Donne del crimine: foto segnaletiche di un secolo fa

Police Forensic Photography Archive/Justice and Police Museum/Historic Houses Trust of New South Wales

Stazione centrale di polizia di Sydney, 24 marzo 1928. Sulla signora Fay Watson non esistono file nell'archivio della polizia forense, ma il Sydney Morning Herald del 26 marzo 1928 riporta notizie del suo arresto, avvenuto in una casa in Crown Street (Darlinghurst), per possesso di cocaina, per la quale ha dovuto pagare una multa di dieci pounds.


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Carcere femminile di Long Bay, 18 aprile 1921. Dorothy Mort, 32 anni, condannata per omicidio. Aveva una relazione con un affascinante giovane medico, di nome Claude Tozer, che il 21 dicembre 1920 le aveva fatto visita a casa sua per comunicarle l'intenzione di chiudere il loro rapporto. La signora Mort gli sparò, uccidendolo, e cercò in seguito di suicidarsi.


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Carcere femminile di Long Bay, 3 aprile 1916. Alice Clarke, 42 anni, condannata per vendita di liquori senza licenza, era un'imprenditrice che trasse vantaggio illecito dalle leggi restrittive sul commercio di alcolici, che prevedevano la chiusura dei pub alle ore 18. Vendeva alcolici ad altro prezzo all'interno di una residenza privata.


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Carcere femminile di Long Bay, 17 febbraio 1919. Kate Ellick, nata a Murrurundi nel 1860, senza famiglia e senza fissa dimora, venne arrestata a Newcastle per vagabondaggio, fu condannata a tre mesi di prigione. All'inizio del XX secolo non era facile per una donna della sua età trovare un'occupazione.


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Stazione centrale di polizia di Sydney, 1920. Eugenia Falleni, che dal 1899 vestiva i panni maschili di "Harry Leon Crawford", addetto alle pulizie in un hotel di Stanmore. Venne arrestato/a con l'accusa di aver ucciso la moglie e solo allora si scoprì che in realtà  era una donna con figli. Questa foto è probabilmente stata scattata nel giorno dell'arresto. I negativi furono trovati in un faldone contrassegnato con "Falleni Maschio/Femmina".

Nel 1914 Eugenia Falleni/Harry Crawford aveva sposato la signora Annie Birkett, la quale, tre anni più tardi, subito dopo aver detto a un parente di aver scoperto "qualcosa di stupefacente" a proposito di Harry, scomparve misteriosamente. Eugenia Falleni/Harry Crawford disse ai vicini che la Birkett era scappata con un idraulico. Nel 1919, il figlio della donna scomparsa, rimasto in custodia a Falleni/Crawford, disse a una zia - che contattò la polizia - che il patrigno ubriaco aveva cercato di ucciderlo. In seguito a questa denuncia, un corpo carbonizzato (trovato a Lane Cove nel 1917) venne tardivamente identificato: era quello della donna scomparsa. Anche la seconda moglie di "Crawford" rimase attonita, dopo aver appreso la notizia del vero sesso di Falleni: disse di essersi sempre chiesta perché "il marito" fosse così terribilmente timido.


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Carcere femminile di Long Bay, 4 aprile 1923. Mary Brownlee, 64 anni, era un medico abortista clandestino e venne arrestata nel corso di una vasta indagine di polizia. Venne condannata a 12 mesi di lavoro forzato leggero per aver procurato un aborto spontaneo, mentre il suo complice venne stato assolto.


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Carcere femminile di Long Bay, 28 settembre 1922. Lillian May Southwell Boland, 31 anni, arrestata per associazione a delinquere finalizzata a procurare un aborto. Lavorava come segretaria per un abortista clandestino che operava nella sala operatoria di un dentista in Oxford Street, a Paddington. Boland si dichiarò innocente, affermando di non essere al corrente dell'attività del medico. Il giudice stabili tuttavia che doveva averne una conoscenza dettagliata e la condannò a una pena di 12 mesi di lavoro forzato, sospesa con la condizionale.


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Carcere femminile di Long Bay, 11 settembre 1923. Ruth Young (nata a Victoria nel 1880) aveva problemi con l'alcool ed era una senzatetto. Fu arrestata varie volte per ubriachezza, vagabondaggio e piccoli furti. La sua testa venne probabilmente rasata dopo l'ingresso in prigione per eliminare i pidocchi.


