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Fidel Castro e la Cuba della violazione dei diritti umani

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19 aprile 2016. Il presidente cubano Fidel Castro nel suo discorso di chiusura al VII Congresso del Partito Comunista Cubano a Havana.
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Festa per il compleanno di Fidel Castro a L'Avana, 13 agosto 2015
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Una famosa immagine di Giovanni Paolo II e Fidel Castro all' aeroporto dell' Avana, Cuba, 21 gennaio 1998
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L'incontro storico tra Fidel e Papa Giovanni Paolo II, il 21 gennaio 1998.
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Fidel Castro in una foto del 1988.
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Fidel Castro consegna un omaggio al Pontefice, in visita a Palazzo della Rivoluzione. L' Avana, Cuba, 22 gennaio 1998
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26 luglio 1991. Fidel Castro incontra il leader sudafricano dell'ANC Nelson Mandela.
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Il ballo tra Fidel e l'allora generale dell'esercito venezuelano Hugo Chavez. L'Avana, 13 dicembre 1994.
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5 gennaio 1959. Fidel Castro parla a Santa Clara, Cuba, tenendo un discorso che dura per ore, poco dopo la cacciata del dittatore Fulgancio Batista. [Dettaglio]
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5 gennaio 1959. Fidel Castro parla a Santa Clara, Cuba, tenendo un discorso che dura per ore, poco dopo la cacciata del dittatore Fulgancio Batista.
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Castro esamina un fucile durante la sua visita ad Hanoi verso la fine della guerra del Vietnam, nel settembre 1973.
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Fidel Castro e Ernesto "Che" Guevara a L'Avana nei primi anni '60.
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6 maggio 1963, Castro con il segretario del PCUS Nikita Kruschev durante la visita a Mosca del leader cubano.
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Fidel Castro a New York in una foto del 1955 durante un'intervista.
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Primi anni '60. Fidel posa con un marlin appena pescato dopo una battuta di pesca d'altura, passione condivisa con Ernesto "Che" Guevara.
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Giugno 1970. Fidel Castro e Osvaldo Dorticos Torrado parlano con i medici cubani in procinto di partire per il Perù come volontari per l'intervento umanitario in seguito al grave terremoto che colpì il Paese sudamericano.
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18 aprile 1959. Washington D.C. La stretta di mano tra Nixon, allora vicepresidente, e Fidel Castro prima della conferenza stampa.
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15 febbraio 1965. Fidel Castro durante una partita di baseball, sport nazionale cubano.
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Castro si rilassa in una piantagione di zucchero assieme ad alcuni bambini del luogo, prima della presa del potere del 1959.
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Cuba gennaio 1979. Fidel Castro e Saddam Hussein. A destra si riconosce il fratello di Fidel, Raul Castro.
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Bahia de Cochinos, Aprile 1961. Fidel spunta dalla torretta di un blindato nei giorni del tentato sbarco americano a Cuba.
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L'abbraccio tra Fidel e il presidente nicaraguense Daniel Ortega il 27 giugno 1988.
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Yasser Arafat e Castro, due leader molto vicini, in una foto del novembre 1974.
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Fidel Castro (al centro) e un gruppo di compagni a Los Palos, provincia de L'Avana nel 1953, durante la preparazione dell'assalto alla caserma Moncada, sede di una guarnigione dell'esercito sotto la dittatura di Fulgencio Batista.
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1960. Ernest Hemingway consegna a Fidel castro tre premi per altrettante gare di pesca.

La traiettoria biografica di Fidel Castro è inseparabile dalla storia della rivoluzione cubana della quale fu il lider maximo, una rivolta armata lanciata alla fine degli anni '50 contro il regime di Fulgencio Batista che poco tempo dopo l'abbattimento del tiranno cominciò a trasformarsi in un regime totalitario.

Ancora oggi Cuba è il paese dell'emisfero occidentale nel quale il governo è responsabile delle peggiori violazioni e soppressioni dei diritti umani, secondo numerosi esperti e ong, che nel corso degli anni hanno affrontato con dati e analisi questo aspetto oscuro dell'Avana.

