Expo 2015, l'impegno della Carta di Milano

"Oggi nel mondo circa 800 milioni di persone soffrono di fame cronica e più di due miliardi di persone sono malnutrite. Eppure ogni anno,1,3 miliardi di tonnellate di cibo viene sprecato mentre le risorse della terra, le foreste e i mari sono sfruttati in modo insostenibile": parte da questo la Carta di Milano, il documento su diritto al cibo e all'acqua che resterà come eredità di Expo.

LEGGI ANCHE: Expo 2015, le cose da sapere per organizzare la visita

LEGGI ANCHE: Expo 2015, tutte le tappe dalla candidatura a oggi

ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK
Il padiglione cinese
ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK
L'albero della vita, costruzione simbolo di Expo2015
ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK
Il padiglione dell'Angola
ANSA/ WEB/ FACEBOOK
Il padiglione della Thailandia
ANSA/ WEB/ FACEBOOK
L'anfiteatro
ANSA/ WEB/ FACEBOOK

ANSA/ WEB/ FACEBOOK
Gli spazi dedicati ai Paesi africani
ANSA/ WEB/ FACEBOOK
Una foto tratta dal profilo Facebook del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, mostra la situazione nel cantiere dell'Expo a quattro giorni dall'inaugurazione, Roma, 27 Aprile 2015

Impegno in prima persona

Qualcuno lo ha definito un protocollo di Kyoto dell'alimentazione ma in realtà è qualcosa di più. Il protocollo di Kyoto era un impegno fra Paesi. Qui a prendere in primissimi l'impegno è la gente che dal primo maggio potrà sottoscriverlo all'esposizione universale o online sul sito della Carta. "Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta - recita la Carta - sottoscriviamo questo documento per assumerci impegni precisi in relazione al diritto al cibo che riteniamo debba essere considerato un diritto umano fondamentale". E anzi "consideriamo una violazione della dignità umana il mancato accesso a cibo sano, sufficiente e nutriente, acqua pulita e di energia".

Cittadini coinvolti

L'impegno dei singolo è a non sprecare e a "consumare solo le quantità di cibo sufficienti al fabbisogno", a riciclare e rigenerare, tener conto dell'impatto sull'ambiente. Gli impegni però riguardano anche le associazioni, cioé la cosiddetta società civile, e le imprese chiamate a rispettare l'ambiente e favorire forme di lavoro che non sfruttano ma contribuiscono alla realizzazione delle persone.

L'appello ai governi

E poi ci sono le richieste ai governi, per garantire il diritto al cibo, tutelare suolo, puntare sulla ricerca, combattere gli sprechi. "Provare a fare un'operazione di questo tipo chiamando tutti alla responsabilità- ha osservato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - non è un fatto banale ma un atto politico importante in cui l'Italia si impegna". Il lavoro è durato anni, mettendo insieme anche università e fondazione Feltrinelli, Barilla Centre for Food And Nutrition, Fao, altri enti, organizzazioni e singoli. Ora è aperto ad altri contributi, ha spiegato il coordinatore Salvatore Veca, fino al 16 ottobre quando la Carta sarà consegnata al segretario Onu Ban-ki Moon. Secondo il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, qui "c'è una soluzione che parte dall'impegno comune", che può "cambiare le sorti del pianeta". (ANSA)

YOU MAY ALSO LIKE