Fitbit Blaze, perché può battere Apple Watch

da Las Vegas

Vuoi anche per ragioni di longevità, Fitbit è già il numero uno al mondo nel settore dei dispositivi indossabili. Altrettanto evidente è che l’ingresso di Apple nel mercato si è fatto sentire: secondo i dati diffusi dalla Idc, il produttore di Flex, Charge e affini è sceso a una quota di mercato del 22,2 per cento nel terzo trimestre del 2015, contro un ben più incoraggiante 32,8 per cento dello stesso periodo del 2014. Cupertino la tallona a breve distanza con il 18,6 per cento, mentre Xiaomi occupa un dignitosissimo terzo posto con il 17,4 per cento.

Dunque Fitbit non deve battere Apple, perché al momento lo sta già facendo. Ma con un’intera vasta gamma di dispositivi contro uno soltanto (vecchio refrain della guerra con Samsung nel terreno degli smartphone) e comunque il trend non le suggerisce di dormire sonni tranquilli: il ribaltone, il sorpasso, potrebbe esser dietro l’angolo. O nel prossimo report.

Per scongiurarlo, ecco una mossa sulla carta vincente. Ecco Blaze, smartwatch nuovo di zecca svelato al Ces che sembra sanare tutti quei crucci che i possessori dei vecchi Fitbit, molti dei quali entusiasti, covavano dentro.

Fitbit

Il focus è senz’altro sul fitness, sulla necessità di monitorare se stessi, i propri progressi e i meno auspicabili passi indietro, ma ci sono le notifiche di chiamata, gli sms, gli aggiornamenti del calendario, oltre al già consolidato monitoraggio del sonno. Il tutto racchiuso in un design molto elegante con un primo, grande punto di forza: una batteria che dura fino a 5 giorni, che dunque non arriva faticosamente a sera come nel caso del rivale, almeno quando viene messo parecchio sotto stress.

Blaze è compatibile con oltre 200 modelli di smartphone con a bordo i principali sistemi operativi, da Android a Windows Phone passando naturalmente per iOS. Costa meno di 300 euro (l’Apple Watch più scarso parte da 419) e sarà disponibile in Italia a partire da marzo. Ma esattamente, cosa fa?

È un personal trainer che registra il battito cardiaco, ha un Gps di serie, ci insegna e ci aiuta a svolgere allenamenti ed esercizi direttamente dal suo schermo touch a colori – addominali inclusi – senza passare da una app e dunque da un telefonino. Ha un’intelligenza di serie che ci dice come stiamo andando e può distinguere le varie attività che stiamo svolgendo, da una corsa in bicicletta, al trekking, alla corsa, al basket, al calcio o al tennis.

Insomma, è bene ribadirlo, l’enfasi è su sudore e suoi benefici, ma stavolta senza sacrifici sul piano dello stile. I cinturini sono intercambiabili e lo stesso discorso vale per la cassa: accanto al più informale caucciù, ecco la pelle o l’acciaio, per dargli un tono più elegante. Prezzi: dai 29,99 euro per la gomma, fino ai 139,99 euro per cinturino e cassa in acciaio inossidabile.

Dimenticate i vecchi display monocolore in cui le informazioni erano accessibili col contagocce, premendo ripetutamente l’unico pulsante disponibile. L’interfaccia è fluida, piacevole, intuitiva. Forse, guardando tutto da una diversa angolatura, è altrettanto vero che Fitbit si è dovuto in qualche modo adeguare all’Apple Watch o comunque agli ultimi trend degli smartwatch. Ma l’ha fatto senza svilire la sua identità, anzi potenziandola, esasperandola (dal semplice monitoraggio degli esercizi, siamo passati ai precetti per svolgerli in modo corretto). Un modo sensato per distinguersi in un mercato in cui le alternative hanno smesso da un po' di tempo di scarseggiare. 

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