E invece io, illusioni e delusioni di un giornalista

La parodia del PD (che da Democratico diventa Partito dei Demiurghi) e la radiografia di una Forza Italia eternamente in maturazione (che nel romanzo si fa Federazione Illuminata), fanno da ironico sfondo al romanzo di Davide Grittani dal titolo E invece io.

Un romanzo a tratti anche ilare ma essenzialmente riflessivo, raffinato e feroce; una storia avvincente e dinamica ambientata in tre pianure del mondo (il Tavoliere delle Puglie, la val Padana e la Pampa argentina) come se l'autore volesse somministrare al lettore il dubbio che le cose si vedano meglio dal basso. Dal basso delle pianure, appunto.

E invece io (Robin Edizioni, Torino 2016; pagg. 200; euro 14,00) in realtà contiene diverse parodie, sottili e dissacratorie, riflessioni che in alcuni casi diventano j'accusenei confronti dell'inutilità di talk e talent show, nei confronti di una Sinistra sfigurata da un imborghesimento che ne ha cambiato i connotati, nei confronti di un razzismo taciuto che invece attraversa tutto il Paese, nei confronti dell'informazione che scendendo sul terreno del dialogo dei social media ha smarrito senso e funzione.

E il pianeta attorno a cui orbitano tutte queste osservazioni è in realtà un uomo, l'enigmatico Alberto Arioli, giornalista, separato, moderatamente annoiato e imborghesito, emigrato da Pavia a Foggia in un percorso al contrario che, come i salmoni che risalgono la corrente, Arioli compie opponendosi alle correnti della sua vita.

E cosa succede a un lombardo dell'alta Padania trapiantato nel Tavoliere delle Puglie? Dopo un lungo periodo di ambientamento durato quasi dieci anni, succede che Alberto accetta tutte le leggi non scritte del vivere al Sud e succede che analizzando in profondità quelli che sembrano i difetti atavici di chi vive nel Sud del mondo, scopre in realtà di essere fuggito dalle sue stesse manie.

Per celebrare i suoi cinquant'anni Alberto, un uomo a cui si posso contestare ingenuità da provinciale e modi arruffati da italiano medio, decide di realizzare il viaggio della vita, destinazione America Latina. Il protagonista del romanzo, si ritrova nella Pampa, la terza pianura del racconto, orfano di ideali, di certezze, e di una certa idea di borghesia, di presunte protezioni a cui aveva creduto di poter attingere in eterno. Il protagonista diventa, così, un obiettivo facile, un bersaglio comodo da sacrificare all'altare del sistema di cui, per anni, aveva fatto parte.

Alberto perde anche in amore, perché matura - con colpevole ritardo - che "la bellissima Ivana, bionda e tosta come un ananas acerbo, appartiene in realtà a quel campionario di icone indistinguibili  che compongono il mondo, buoni e cattivi e mischiati come nelle partite tra scapoli e ammogliati".

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