraccio tra due amiche davanti al bar Le Carillon a Parigi - 14 Novembre 2015
JEFF PACHOUD/AFP/Getty Images
Alcune persone accendono candele in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi a Lion - 14 novembre 2015
JOEL SAGET/AFP/Getty Images
Il memoriale per le vittime degli attentati di Parigi in Place de la Republique - 14 Novembre 2015
EPA/Tomasz Gzell POLAND OUT
Alcune persone mettono fiori davanti all'ambasciata francese in Polonia - 14 novembre 2015
EPA/Tomasz Gzell POLAND OUT
Alcune persone mettono fiori davanti all'ambasciata francese in Polonia - 14 novembre 2015
EPA/JULIEN WARNAND
Alcune persone depongono fiori e candele in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi in Place de la Republique a Parigi - 14 novembre 2015
EPA/YOAN VALAT
Il dramma dei superstiti agli attentati di Parigi - 14 novembre 2015
EPA/ARMANDO BABANI
Fiori davanti all'ambasciata francese in Albania - 14 settembre 2015
EPA/ROMAN PILIPEY
Una donna deposita fiori a Parigi dopo gli attentati da parte dell'Isis - 15 novembre 2015
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Fiori e candele davanti al Carillon bar a Parigi, uno dei luoghi degli attentati che hanno colpito la città
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Una donna in lacrime davanti al Carillon bar nel X arrondissement di Parigi - 14 novembre 2015
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
Getty Images
Parigi, 13 novembre 2015, lo Stade de France dopo gli attentati terroristici
LOIC VENANCE/AFP/Getty Images
Una delle vittime degli attentati di Parigi coperta da un lenzuolo
KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images
Polizia francese fuori dal Cafe Bonne Biere in Rue du Faubourg du Temple a Paris - 14 Novembre 2015

Un documento in 9 punti, ecco quanto deciso dai leader delle maggiori economie mondiali nella due giorni di Antalya, iniziata a meno di 48 ore dai tragici fatti di Parigi, che ne hanno inevitabilmente cambiato programma e agenda:

1 - I leader del G20 condannano nella maniera più ferma possibile gli odiosi attacchi di Parigi, un inaccettabile affronto nei confronti dell'umanità. Porgiamo le nostre più sentite condoglianze alle vittime degli attacchi e alle loro famiglie.

2 - Rimarremo uniti nella lotta al terrorismo. L'emersione di fenomeni terroristici mina la pace e la sicurezza internazionale, ponendo a rischio i nostri sforzi di rafforzare l'economia del pianeta e raggiungere una crescita e uno sviluppo sostenibili.

3 - Condanniamo in maniera ferma ogni atto, metodo o pratica terroristica, che non può essere giustificata in alcun modo.

4 - Ribadiamo che il terrorismo non può essere associato ad alcuna religione, razza, cultura o nazionalità.

5. La lotta al terrorismo è una priorità per tutti i Paesi; ribadiamo la volontà di collaborare per risolvere i problemi e prevenire e sopprimere qualsiasi atto di terrore attraverso una collaborazione internazionale e una solidarietà basata su tutti i livelli, nel completo rispetto della centralità del ruolo dell'Onu e in ossequio a quanto stabilito dai trattati Onu, dal diritto internazionale e dai diritti umani, leggi umanitarie e diritto dei rifugiati e richiedenti asilo.

6 - Ribadiamo inoltre la volontà di combattere il terrorismo privandolo dei canali di finanziamento, in particolare attraverso il blocco di beni e l'interscambio di informazioni tra Paesi. Il sequestro dei finanziamenti a questi destinati va perseguito implementando le misure necessarie all'attuazione del FATF (Finanzial Action Task Force).

7 - Le nostre azioni di antiterrorismo devono continuare a far parte di una più ampia azione diretta a ostacolare tutte quelle attività che del terrorismo sono la fonte: estremismi violenti, radicalizzazione e reclutamento di miliziani, lotta a movimenti terroristici, contrasto alla propaganda terroristica. Il tutto anche attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e telematiche, in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu 2178.

8 - Esprimiamo la nostra preoccupazione rispetto il proliferare del fenomeno dei foreign fighter, che costituiscono una minaccia anche per i Paesi di provenienza degli stessi, oltreché per i paesi di transito e destinazione. Ci stiamo opponendo a questo fenomeno attraverso una cooperazione transnazionale, che prevede lo scambio di informazioni, la rilevazione e registrazione dei passaggi alle frontiere e una risposta appropriata in sede penale.

9 - I continui e recenti attacchi terroristici occorsi in varie parti del globo hanno mostrato, ancora una volta, la necessità di aumentare il livello di cooperazione internazionale e di solidarietà tra tutti i Paesi decisi a opporsi alla minaccia terroristica. Ricorderemo sempre le vittime di questi attacchi.

Altro tema "caldo" dell'incontro, la gestione della crisi dei migranti. "Ci appelliamo a tutti i Paesi a contribuire per rispondere a questa crisi e a condividere gli oneri legati ad essa, specialmente nella ridistribuzione dei rifugiati, i diritti d'ingresso umanitario, l'aiuto umanitario", si legge nel comunicato finale del summit ospitato in Turchia.

Un altro capitolo fondamentale del testo definitivo riguarda il Pil complessivo dei Paesi che fanno parte del G20: i leader hanno sottoscritto la volontà di aumentarlo di un ulteriore 2% entro il 2018.

