Festival di Roma 2013, schede e foto dei film in concorso

ANOTHER ME
di Isabel Coixet
Spagna, Regno Unito, 2013, 86’
Cast: Sophie Turner, Jonathan Rhys Meyers, Claire Forlani, Gregg Sulkin, Rhys Ifans, Geraldine Chaplin, Leonor Watling

SINOSSI

Fay, una teenager come tante altre, con problemi simili alla maggior parte delle sue coetanee scopre che nella sua esistenza c’è qualcosa che non va. La sua routine quotidiana, vita apparentemente monotona ma tranquilla, inizia lentamente a sfaldarsi quando un inquietante sospetto s’insinua in lei. Chi è quel misterioso “doppio” che la perseguita, tentando di rubarle non solo l’identità ma anche la vita? Note di regia Credo che la maggior parte dei registi abbia le sue ossessioni. Le mie sono l’isolamento, la solitudine, la paura degli altri, lo scarto tra realtà e sogno, l’insicurezza e il silenzio per comunicare con noi stessi. Another Me offre una nuova variazione sul tema del “doppio” e uno sguardo attento sull’universo adolescenziale. Fay è un’eroina moderna, risoluta, intelligente e indipendente. Combatte contro la paura dell’ignoto. In un momento cruciale della sua vita, due mondi entrano in collisione. La maturità confusa, incerta e il suo “doppio” che le invade sistematicamente la vita. Volevo creare la suspense partendo dagli elementi quotidiani della vita di Fay: ascensori, corridoi, nebbia, silenzi, fotografie. L’atmosfera attinge dal noir e dal gotico per descrivere l’ambiguità e il peso del non detto. Another Me è il culmine del mio incessante desiderio di turbare, commuovere, stimolare, appassionare, affascinare e sconcertare gli spettatori. 


BEN O DEGILIM (I AM NOT HIM)
di Tayfun Pirselimoglu
Spagna, Regno Unito, 2013, 86’
Cast: Ercan Kesal, Maryam Zaree

SINOSSI

L'introverso Nihat, impiegato nella mensa di un ospedale, è turbato da Ayşe, una misteriosa donna assunta da poco come lavapiatti. Le inequivocabili attenzioni della donna nei suoi confronti provocano imbarazzo e nervosismo in Nihat. A dispetto delle voci che circolano su suo marito, del quale si dice sia stato condannato a molti anni di carcere, Nihat accetta, benché riluttante, un invito a cena a casa di Ayşe. È l’inizio di una relazione strana e pericolosa. Quando Nihat scopre una foto del marito della donna e si rende conto di somigliargli in maniera inquietante, la loro relazione diventa ancora più morbosa. Note di regia L’appropriazione dell’identità altrui è da sempre un dilemma filosofico. Essere qualcun altro è per lo più considerato una questione inerente alla sfera della morale, legata ad aspetti sociali abbastanza spinosi. Chi desidera essere un altro? Perché? Come? In questo caso non stiamo parlando dell’origine di un disturbo individuale o di schizofrenia, ma di una scelta che si può ritenere semplice o molto complessa. Appropriarsi, o meno, dell’identità di un altro. Essere “l’altro” significa, di fatto, essere sull’orlo del precipizio. Il cambiamento d’identità non riguarda soltanto la volontà di una persona ma, paradossalmente, il destino stesso dell'"altro": una faccenda molto articolata. Una persona quando può trasformarsi in un’altra? A costo di quali sacrifici? Tutte queste domande fanno parte da sempre del mio retroterra: le ho affrontate nei miei romanzi e in questo film emergono in maniera del tutto accidentale. 


