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Il “paradosso sportivo”: troppa attività fisica fa invecchiare precocemente

Il mantra lo conosciamo a memoria: bisogna praticare sport o attività fisica regolare perché riduce il rischio di malattie cardiovascolari, previene obesità, sovrappeso, diabete e malattie metaboliche, fa bene agli ipertesi e promuove un generale stato di benessere dovuto alla produzione di endorfine, le molecole del buonumore.

Ma l’esercizio fisico può trasformarsi da prezioso strumento di prevenzione a fattore di rischio per la salute: dipende da come viene svolto.

Troppa attività fisica aumenta lo stress ossidativo

L’eccesso fisico può provocare un aumento dei radicali liberi e dello stress ossidativo che le normali difese dell’organismo non riescono a fronteggiare.

“Lo stress ossidativo è uno squilibrio tra i processi ossidativi che avvengono continuamente nell’organismo e le reazioni antiossidanti che si verificano in tutte le cellule” spiega il Professor Eugenio Luigi Iorio, Presidente dell’Osservatorio Internazionale dello Stress Ossidativo.

“Quando viene esercitata una intensa e strenua attività fisica, specialmente aerobica, le sostanze reattive all’ossigeno non solo arrivano a colpire le fibre muscolari predisponendole a lesioni e traumi, ma attaccano anche il tessuto connettivo dell’apparato locomotore con maggiore rischio di infiammazioni, borsiti e tendiniti, oltre a danneggiare le cellule del corpo predisponendole all'invecchiamento".

I danni da eccesso di sport

“Esiste un sistema biochimico complesso, detto sistema redox, costituito dall’insieme di ossidanti e antiossidanti, che presiede al controllo dei più importanti fenomeni vitali, quali la trasmissione di informazioni nelle e tra le cellule, la difesa contro i patogeni e l’eliminazione di tossine dannose per la salute”.

Se il sistema redox non funziona bene nascono i problemi: “invecchiamento precoce, malattie degenerative come l’Alzheimer, e cancro”.

E recentissimi studi hanno dimostrato che lo stress ossidativo, tra le cui cause c'è appunto l'attività fisica smoderata, è un fattore emergente di rischio per la salute.

Non siamo atleti professionisti: inutile strafare nell’allenamento

“Attività fisiche incongrue perché intense e protratte, specialmente in soggetti non allenati, mettono fuori gioco questo delicato sistema redox e da qui i danni funzionali e strutturali a carico dell’apparato locomotore”.

Quindi inutile (e dannoso) ammazzarsi di palestra, correre come se non ci fosse un domani e sollevare immani pesi solo per bruciare qualche caloria in più.

Il migliore modo di controllare il sistema redox è eseguire un esercizio fisico seguendo accuratamente le indicazioni del personale medico-sanitario, ossia una “prescrizione motoria”, alla stregua di una “prescrizione dietetica”.  

Per esempio fare jogging per 30 minuti per le donne e 40 per gli uomini, 5 volte a settimana, diminuirebbe l’invecchiamento cellulare di nove anni, mentre gli atleti della domenica e quelli che escono dal lungo letargo invernale con l’intenzione di recuperare tutto il tempo perduto con poche uscite, ma strenue, sono a rischio di infortuni e eccesso di stress ossidativo.

I pericoli per gli “sportivi della domenica”

“Nei soggetti allenati le sostanze antiossidanti dell’organismo assunte con una alimentazione equilibrata rimettono il sistema in equilibrio, mentre negli atleti occasionali l’organismo non è abbastanza efficiente a contrastare lo ‘tsunami’ ossidativo che si verifica con l’eccesso di sport”.

Tale tsunami può arrivare ad alterare non solo le cellule, ma anche il loro DNA.

“Ci rivolgiamo allora a quel 31% della popolazione italiana che si mobilita all’inizio della bella stagione pensando di recuperare i danni della pigrizia invernale o attirati dal desiderio di trascorrere più tempo all’aria aperta: recuperare il tempo perduto dopo il lungo letargo invernale è un buon proposito, purché sia affrontato in maniera graduale.”

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