Cosa prevede il DdL Anticorruzione

Che cosa prevede esattamente il DdL Anticorruzione, approvato ieri in Senato, che dovrebbe essere varato in via definitiva dalla Camera tra metà e fine novembre? Quali effetti produrrà sui processi in corso? E quali garanzie fornisce perché i fenomeni di corruzione diffusa subiscano davvero una drastica riduzione come accade nei (più virtuosi) Paesi nordeuropei? È davvero fondata la soddisfazione di Gerardo D'Ambrosio, l'ex magistrato del Pool di Mani Pulite, secondo il quale «è la prima volta che un governo tenta di mettere mano seriamente a uno dei fenomeni più tristi della nostra Repubblica»? Oppure il compromesso raggiunto in seno alla «strana maggioranza» è una scatola vuota che, non affrontando nodi cruciali come la prescrizione, il falso  in bilancio, l'autoriciclaggio, il voto di scambio, di fatto rischia di lasciare le cose inalterate, al di là dei titoli sui giornali? Vediamole, queste novità introdotte dal DdL, approvate ieri in Senato dopo una melina parlamentare durata mesi.

INCANDIBILITA' DEI CONDANNATI. Attorno a questo tema - l'incandidabilità dei condannati in via definitiva a pene superiori  ai due anni - si sta tuttora giocando una furente battaglia tra le forze politiche che sostengono il governo Monti. Il motivo è chiaro: il testo  approvato ieri  non prevede  obblighi stringenti ma solo una delega al governo che dovrà essere esercitata «entro un anno». Un tempo troppo lungo secondo Pd e IdV che vorrebbero abbassare la soglia a un mese. C'è poi che il Ddl Anticorruzione rischia di non arrivare in tempo  per la presentazione delle liste nelle prossime elezioni di primavera e, quasi certamente, perderà il  treno delle regionali nel Lazio e in Lombardia a causa di tempi tecnici molto stretti. Il governo infatti avrà un mese di tempo. Calendario alla mano, Cancellieri dovrà mettercela tutta  per concludere l'iter prima che scatti la presentazione delle liste per  le  politiche.

CORRUZIONE TRA PRIVATI. È una delle novità più significative del DdL. Nasce infatti il reato di corruzione tra privati che prevede una pena da uno a tre anni di  reclusione  grazie a una revisione dell'articolo 2635 del codice civile.   Viene inoltre sdoppiato il reato di concussione (LEGGI QUI ). 1) la concussione per costrizione nei confronti del privato da parte del  pubblico ufficiale che avanza una richiesta in forza della sua autorità  sarà punita con pena da 6 a 12 anni 2) la concussione per induzione (il caso della telefonata di Berlusconi in questura a Milano) sarà punita con pene da 3 a 8 anni. La rimodulazione verso il basso  delle pene per questa seconda fattispecie — che riguarda anche la  richiesta di rinvio a giudizio per Filippo Penati (Pd) — comporta un  minor tempo per la prescrizione.

TOGHE FUORI RUOLO. L'articolo 18 pone un limite di 10 anni agli  incarichi fuori ruolo dei magistrati (ordinari, amministrativi e  contabili). Nell'ultima versione — limata fino  all'ultimo dal ministro in stretto contatto con la maggioranza — si  stabilisce che «tutti gli incarichi presso istituzioni, organi o enti  pubblici, nazionali e internazionali attribuiti a posizioni apicali e  semi apicali, compresi quelli di titolarità di ufficio di gabinetto,  attribuiti a magistrati... devono essere svolti con contestuale  collocamento in posizione fuori ruolo». Tutta la trattativa si è svolta  sulle deroghe, sulle eccezioni e sul destino dei tanti magistrati  amministrativi che esercitano il doppio lavoro (consiglio di Stato e  incarichi nei ministeri) e che avranno, dal giorno di promulgazione  della legge, 180 giorni per fare la loro scelta.

IL COMMISSARIO ANTICORRUZIONE. La Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità  dell'amministrazione diventa Autorità nazionale anticorruzione. Ad essa saranno affidati i compiti di approvare il Piano nazionale anticorruzione predisposto dal  dipartimento della Funzione pubblica, esercitare la  vigilanza e il controllo sull'effettiva applicazione e l'efficacia  delle misure adottate e riferire al Parlamento ogni anno. Il governo, grazie all'emendamento del sottosegretario Antonio Catricalà, ha istituito il commissario anticorruzione, che  potrà avvalersi del  «braccio armato» della Guardia di Finanza e che sarà un  prefetto o un magistrato. La nuova Autorità acquisisce poteri ispettivi e di vigilanza.

ROTAZIONE TRA I DIRIGENTI. Sono  state introdotte nuove regole che riguardano dirigenti, impiegati  pubblici e imprese che hanno rapporti con l'amministrazione statale.  Oltre alla rotazione più frequente dei capi ufficio e al monitoraggio  periodico del rispetto dei tempi delle procedure, la Scuola superiore della pubblica amministrazione predispone  percorsi di formazione dei dipendenti sui temi dell'etica e della  legalità. Un'altra novità è quella delle  sanzioni accessorie: i dirigenti e gli impiegati condannati con  sentenza passata in giudicato per un reato di corruzione dovranno  rispondere, oltre che con la sospensione dal servizio e dallo stipendio, anche per danno erariale e all'immagine della pubblica amministrazione. Sarà tutelato il dipendente spia e non potrà essere discriminato, né licenziato. I condannati per reati gravi come corruzione e mafia non potranno più fare appalti con la P.A.  Saranno pubblicate notizie su  procedimenti amministrativi, costi di  opere e servizi, monitoraggi sul  rispetto dei tempi. Ogni istituzione dovrà avvalersi della posta elettronica per  comunicare con cittadini. Saranno pubblicati ruoli, incarichi e retribuzioni.

WHITE LIST  In ogni Prefettura ci sarà l'elenco delle  imprese virtuose,  cioè non a rischio mafia. Ogni modifica dell'assetto societario sarà  comunicata entro 30 giorni. Pena la cancellazione.  Entro 60 giorni  dall'entrata in vigore del ddl, il governo varerà un decreto sul certificato antimafia.

TRAFFICO DI INFLUENZE. Stretta sui mediatori opachi, i  lobbisti che agiscono fuori dalle regole e gli esponenti delle varie  cricche che assediano i palazzi della politica. Il nuovo delitto sarà  rubricato all'articolo 346 bis del Codice penale (da uno a tre anni di  reclusione). In questo modo si tenta di difendere  il buon andamento e l'imparzialità della pubblica  amministrazione, sanzionando comportamenti che eventualmente  possono essere anticipatori della corruzione. Recependo  quanto hanno chiesto le organizzazioni internazionali, è prevista la  punibilità tanto di chi si fa dare o promettere denaro o altra utilità,  quanto di chi versa o promette utilità per facilitare una pratica contraria ai  doveri d'ufficio. Si  prevedono poi aumenti di pena per i reati corruzione in atti giudiziari  (da 3-8 anni a 4-10 anni) mentre aumentano solo le pene minime per la  corruzione propria (da 2-5 anni a 4-8 anni), per il peculato e per  l'abuso d'ufficio.

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