La nuova parola d'ordine è stata quindi unità d'azione contro il terrorismo stragista. All'indomani del massacro nel cuore di Parigi, Barack Obama e Vladimir Putin hanno messo da parte (a parole) le loro divergenze strategiche sulla Siria e concordato un piano di azione per colpire lo Stato islamico nei territori che amministra, a cavallo tra Iraq e Siria, il famoso Siraq sunnita secondo il neologismo inventato dai think tank americani.

Le fonti di finanziamento dell'Isis

La Francia in guerra contro l'Isis: bombardata Raqqa - Foto e Video

Parigi, l'Isis e il vero obiettivo delle stragi

Non c'è il rischio - proprio per la natura asimmetrica e globale della guerra - che un'azione militare a tappeto possa fare da semina a una nuova leva di terroristi islamici sparsi in ogni angolo del pianeta?

NUOVA CONSAPEVOLEZZA
A margine del G20 ad Antalya, nel corso di un faccia a faccia fuori programma e durato 35 minuti, i due presidenti  avrebbero infatti concordato i punti chiave di un accordo che - al di là della solidarietà di prammatica nei confronti del popolo francese - dovrà essere approvata durante il summit, e che prevede inizialmente controlli più stringenti sul traffico aereo, sulle fonti di finanziamento e sui confini,  tra Turchia e Siria, laddove continuano a passare centinaia di foreign fighters islamisti e gli spalloni turchi contrabbandano il petrolio estratto dalle raffinerie in mano ai miliziani.  Il punto chiave dell'accordo, recita la bozza, è quando afferma che bisogna "i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda la cooperazione nello scambio di informazioni, il congelamento degli asset dei terroristi e sanzioni verso i regimi che finanziano". 

CASH FLOW VERSO ISIS
Che si stia facendo largo una nuova consapevolezza, dopo quanto avvenuto a Parigi, è apparso chiaro anche dalle dichiarazioni di Tayip Erdogan, il presidente turco accusato fino a ieri di doppiogiochismo, che non solo ha sollecitato "un un messaggio duro, forte, per la lotta al terrorismo" ma è arrivato a sostenere quello che molti pensano: che se si vuole prosciugare l'Isis non bastano le bombe contro Raqqa, "bisogna prosciugare gli asset finanziari", gran parte dei quali provenienti dai Paesi del Golfo,  che ingrassano le casse del gruppo di Al Baghdadi. Un messaggio-chiave condiviso da Donald Tusk, secondo il quale "le parole non bastano più, è il momento di agire". L'urgenza, per il G20, è per usare le parole che ha usato Barack Obama quello di "fronteggiare lo stesso terrorismo che colpisce a Parigi, Ankara, Suruc e Gaziantep". 

I DILEMMI DELL'INTERVENTO
A parole, ed è già un notevole passo avanti dopo lo stallo militare-diplomatico degli ultimi mesi, sono tutti d'accordo. La guerra contro il terrorismo stragista necessità una piattaforma comune che metta finalmente da parte le reciproche diffidenze tra le potenze mondiali e nazionali sulla questione della transizione politica in Siria.

I problemi da superare però sono molti, ben sottolineati da Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, a margine del G20: "La Russia e l'Occidente  hanno capito la necessità di cooperare nella lotta al terrorismo internazionale ma un accordo è impossibile perchè l'Occidente è diviso nei suoi approcci alla lotta a questo fenomeno", come risulta chiaro anche dalla reazione di Matteo Renzi, che ha messo in guardia tutti da una reazione priva di una strategia comune.

I problemi non si chiamano solo Assad. Hanno a che vedere anche con i finanziamenti dai Paesi del Golfo - ufficialmente alleati nella guerra contro Isis - verso il gruppo di Al Baghdadi. Effettuare controlli più stringenti sul cash flow delle monarchie petrolifere - uno dei punti chiave della bozza - potrebbe avere un prezzo molto elevato, per le nostre aziende all'estero ma anche per il prezzo del barile, con evidenti ricadute recessive sulle economie europee e mondiali: siamo disposti a pagarlo?  È la domanda che si fanno molti.

L'altra domanda riguarda la natura della guerra asimettrica che il G20 dovrà condurre contro le postazioni dell'Isis in Siria e in Iraq: quali effetti potrebbe produrre un bombardamento a tappeto delle postazioni islamiste a Raqqa, dove per altro vivono migliaia di civili impossibilitati a scappare dalla città siriana a causa dei ferrei controlli effettuati dai miliziani? Non c'è il rischio - proprio per la natura asimmetrica e globale della guerra - che un'azione militare a tappeto possa fare da semina a una nuova leva di terroristi islamici sparsi in ogni angolo del pianeta? E siamo sicuri che russi e americani abbiano la stessa idea del dopo Assad e dei gruppi che debbono aiutati in Siria?

L'altra domanda riguarda le conseguenze, che dovremmo pagare, di una delega all'intelligence e alle polizie nazionali - da coordinare a livello europeo - sulle libertà non solo dei cittadini europei di origine musulmana, ma su tutti noi. In ogni caso, il prezzo è elevato. E non è detto che, in prospettiva, le opinioni pubbliche europee siano disposte a pagarlo.



YOU MAY ALSO LIKE