I CORPI ESTRANEI
di Mirko Locatelli
Italia, 2013, 102’
Cast: Filippo Timi, Jaouher Brahim

SINOSSI

Antonio è solo a Milano con il suo bambino, Pietro, affetto da una grave malattia. Sono giunti al nord per cercare uno spiraglio di salvezza. Jaber, quindici anni, vive a Milano con un gruppo di connazionali: è migrato in Europa da poco, in fuga dal Nordafrica e dagli scontri della primavera araba. L’ospedale è una città nella città dove entrambi sono costretti a sostare. Antonio per guarire Pietro, Jaber per assistere il suo amico Youssef. La malattia è l’occasione per un incontro fra due anime sole e impaurite, due “corpi estranei” alle prese con il dolore. Note di regia Come raccontare la malattia di un bambino e il dolore di un padre? Con quali immagini? Ecco le prime domande che mi sono posto scrivendo I corpi estranei, come sempre insieme a mia moglie Giuditta Tarantelli, cosceneggiatrice e co-produttrice dei miei film. Siamo partiti da due parole chiave: dignità e pudore. La dignità di Antonio, eroe silenzioso, lontano dalla famiglia per proteggere suo figlio; quella di Jaber, poco più che un ragazzino, che si muove quasi sempre nel buio, come fosse a guardia del corpo, ancora vivo, del suo amico Youssef; e quella di tutti gli uomini e le donne che lottano per la sopravvivenza, propria o dei propri cari, nella corsia dell’ospedale come tra i bancali di un mercato notturno. Il pudore, poi: quello che in fase di scrittura desideravamo appartenesse ai nostri personaggi, e con cui poi ho voluto raccontarli, come fossero protagonisti di un documentario, per tutelare i loro corpi, i loro sentimenti, i loro rapporti, quando si scrutano, si odiano, si aiutano o stanno fermi ad aspettare nella speranza che qualcosa, attorno a loro, possa cambiare. 


DALLAS BUYERS CLUB
di Jean-Marc Vallée
Stati Uniti, 2013, 117'
Cast: Matthew McConaughey, Jennifer Garner, Jared Leto

SINOSSI

1985. Ron Woodroof, texano, elettricista e cowboy dalla vita sregolata, scopre di essere sieropositivo e di avere solo un mese di vita. Ron non accetta la sentenza di morte. La disperata e inutile ricerca di cure autorizzate negli Stati Uniti lo spinge in Messico dove è possibile curarsi con terapie alternative. Omofobo, Ron trova un improbabile alleato nel transessuale Rayon, anche lui malato di Aids. Insieme riscoprono la voglia di vivere e si lanciano in una spericolata impresa commerciale: sfidare le comunità mediche e scientifiche contrabbandando negli USA i medicinali vietati dalle leggi statunitensi. Note di regia Sono stato impressionato e catturato dal materiale riguardante Ron. Ho amato subito la sceneggiatura, coinvolgente e avvincente. Nonostante tutti i suoi difetti, sono stato conquistato da Ron e penso che anche per il pubblico sarà lo stesso. Non è un docudrama, né una biografia. Questa è una bella e appassionante storia che doveva essere raccontata. Ci riteniamo privilegiati e grati di aver partecipato a questo progetto. Dallas Buyers Club è una storia personale più grande della vita stessa. Una storia che toccherà il cuore di tutti. 


ENTRE NÓS (SHEEP'S CLOTHING)
di Paulo Morelli, Pedro Morelli
Brasile, 2013, 97'
Cast: Caio Blat, Carolina Dieckmann, Maria Ribeiro

SINOSSI

Isolati dal resto del mondo in una magnifica tenuta di campagna, un gruppo di giovani amici decide di scrivere delle lettere indirizzandole a se stessi e seppellirle con la promessa di rileggerle dieci anni dopo. Il giorno stesso, però, in seguito a un tragico incidente automobilistico, ognuno prende strade diverse e tutti si perdono completamente di vista. Dieci anni dopo, un nuovo incontro riporterà alla luce vecchie passioni, nuove frustrazioni e un oscuro segreto sepolto nel passato. Note di regia È un grande privilegio partecipare al Festival Internazionale del Film di Roma. Conservo un posto speciale nel cuore per questa città, così piena di storie, piena di vita. Forse il rapporto così personale con l’Italia è dovuto al fatto che ho del sangue italiano nelle vene, perché mio nonno era un Morelli originario del Nord Italia. Ma soprattutto perché il Festival del Film di Roma è diventato uno dei più importanti festival nel mondo ed essere in concorso con un film realizzato con mio figlio mi rende veramente felice. 


