Elton John: "Revamp" è un riuscito tributo alla sua arte - Recensione

Ufficio stampa D'Alessandro & Galli
Elton John ha annunciato il suo tour d'addio
Cristopher Polk/Getty Images
Elton John

Il pop, qualora venga declinato con gusto, qualità e sensibilità, non è una parolaccia, ma una delle più alte espressioni dell’arte popolare, in grado di toccare i cuori di milioni di persone con canzoni solo apparentemente semplici.

Lo dimostra la straordinaria discografia di Elton John, la più grande popstar vivente che suona il pianoforte, dall'alto dei suoi 400 milioni di dischi venduti, sei Grammy Awards e un Premio Oscar per la canzone Can you feel the love tonight.

Sir Reginald Kenneth Dwight (il suo vero nome) insieme al paroliere Bernie Taupin ha dato vita a una delle coppie artistiche più prolifiche e ispirate della storia della musica pop. Impareggiabile la sua capacità di scrivere melodie armonicamente complesse ma al tempo stesso accessibili al grande pubblico.

Il meglio del pop e del rock di oggi per Sir Elton 

La musica di Elton John ha influenzato due generazioni di artisti, per questo, in occasione dell'annuncio del suo ultimo tour Farewell Yellow Brick Road, la Universal ha chiamato a raccolta la crema degli artisti pop, r&b e rock contemporanei per l'album-tributo Revamp, disponibile dal 6 aprile in tutti i negozi fisici e digitali.

La pubblicazione di Revamp sarà affiancata anche dall’uscita di Restoration, un album che contiene I successi di Elton John reinterpretati da artisti della scena country, tra cui Rosanne Cash, Emmylou Harris, Miley Cyrus e Willie Nelson.

Elton John ha dichiarato: “Per me è un enorme complimento quando un artista, che ama la tua musica, impegna il proprio tempo e sforzo per reinterpretarla. Da cantautori, Bernie ed io siamo emozionati quando artisti che ammiriamo e rispettiamo, come quelli presenti in “Revamp”, decidono di aggiungere il loro tocco unico al nostro lavoro. Ciò significa che la nostra musica è tutt’ora rilevante e che, infine, quest’ultima continua a raggiungere nuovi ascoltatori. Siamo onorati e ringraziamo tutti per la loro generosità.”

La recensione brano per brano

L'inizio dell'album strizza l'occhio al gusto del pubblico del 2018, trasformando il capolavoro Bennie and the jets, con il suo andamento irregolare e la ripetizione ossessiva dello stesso accordo di pianoforte, in un brano r&b un po' tamarro, adattandosi fin troppo alle corde massimaliste di Pink, con l'immancabile featuring di un rapper (in questo caso Logic, che se la cava bene con alcune barre perfettamente centrate).

In We All Fall In Love Sometimes i Coldplay mettono da parte il sound pop-funk degli ultimi lavori e tornano alle atmosfere languide e sognanti di Parachutes, esaltando l'espressività della voce di Chris Martin.

Alessia Cara mostra tutta la sua notevole estensione vocale in una riuscita cover di I Guess That’s Why They Call It The Blues, mentre Ed Sheeran incanta in una versione minimalista di Candle in the wind, confermando di essere un artista di grande spessore, che è riuscito nel miracolo di sbraragliare le classifiche mondiali suonando prevalentemente brani basati su voce e chitarra.

Ispirata originariamente alla morte prematura di Marilyn Monroe, la canzone è stata riadattata nel 1997 in occasione della morte di Diana Spencer, grande amica dell’artista. Con oltre 40 milioni di copie, Candle in the wind è il singolo più venduto di sempre in Inghilterra.

Florence Welch, carismatica frontwoman di Florence + The Machine, convince pienamente in Tiny Dancer, modificando pochissimo il brano originale, dedicato a Maxine Feibelman, prima moglie di Taupin.

La canzone sembra semplice, ma non lo è: basta ascoltare con attenzione le architetture armoniche del pianoforte di Elton John e gli straordinari arrangiamenti di Paul Buckmaster. Chi tra gli artisti pop di oggi è in grado di comporre un brano del genere?

