Figure, 1913 - 1942

Amedeo Modigliani /Ufficio Stampa GWEP
Amedeo Modigliani, Testa di donna (Testa di Hanka Zborowska), 1917
Mario Sironi /Ufficio Stampa GWEP
Mario Sironi, Figura, 1913
Carlo Carrà /Ufficio Stampa GWEP
Carlo Carrà, La ballerina del San Martino, 1915
Pablo Picasso /Ufficio Stampa GWEP
Pablo Picasso, Femme nue assise, 1941

Curata da Antonello Negri, aperta dal 22 ottobre al 4 dicembre 2015, la mostra raccoglie cinque tele evocative di un sentire artistico diffuso nel corso del Novecento: la volontà di ritrarre rappresentare la figura allontanandosi dalla realtà e scegliendo linee, forme e colori per il loro valore simbolico e non più come strumento di riproduzione della realtà.

Mentre in Italia i Futuristi come Boccioni e Sironi aprivano per primi la strada del ritratto “antigrazioso” come arma per combattere la classicità, nel resto d’Europa (e soprattutto a Parigi) Picasso e Modigliani dipingevano ritratti assolutamente antitradizionalisti, con un modo inedito di guardare alle cose e di rappresentarle.

Le opere in mostra coprono tre decenni di grande cambiamento storico e artistico e sono interpreti di una sensibilità nuova per il ritratto. Così Mario Sironi con linee e colori futuristi, Carlo Carrà con i soggetti arcaizzanti, Amedeo Modigliani influenzato dalla scultura africana, Massimo Campigli ispirandosi alla pittura parietale romana e Pablo Picasso capace di reinventare le forme umane, dimostrano in questo percorso espositivo che il ritratto è tale anche se non assomiglia al suo modello. Un’ opera appositamente pensata per questa mostra dalla giovane artista Marta Dell’Angelo – che da anni lavora sul tema della figura, del corpo e della sua rappresentazione – farà da contemporaneo contrappunto a questa piccola antologia di classici della modernità.

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