GASS (ACRID / ACRE)
di Kiarash Asadizadeh
Iran, 2013, 94'
Cast: Sber Abar, Pantea Panahiha, Shabnam Moghadami, Mahsa Alafar, Roya Javidnia, Ehsan Amani, Mahana Noormohammadi, Sadaf Ahmadi, Nawal Sharifi, Mohammadreza Ghaffari

SINOSSI

Soheila e Jalal sono una coppia di mezza età. La loro relazione è messa a dura prova dalla infedeltà di Jalal. Azar è la segretaria dello studio medico di Jalal, anche lei in crisi con il marito Khosro, dal quale ha avuto due figli. Khosro lavora in una scuola guida come istruttore e frequenta Simin, una delle sue allieve, più grande di lui di due anni e docente all’università. I corsi di chimica di Simin sono seguiti da Mahsa, indecisa sul futuro della relazione con il suo fidanzato. Note di regia Molti anni fa, gli iraniani si dedicavano completamente alla famiglia. Famiglia e coniuge erano parole cariche di amore e rispetto. Ora, dopo molti anni, le fondamenta delle famiglie sono traballanti, per colpa della società ma anche della famiglia stessa. Queste considerazioni hanno ispirato il mio primo lungometraggio. Il film rappresenta solo in parte le famiglie iraniane di oggi. Non vuole necessariamente diagnosticare o risolvere problemi. Il mio scopo è semplicemente di mettere in guardia quelle famiglie inconsapevoli, all’interno delle quali persone innocenti rischiano di essere vittime di violenze e mancanze. Secondo il mio punto di vista, si raccoglie ciò che si semina e il film è ispirato a questa filosofia. Speriamo che possa colpirci al cuore e farci comprendere cosa stiamo facendo e dove stiamo andando. 


HER
di Spike Jonze
Stati Uniti, 2013, 109'
Cast: Joaquin Phoenix, Amy Adams, Rooney Mara, Olivia Wilde, Scarlett Johansson

SINOSSI

Los Angeles, in un futuro non troppo lontano. Theodore, un ragazzo solitario dal cuore spezzato che si guadagna da vivere scrivendo lettere “personali” per gli altri, acquista un sistema informatico di nuova generazione progettato per soddisfare tutte le esigenze dell’utente. Il nome della voce del sistema operativo è Samantha, che si dimostra sensibile, profonda e divertente. Il rapporto di Theodore e Samantha crescerà e l’amicizia si trasformerà in amore ma… Note di regia Uno degli aspetti più impegnativi di una relazione è essere veramente onesto e profondo e consentire alla persona che si ama di essere se stessa. Si cresce e si cambia continuamente, quindi la domanda è: come si fa a lasciarla essere quel che è giorno dopo giorno? Col tempo sarà ancora possibile amarla? E lei può amare te? Samantha è pubblicizzata come un sistema intuitivo che ti ascolta, capisce e conosce. Ed è questo che colpisce Theodore, che, come tante altre persone, ha bisogno di relazioni e di amore. Esistono tante opinioni sulla tecnologia, sull’isolamento che può creare così come sulle connessioni che favorisce e sui cambiamenti che ha provocato nella nostra società. Ma mentre scrivevo, continuavo sempre a lasciare questi temi sullo sfondo. L’idea alla base del film cedeva regolarmente il passo alla storia d’amore fra Theodore e Samantha. Attraverso la loro relazione ho voluto creare una vicenda in grado di affrontare le storie d’amore da ogni punto di vista. 


LANSE GUTOU (BLUE SKY BONES)
di Jian Cui
Cina, 2013, 101'
Cast:  ZHAO You-liang, NI Hong-jie, HUANG Huan, YING Fang, LEI Han, TAO Ye

