Facebook, dopo i post ecco le storie. Come funzionano

Stiamo iniziando una vacanza e allora postiamo su Facebook la nostra partenza, magari accompagnata dall’iconcina della destinazione che dà un tocco di brio all’evento. Raggiunta la meta, immortaliamo qualche panorama, la stramba stanza d’hotel con la doccia trasparente affacciata sul letto, delizie ipercaloriche locali. Li pubblichiamo in ordine sparso, magari in mezzo a un articolo condiviso perché particolarmente interessante, a un video perché troppo divertente. Tra l’inizio e la fine del viaggio non c’è continuità, almeno non sempre, visto il disturbo degli intermezzi.

È il motivo per cui il social network ha deciso che i contenuti attinenti si possano annodare tra loro. La funzione si chiama «multi post stories», non è chiaro come la locuzione sarà resa in italiano, comunque consiste esattamente in ciò che il nome suggerisce. Storie, appunto, flussi di post ancorati l’uno all’altro seconda una gerarchia cronologica.

Facebook

Al momento è in fase di test per alcuni utenti Android e iPhone nostrani, non su pc, ma non è difficile intuire il motivo. L’intento è lasciarci agganciare più elementi in movimento, creando una sorta di diario dinamico e scorrevole. Di un viaggio, certo, ma altrettanto di una festa con gli amici o di un evento speciale con familiari, colleghi, sconosciuti: un matrimonio, un meeting di lavoro, un concerto e così via.

Il funzionamento è semplice e intuitivo: si comincia con un post qualunque per comunicare, com’è prassi, cosa si sta facendo, cosa si sta guardando, dove si sta andando e affini. Poi, una volta che il contenuto è apparso sulla bacheca, ecco l’opzione «aggiungi post a questa storia». Una serie di testi, immagini, check-in, una alla volta e tutte insieme, saranno le tessere di un puzzle, formeranno un mosaico compattato nel nostro news feed.

Canovaccio comodo anche per i nostri contatti su Facebook, che troveranno gli elementi attinenti dello stesso racconto abbottonati tra loro. Potranno commentare e mettere «mi piace» su ciascuno. Soprattutto, ogni storia avrà il suo pubblico di riferimento. In automatico. Se condividiamo la nostra partenza per un weekend a Ibiza soltanto con gli amici più stretti, tutti i post di quella storia manterranno le stesse impostazioni della privacy. Così il nostro collega invidioso che ci crede in pantofole a casa, a fare zapping davanti alla tv accanto alla carcassa di una pizza a domicilio, non ci sorprenderà con un mojito in mano a brindare verso un tramonto languido.

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