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La totale opacità del regime ha reso difficile la raccolta di informazioni affidabili. Ciò non ha però impedito agli organismi a difesa dei diritti umani di segnalare per esempio che il governo reprime "sistematicamente individui e gruppi che lo criticano o rivendicano i loro diritti" (Human Rights Watch, 2013), mantiene "un ferreo controllo di oppositori, attivisti dei diritti umani e giornalisti indipendenti" (Amnesty International, 2014), nell'ambito di una "permanente e sistematica di violazione dei diritti dei cittadini" (Commissione Interamericana dei Diritti Umani, 2014).

Azzeramento delle libertà civili
Di fatto, nei suoi lunghi anni al potere Castro ha eliminato le libertà civili nell'isola, dove non esiste pluralismo politico, nè diritto di assemblea o di manifestazione. E ancora, viene sottolineato da più fonti, le autorità controllano ogni forma di espressione pubblica.

Sulla base del modello delle repubbliche popolari dell'Europa dell'Est, si è sviluppato un sistema di controllo e repressione sociale capillare di terribile efficacia. È difficile stabilire il numero esatto delle vittime del castrismo: Amnesty registra 237 condanne a morte per motivi politici dal '59 all'87, ma lo storico britannico Hugh Thomas sostiene che ci sono state 5.000 esecuzioni dal '59 al '70.

Il '"Libro Nero del Comunismo", curato da Stephane Courtois, parla di 15-17 mila morti per motivi politici dal trionfo della Rivoluzione fino alla metà degli anni '90.

Gli esiliati
Una cifra meno aleatoria e sicuramente significativa è quella dei cubani andati via dall'isola, malgrado le forti restrizioni all'emigrazione, da quando i Castro sono al potere: in totale circa 1,2 milioni, pari al 10% della popolazione cubana. Un numero che aiuta a capire perchè le rimesse dei cubani all'estero rappresentano un'entrata di valuta estera superiore a quella dell'industria turistica.

La crescita autoritaria del potere
La storia di Fidel, che è la storia di Cuba, è segnata dai capitoli che hanno accompagnato lo sviluppo autoritario del governo, a partire dalle fucilazioni nella prigione della Cabana all'Avana e la fondazione del primo campo di lavoro a Guanahacabibes nel '59: entrambi coordinati da Ernesto Che Guevara. Oltre alla condanna a 20 anni di carcere per "sovversione" del comandante ribelle Huber Matos, che scontò tutta la sua pena e morì in esilio nel febbraio del 2014.

Nel '61 Castro pronunciò d'altra parte il suo famoso discorso rivolto agli intellettuali che segnò la fine della libertà artistica ("Quali sono i diritti degli artisti? Dentro la rivoluzione tutto, contro la rivoluzione nessun diritto").

Dieci anni dopo il poeta Herberto Padilla fu processato per "attività sovversive" e obbligato ad un'autocritica pubblica nello stile dei processi stalinisti. Nel 1989 il generale ed eroe della "revolucion" Arnaldo Ochoa venne fucilato per narcotraffico e tradimento.

Ogni iniziativa dei dissidenti viene schiacciata con una combinazione di repressione poliziesca e 'manifestazione spontanea delle masse': nel 1998 Oswaldo Payà lanciò il Progetto Varela, raccogliendo le firme per promuovere una riforma costituzionale. Fidel rispose con un appello al popolo e nel giugno del 2002 convocò in piazza oltre 9 milioni di cubani. Nel 2003 lanciò la Primavera Nera, durante la quale decine di dissidenti furono arrestati e condannati a lunghi anni di carcere.

Le mogli e le familiari delle vittime di quell'ondata repressiva fondarono le Damas de Blanco - Premio Sakharov dell'Europarlamento nel 2005 - che ancora oggi sfilano ogni domenica andando a messa nel centro dell'Avana, circondate da gruppi che gridano contro "i nemici della Rivoluzione".

Il mancato cambiamento con Raùl
Dopo il passaggio di consegne tra Fidel e Raul, le riforme lanciate dal regime hanno permesso ai cubani maggiori libertà economiche e di movimento, grazie anche alle aperture per viaggiare all'estero. Ma hanno lasciato intatto l'apparato politico repressivo, che anzi ha intensificato le "operazioni di sicurezza" contro i dissidenti, moltiplicando gli arresti per ostacolarne l'azione. (ANSA)

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