SINOSSI

La storia di una famiglia che si dipana come una canzone: “Mia madre è uno schianto, mio padre una spia e io sono un hacker”. La Madre, la donna più bella della Rivoluzione Culturale, è condannata ai lavori in campagna a causa di una canzone intitolata “La stagione perduta”. Qui conosce un uomo e lo sposa. Dalla loro unione nasce un figlio, Zhong Hua. Quando però la donna scopre che il marito è una spia, gli spara, lo abbandona e trova rifugio in un altro paese. Grazie all’amico Fu Song, l’uomo riesce a evitare un’inchiesta politica. Con il tempo, però, la ferita si trasforma in un tumore e l’uomo decide di rivelare la sua identità a Zhong Hua... Note di regia Blue Sky Bones è un paio di occhi fissi sui cancelli del cielo. Occhi puntati su un’immagine perduta che, a partire da un’idea di vita anormale, abbraccia la distruzione totale. Da questa prospettiva esistenziale emerge un fascio di principi impostato su un progetto di socializzazione errato. Principi sbagliati ma pratici, emersi nel posto giusto che si sono scontrati nel momento sbagliato. Il film è una ricerca. Un canto per le molte verità perdute del sesso, dell’amore, della natura, dell’universo e dell’umanità. 


MANTO ACUÍFERO
di Michael Rowe
Messico, 2013, 79'
Cast: Tania Arredondo, Arnoldo Picazzo, Zaili Sofia Macias

SINOSSI

Caro ha otto anni. I suoi genitori divorziano e lei va vivere con la madre e il patrigno. Nonostante la madre le abbia fatto capire a chiare lettere che non vuole più avere a che fare con il padre, Caro si sente abbandonata e non desidera nient’altro che il genitore ritorni. Giocando in giardino, si rifugia nei pressi del pozzo del cortile dietro casa, un luogo segreto che nutre la sua fervida immaginazione. Così, mentre si allontana sempre più dalla madre, Caro scopre un segreto sul padre. La sua vita non sarà più la stessa. Note di regia Certi eventi della vita ci cambiano per sempre. A volte le ripercussioni impiegano anni, o anche decadi, per risolversi del tutto, ma la devastazione a scoppio ritardato non è per questo meno violenta... L’ampiezza e la portata del danno possono essere così vaste che riusciamo a rendercene conto solo poco alla volta. Una bambina, quando i genitori si separano, scopre che il suo universo - con la mamma e il papà poli immutabili - diventa amorfo. Ciò che una volta era una verità assoluta, riguardo ai diversi aspetti della sua vita, diventa improvvisamente relativo e oscuro. Sulla scia del divorzio dei suoi genitori, a otto anni Caro combatterà fino alla fine con gli scarsi mezzi a sua disposizione per conservare una sembianza di continuità in un mondo che sembra essere cambiato per sempre. È il secondo film della Trilogia della Solitudine cominciata nel 2010 con Año bisiesto. 


MOGURA NO UTA (THE MOLE SONG-UNDERCOVER AGENT REIJI)
di Takashi Miike
Giappone, 2013, 130'
Cast: Toma Ikuta, Riisa Naka, Takayuki Yamada, Yusuke Kamiji, Takashi Okamura, Shinichi Tsutsumi

SINOSSI

La recluta Reiji Kikukawa si diploma con il punteggio più basso di tutti i tempi. Un giorno, Reiji è convocato da Sakami, capo della Polizia che lo licenzia per condotta disonorevole. In realtà gli affida l’incarico di infiltrarsi in un’organizzazione criminale e arrestare il potente Shuho Todoroki, boss della Sukiya-kai, il clan yakuza più potente della zona del Kanto. Reiji riesce a diventare il pupillo di Masaya Hiura, il capo della banda Akogi, alleata della Sukiya-kai. Le lotte di potere all’interno della Sukiya-kai e i conflitti con gli acerrimi rivali di Hachinosu-kai, che mirano al controllo del Giappone, trascinano Reiji in una serie di situazioni surreali al limite della follia. Note di regia È un onore avere l’opportunità di portare il mio film al Festival di Roma per il secondo anno consecutivo. Ho fatto del mio meglio, quanto a “urla e budella”, per regalare al pubblico di Roma stimoli e divertimento. È un film per chi cerca eccitazione, risate e dolore, pieno di elementi cinematografici come amore, separazione, tradimento, amicizia, ironia. E un pochino di budella, giusto un pochino. Prodi Romani, divertitevi con tutto il cuore.