Via il banjo e la grancassa, che per anni sono stati gli elementi caratterizzanti del sound dei Mumford & Sons, il frontman Marcus Mumford gioca per sottrazione nella crepuscolare Someone Saved My Life Tonight, che ha il difetto di essere tirata un po' troppo per le lunghe, superando i 6 minuti e provocando qualche sbadiglio nel finale vagamente psichedelico.

Mary J Blige mostra tutto il suo repertorio di melisimi e controcori sovraincisi in Sorry seems to be the hardest world, che ha il difetto, per essere un brano a modo suo soul, di non scaldare mai il cuore.

Ci è piaciuta molto la versione r&b, tutta da ballare, di Don’t Go Breaking My Heart (video qui sotto), in cui Q-Tip, leader degli A Tribe Called Quest, mette da parte l'amato rap e mostra una sorprendente voce soul, duettando con Demi Lovato,perfettamente a suo agio con le atmosfere pop-black.

Uno dei momenti migliori dell'album è certamente Mona Lisas and Mad Hatters, dove Brandon Flowers dei Killers si rivela come la voce più simile a quella piena ed emozionante di John. E se fosse lui il vero erede di Sir Elton?

Bene anche Daniel, dove Sam Smith è bravo a non strafare, rinunciando ai suoi tradizionali vocalizzi soul/gospel, con un'interpretazione misurata e impeccabile.

In molti hanno creduto che Daniel si riferisse a un amore gay del cantante, mentre il paroliere Taupin si è ispirato a un reduce del Vietnam rimasto cieco.

Elton John ha sempre avuto un debole(artistico) per Miley Cyrus, e qui l'ex Hanna Montana lo ripaga con un'appassionata reinterpretazione di Don’t Let The Sun Go Down On Me, successo dell’album Caribou del 1974, diventato ancora più grande quando è stato riproposto nel 1991 in coppia con George Michael.

Un altro vertice di Revamp è la splendida Your song cantata da Lady Gaga, una delle più belle voci femminili degli ultimi vent'anni, che si esalta nei brani prevalentemente voce e piano, un po' come accadeva alla sua musa Aretha Franklin.

Un'interpetazione da brividi, che da sola vale il prezzo dell'album, della ballad perfetta, che qualsiasi persona vorrebbe sentirsi dedicare almeno una volta nella vita.

Impressiona sapere che Your song è stata scritta quando John aveva soli 22 anni e Taupin 19. “Bernie mi ha dato il testo mentre ero seduto al pianoforte. Ricordo di averlo letto e di aver detto ‘oddio, è un testo così bello, non posso fare cazzate stavolta”. Non le ha fatte.

Revamp si chiude con la title track dell’album Goodbye yellow brick road, universalmente considerato il capolavoro di Elton John, eseguita dai Queens of the stone age.

Ispirata alla favola del mago di Oz, la canzone ha un refrain indimenticabile, che conferma la versalità vocale di Josh Homme, perfettamente a suo agio anche al di fuori degli steccati dell'alternative rock.

Un tributo riuscito

In conclusione, Revamp è un riuscito omaggio alla cinquantennale arte di Elton John, che ha il merito di accostare a canzoni immortali un pubblico più giovane che, per motivi generazionali, conosce poco o nulla della musica del grande cantautore inglese.

Non tutti i brani sono riusciti (ci saremmo risparmiati volentieri la versione urban di Bennie and the jets), ma si avverte ovunque il grande rispetto di tutti gli artisti coinvolti nella reinterpetazione di canzoni immortali, autentiche perle incastonate nella storia della canzone inglese.

La tracklist di "Revamp"

“Bennie And The Jets” / Elton John, P!nk and Logic

“We All Fall In Love Sometimes” / Coldplay

“I Guess That’s Why They Call It The Blues” / Alessia Cara

“Candle In The Wind (2018 Version)” / Ed Sheeran

“Tiny Dancer” / Florence +The Machine

“Someone Saved My Life Tonight” / Mumford & Sons

“Sorry Seems To Be The Hardest Word” / Mary J. Blige

“Don’t Go Breaking My Heart” / Q-Tip featuring Demi Lovato

“Mona Lisas and Mad Hatters” / The Killers

“Daniel” / Sam Smith

“Don’t Let The Sun Go Down On Me” / Miley Cyrus

“Your Song” / Lady Gaga

“Goodbye Yellow Brick Road” / Queens of the Stone Age

YOU MAY ALSO LIKE