È morto Ernest Borgnine, cinque film e quindici foto per ricordarlo

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Beverly Hills, California, USA, 13 gennaio 2008. Ernest Borgnine mostra il Golden Globe come Miglior attore in un film drammatico e l'Oscar come Miglior attore protagonista ricevuti nel 1956 per il film Marty - Vita di un timido.


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4 aprile 1963. Ernest Borgnine in una scena di "McHale's Navy", una sitcom dell'emittente televisiva ABC.


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Hollywood, California, 21 marzo 1956. Grace Kelly consegna a Ernest Borgnine il premio Oscar come miglior attore protegonista per il film Marty - Vita di un timido, durante la 28esima edizione degli Academy Awards.


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1 luglio 1969. Ernest Borgnine di fronte alla sua casa in montagna, sopra Hollywood, in California.


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Ernest Borgnine con Esther Minciotti in una scena di Marty - Vita di un timido, un film diretto da Delbert Mann del 1955.


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Ernest Borgnine con Betsy Blair in una scena di Marty - Vita di un timido, un film diretto da Delbert Mann del 1955.


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Ernest Borgnine (a destra) in una scena del film Il mucchio selvaggio (1969), diretto da Sam Peckinpah.


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Ernest Borgnine (a destra), in una scena del film Quella sporca dozzina del 1967, diretto da Robert Aldrich.


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Ernest Borgnine a New York, in una foto del 1 giugno 1973.


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Beverly Hills, California, 29 febbraio 1980. Ernest Borgnine arriva con la moglie Tova all'American Film Institute per la serata che assegnerà il Premio alla carriera al collega Jimmy Stewart.


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Los Angeles, California, USA. 18 giugno 1985. Ernest Borgnine vestito da clown con in mano una cupcake gigante, prima di partecipare alla Great Circus Parade di Milwaukee.


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Febbraio 2006. Ernest Borgnine con lo scrittore Sandrone Dazieri durante la presentazione del film "La cura del Gorilla", diretto da Carlo Sigon.


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26 ottobre 2010. Ernest Borgnine posa per un ritratto nella sua casa di Beverly Hills, in California.


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Los Angeles, 11 ottobre 2010. Ernest Borgnine con la moglie Tova alla proiezione speciale del film Red.  


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Los Angeles, California, USA, 30 gennaio 2011. Ernest Borgnine scherza con i fotografi dopo aver ricevuto il Lifetime Achievement Award alla 17esima edizione degli Screen Actors Guild Awards allo Shrine Auditorium.


di Luca Piva e Simona Santoni

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"Quanto potrà valere la nostra pelle?", chiedeva William Holden, "Dipende da quanta fame hanno!", rispondeva Ernest Borgnine nell'indimenticabile Mucchio selvaggio di Sam Peckinpah.

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Ed Ernest Borgnine la sua pelle l'ha venduta cara, ma alla venerenda di 95 anni ha dovuto cedere. In un ospedale di Los Angeles è morto l'attore americano di origine italiane, grande caratterista che, nonostante quel volto irregolare, i denti storti e il corpo sgraziato, è riuscito a ritagliarsi anche ruoli da protagonista.
Nato il 24 gennaio 1917 a Hamden in Connecticut, da padre piemontese e madre emiliana immigrati in America, dopo aver prestato servizio in Marina durante la Seconda guerra mondiale decise di tentare la carriera di attore, spinto dalla madre che lo vedeva portato dato il suo carattere esuberante.
Non aveva torto. Il debutto cinematografico è arrivato nel 1951, quando Ray Nazarro lo vuole per il ruolo di Hu Chang in China Corsair. Il successo era a un passo...

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Ecco 5 film e 15 foto per ricordarlo.

1) Da qui all'eternità (1953) di Fred Zinnemann. Film vincitore di otto premi Oscar, ambientato in un accampamento militare a Honolulu, nel 1941, pochi giorni prima dell'attacco di Pearl Harbor, Borgnine interpreta James "Fatso" Judson, il sadico ufficiale che uccide Frank Sinatra e viene ucciso da Montgomery Clift. Grazie a questo ruolo riesce a guadagnarsi una fama non inferiore a quella di Burt Lancaster.

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2) Marty, vita di un timido (1955). Diretto da Delbert Mann, vincitore dell'Oscar come miglior film e della Palma d'oro all'8° Festival di Cannes, è valso a Ernest Borgnine un Oscar come migliore attore protagonista, il suo primo e ultimo. Interpreta un grasso macellaio italo-americano del Bronx che vive con la madre, rassegnato al celibato finché non incontra Clara (Betsy Blair), un'insegnante non proprio avvenente.

Una sua battuta del film: "A te non piace, a mia madre non piace, lei è racchia e io sono brutto e grosso. Beh, io so solo che mi sono divertito con lei ieri sera, e voglio farlo anche stasera! E se staremo ancora bene insieme la pregherò in ginocchio, la supplicherò di sposarmi! E se c'è una festa per Capodanno, io ci verrò e ci verrò con lei! A voi non piace? Peggio per voi!".

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3) Quella sporca dozzina (1967). Il regista Robert Aldrich è stato uno dei più grandi estimatori di Borgnine, capace di capire la forte espressività della sua fisicità maldestra e "violenta". L'ha voluto in capolavori del cinema, nel western Vera Cruz (1954), ne Il volo della fenice (1966) con James Stewart e Peter Finch, in Quando muore una stella (1968), L'imperatore del Nord (1973) e nel grande classico Quella sporca dozzina (1967). Qui, assieme a John Cassavetes, è trai i dodici criminali condannati a morte o a lunghe pene reclutati nel 1944 per far parte di un commando destinato a una missione suicida contro i tedeschi.

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4) Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah. Cult movie scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, è ambientato nel 1914, al confine messicano durante la rivoluzione di Pancho Villa.
Sei rapinatori si trasformano ancora una volta in eroi "patetici": inseguiti da cacciatori di taglie, si riscattano in Messico morendo in difesa del popolo oppresso. Memorabile la scena del massacro finale.

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5) La cura del gorilla (2006). Di certo non è uno dei suoi film più memorabili ma, oltre a essere tra i suoi ultimi titoli, è il primo recitato in italiano, in omaggio alle sue origini, al fianco di Claudio Bisio e Stefania Rocca, diretto da Carlo Arturo Sigon. Allora sul set milanese disse: "È la prima volta che faccio un film in italiano e ne ho fatti 184, ma bisogna provare tutto!".

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