OUT OF THE FURNACE
di Scott Cooper
Stati Uniti, Regno Unito, 2013, 116'
Cast: Christian Bale, Casey Affleck, Woody Harrelson, Forest Whitaker, Zoë Saldaña, Sam Shepard, Willem Dafoe

SINOSSI

Russell Baze non fa una vita facile. Di giorno, operaio senza nessuna prospettiva di futuro nell’acciaieria locale, di notte si prende cura del padre malato terminale. Suo fratello Rodney, reduce da una missione in Iraq, resta coinvolto nel giro di un’organizzazione criminale che organizza incontri di lotta clandestini e scompare misteriosamente. Di fronte all’incapacità della polizia di fornire delle risposte credibili, Russell, che non ha niente da perdere, decide di mettersi personalmente alla ricerca di Rodney, rischiando la sua vita pur di scoprire che fine abbia fatto il fratello. 


QUOD ERAT DEMONSTRANDUM 
di Andrei Gruzsniczki
Romania, 2013, 105'
Cast: Ofelia Popii, Sorin Leoveanu, Florin Piersic Jr., Virgil Ogășanu, Tora Vasilescu, Marc Titieni, Dorian Boguță, Alina Berzunțeanu, Lucian Ifrim, George Alexandru,  Ada Zamfira, Paul Ipate, Mihai Călin, Dan Tudor, Medeea Marinescu, Răzvan Popa, Adina Cristescu, Ana Popescu

SINOSSI

1984, Romania. Un matematico decide di pubblicare un articolo su una rivista edita da una facoltà statunitense senza chiedere il permesso alle autorità. S’innesca così una catena di eventi che cambierà le vite dei suoi amici. D’altronde, nessuna decisione è priva di conseguenze. Note di regia All’inizio era la storia di un uomo che nuotava contro corrente. Alla fine è diventato un film sull’amore, sul tradimento e le scelte individuali. Una storia che passa da un personaggio all’altro, attraverso le vite di tre persone che si trovano a un bivio. In ogni tipo di società ci sono dei vincoli che generano compromessi. A noi accettarli o meno. Il tradimento, come forma particolare di compromesso, non è tollerato. Da sempre e sotto ogni latitudine, una persona desidera una vita migliore per sé e la propria famiglia. Ma a che prezzo? Carriere, sentimenti, libertà, tutto è in gioco... Non ho ambientato la storia durante il periodo comunista per motivi di critica anche se fornisce il contesto adatto per rivelare alcune verità universali. 


SEBUNSU KODO (SEVENTH CODE)
di Kiyoshi Kurosawa
Giappone, 2013, 60'
Cast: Atsuko Maeda, Ryohei Suzuki, Aissy, Hiroshi Yamamoto

SINOSSI

Vladivostok, Russia. Akiko giunge da Tokyo per incontrare l’imprenditore Matsunaga, perché non riesce a dimenticarlo da quando le è capitato di cenare con lui. Finalmente lo ritrova, ma Matsunaga si limita a raccomandarle di non fidarsi di nessuno in terra straniera e poi scompare. Akiko ricomincia a cercarlo. Note di regia Atsuko Maeda è un’attrice giapponese eccezionale che può sostenere la scena da sola senza fare affidamento su cose o persone. Ho creduto che il suo notevole talento avrebbe brillato più all’estero che in Giappone. Questo è quello che speravo per questo ultimo progetto, e così è stato. Il film è al servizio dell’interpretazione di Atsuko Maeda. Atsuko non avrebbe potuto essere quello che è oggi senza il cinema o i film giapponesi. Credo che questo sia il suo momento. 


SORG OG GLÆDE (SORROW AND JOY)
di Nils Malmros
Danimarca, 2013, 107'
Cast: Jakob Cedergren, Helle Fagralid, Nicolas Bro, Ida Dwinger

SINOSSI

Sinossi Inverno, 1984. Il regista Johannes torna a casa e trova ad attenderlo una tragedia inspiegabile. Sua moglie Signe, una donna instabile, ha ucciso Maria, la figlia di nove mesi. Costretto dagli eventi a non perdere la testa per proteggere Signe dalla condanna che l’attende, prova a restituirle la vita, convinto che in realtà sia innocente. Se c’è un vero responsabile, è lui, con la sua ossessione per la carriera cinematografica. Una serie di flashback tenta di fornire le chiavi per comprendere l’accaduto. Johannes e Signe, perdutamente innamorati. Lei troppo gelosa del suo lavoro di cineasta e delle attrici con cui lui lavorava. Lui incapace di comprendere le sue richieste d’aiuto. Note di regia Gli anni dell’adolescenza mi hanno fornito le basi per i miei film incentrati sulla perdita dell’innocenza e il raggiungimento della maturità. Si tratta di storie che ruotano attorno ad amori non corrisposti e infelici. Con questo nuovo lungometraggio voglio invece raccontare una storia d’amore matura e corrisposta, raggiunta passando attraverso immensa tristezza e gioia. Può sembrare presuntuoso, ma sono convinto che la scelta delle mie parole sia giustificata. 


TAKE FIVE
di Guido Lombardi
Italia, 2013, 100'
Cast: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano,Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio, Antonio Pennarella, Antonio Buonomo, Gianfranco Gallo, Esther Elisha

SINOSSI

Gaetano è un rapinatore che ha scontato diversi anni di carcere. Ora fa il ricettatore. Peppe, detto ‘O Sciomèn, è una leggenda del quartiere, rapinatore a sua volta, appena uscito da Poggioreale, dove ha scontato 10 anni. È depresso. Ruocco è un pugile, costretto agli incontri clandestini dopo aver spaccato una sedia in testa a un arbitro corrotto. Sasà è un fotografo di matrimoni con il vizio delle rapine in banca. Carmine è un semplice operaio del Comune di Napoli, addetto alle fogne, che conosce a menadito. Ha il vizio del gioco. Una mattina si ritrova nel caveau della Banca Partenope a causa di una perdita della rete fognaria. E gli viene un’idea... Note di regia Con Take Five ho provato a raccontare la storia di cinque “irregolari”, tutti con un sogno in comune, quello di arricchirsi. Per una forma di riscatto, per sfuggire ai propri fantasmi, o più semplicemente perché ognuno crede che il denaro sia l’unica cosa per la quale valga la pena vivere. Ma ho voluto raccontare anche cinque solitudini, che solo per pochi giorni s’incontrano in nome di un progetto comune. Consapevoli tuttavia che la loro non può che essere un’unione fittizia, in grado di durare solo il tempo di una rapina. Fino all’epilogo clamoroso ma inevitabile: la perdita del denaro per cui hanno lottato e la perdita dell’innocenza. Girando Take Five ho fatto ricorso, consapevolmente, agli archetipi del film di genere, pur volendo raccontare, a mio modo, una porzione del nostro tempo. Un tempo, una società, dove le persone sono sole, ossessionate, depresse. Dove i soldi, il successo, la fama rappresentano l’unica forma di riscatto da un anonimato altrimenti giudicato insopportabile. 


TIR
di Alberto Fasulo
Italia, Croazia, 2013, 85'
Cast: Branko Završan, Lučka Počkja, Marijan Šestak

SINOSSI

Da qualche mese Branko è diventato camionista. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d’insegnante di prima. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: “il lavoro nobilita l’uomo”. Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante.

Note di regia:

Ancor prima che un film su un camionista questo è un film su un paradosso. Quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando. Il processo di scrittura è durato più di quattro anni. Durante questo tempo ho alternato fasi di ricerca sul campo ad altre in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario. Questo, mentre attorno a noi esplodeva una crisi senza precedenti, che definire solamente economica, ormai suona riduttivo se non addirittura sbagliato. Ma più che fare un racconto sociologico m’interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica ed esistenziale. In questo senso, la mia ambizione è che il film possa essere letto come una metafora della vita contemporanea e lo considererò “riuscito”, solo nella misura in cui saprà parlare a tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo paradosso. 


A VIDA INVISÍVEL (THE INVISIBLE LIFE / LA VITA INVISIBILE)
di Vítor Gonçalves
Portogallo, 2013, 99'
Cast: Filipe Duarte, Maria João Pinho, João Perry, Pedro Lamares, Susana Arrais

SINOSSI

È notte fonda e Hugo, un impiegato statale, siede sui gradini del Ministero in cui lavora. Non ha il coraggio di tornare a casa e non riesce a togliersi dalla mente le immagini di un misterioso filmino in 8mm che ha ritrovato in casa del defunto Antonio. Ricorda quindi il giorno in cui Antonio, suo superiore al Ministero, gli rivelò che stava per morire. Hugo ha sempre creduto che Antonio volesse in realtà confidargli qualcosa che lo riguardava direttamente. Spinto dal desiderio di comprendere questo segreto inconfessato, rispolvera ricordi sepolti da tempo. E ripensa all’ultima volta che ha visto Adriana, la donna che amava. Ancora una volta lo assale il pensiero che la sua è stata una vita non vissuta. Note di regia Mentre preparavo una delle scene in ospedale, ho visto la macchina da presa in una stanza anonima. Dalla finestra si vedevano gli alberi sullo sfondo del mare in tempesta. Ho rivolto la macchina verso i rami agitati dal vento. Sono stato colpito da qualcosa che avevo intravisto di sfuggita cui potevo accedere ora solo attraverso l’inquadratura e la sua qualità materica. Ciò che vedevo apparteneva più alla sfera delle suggestioni che a quella delle parole. Era come se desiderassi girare un film segreto parallelamente a quello che stavo effettivamente realizzando. Durante il montaggio, le riprese appartenenti a quest’altro film sembravano avanzare creando uno spazio di possibilità per idee che andavano prendendo forma. Un giorno, il vero significato della sequenza si è affermato all’interno dell’immagine e l’inquadratura degli alberi ha trovato definitivamente il suo posto nel film. L’ho considerato la manifestazione di un momento decisivo per il protagonista: l’unico in cui prende coscienza della propria mortalità e capisce finalmente cosa significa essere vivo. 


VOLANTIN CORTAO (CUT DOWN KITE)
di Diego Ayala, Anibal Jofré
Cile, 2013, 77'
Cast: Loreto Velasquez, René Miranda, Victor Montero, Alejandro Lafuente, Isaac Arriagada, Isis Kraushaar

SINOSSI

Paulina ha 21 anni, è un’assistente sociale tirocinante in un istituto di riabilitazione per adolescenti. Qui incontra Manuel, giovane criminale sedicenne, con il quale inizia un rapporto di amicizia che la spinge a mettere in discussione la sua professione. Comincia così a vivere un’altra vita, libera dalle convenzioni e dalla routine, girando per le strade di Santiago, in un mondo che non le appartiene. Note di regia Volantin Cortao nasce dall’osservazione del quotidiano, dal tentativo di comprendere e scoprire individui che vivono nella stessa città senza mai interagire. Una ricerca umana, lontana dalla caricatura del “delinquente minorenne”, e lontana dalle statistiche; una ricerca che scava nell’intimità dei personaggi. Tutto ciò nel contesto del Cile contemporaneo, nel quale l’enorme disuguaglianza economica incide brutalmente sul sociale. 


Prende il via l'8 novembre l'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Alle 19 la cerimonia d'apertura tenuta dall'attrice romana Sabrina Ferilli, seguita dalla proiezione del lungometraggio fuori concorso L'ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi, con Elio Germano, Alessandra Mastronardi, Ricky Memphis. 

Ma scorriamo qui, uno per uno, i diciotto film (di cui dodici in prima mondiale) in concorso per il Marc'Aurelio d'Oro, che sarà consegnato il 17 novembre. 

Tra questi sono tre i titoli italiani: I corpi estraneicon Filippo Timi alla regia di Mirko Locatelli, al suo secondo lungometraggio dopo Il primo giorno d'inverno(2008) presentato nella sezione Orizzonti a Venezia; Take five di Guido Lombardi, reduce del successo di Là-bas - Educazione criminale(2011), con Gaetano Di Vaio e Peppe Lanzetta; Tir, produzione croata-italiana diretta da Alberto Fasulo, già autore del documentario Rumore bianco (2008).


> Festival del film di Roma, i titoli più attesi

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