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Carcere femminile di Long Bay, 12 novembre 1923. Clara Randall, inglese, classe 1884, lavorava come commessa viaggiatrice per un'azienda di gioielleria. Dopo che ebbe denunciato alla polizia di aver subito un furto di gioielli nel suo appartamento, nel quartiere di Bondi, a Sydney, si scoprì che in realtà aveva dato in pegno i gioielli in cambio di contanti. Fu condannata a 18 mesi di lavori forzati leggeri. Nella sua lunga carriera criminale, usò gli pseudonimi di Annie Stewart, Ellen Brunt, Harriet Stewart, Ellen Blunt, Annie Randall, Annie Randal e Grace Gibson.


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Carcere femminile di Long Bay, 27 marzo 1928. May Ethel Foster, nata a Hopkins il 19/9/1901, conosciuta con l'alias di May Saunders, fu arrestata per furti con scasso in diverse abitazioni private, con la complicità di Albert Roy Callaway. Già accusata in precedenza di vagabondaggio, mancata comparizione in tribunale e ricettazione, fu condannata a 6 mesi di lavori forzati.


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Carcere femminile di Long Bay, 25 settembre 1924. La sarta Jean Wilson (nata a Wellington, in Nuova Zelanda, 23 anni presunti) fu condannata diverse volte per violazione di domicilio e furto. Preferiva rubare gioielli, che poteva facilmente dare in pegno. Derubò anche il suo datore di lavoro. Fu accusata di furto e condannata a 12 mesi di reclusione.


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Carcere femminile di Long Bay, 8 ottobre 1915. Leslie Selina Gertrude Rees, condannata per bigamia a 4 mesi di lavori forzati leggeri.


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Carcere femminile di Long Bay, 10 febbraio 1919. Nellie Cassidy, età ignota, condannata per "furto o ricettazione". La giuria non seppe decidere se fosse colpevole di aver rubato un abito da donna o se avesse solo agito come ricettatrice. Venne emanato un verdetto speciale che la condannava "per l'uno o l'altro" reato".


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Carcere femminile di Long Bay, 30 dicembre 1922. Alice Adeline Cooke, condannata per bigamia e furto. Dall'età di 24 anni collezionò un numero impressionante di pseudonimi e almeno due mariti. Descritta nelle schede della polizia come "di piuttosto bell'aspetto".


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Carcere femminile di Long Bay, 12 novembre 1923. Su E. Walker non ci sono informazioni. Potrebbe trattarsi di una vagabonda. I suoi abiti sono sporchi, indossa degli stivali apparentemente militari e le sono stati rasati i capelli per debellare i pidocchi.


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Carcere femminile di Long Bay, 1 aprile 1921. Phyllis Carmier, 32 anni, prostituta, inglese di nascita, conosciuta con lo pseudonimo di Hume e con il soprannome di "Yankee Phyllis" per il suo marcato accento inglese. Fu condannata per l'omicidio del suo protettore, a seguito di una violenta lite. Attirò molta simpatia fra i media dell'epoca, che definirono come "giustificabile" il suo crimine.


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Carcere femminile di Long Bay, 16 febbraio 1922. Janet Wright, 68 anni, ex infermiera, condannata per aver procurato un aborto spontaneo. Da tempo praticava aborti illegali nella sua casa in Kippax Street, nel sobborgo di Sydney di Surry Hills. Una delle ragazze minorenni che aveva fatto abortire era quasi morta. L'episodio fece emergere la sua attività illegale, per cui fu condannata a 12 mesi di lavori forzati.


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15 agosto 1923, Agnes Smith, prigioniera nella casa di correzione femminile di Long Bay. I dettagli del suo caso non sono stati ritrovati.


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Carcere femminile di Long Bay, 17 novembre 1922. La prostituta Ettie Sultana (nata a Singleton il 31/12/1885, ufficialmente una domestica) lavorò per la maggior parte della sua carriera nel nord del New South Wales e nelle città di Brisbane e Toowoomba, nel Queensland. Fu arrestata diverse volte, per prostituzione, furto, ubriachezza e vagabondaggio. Accusata di adescamento, tentata ostruzione del corso della giustizia, furto, prostituzione, uso di espressioni oscene, vagabondaggio e ubriachezza, fu condannata a 6 mesi di lavori forzati.


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Intorno al 1919. Località e dettagli sulle motivazioni dell'arresto di "Mrs Osbourne" sono ignoti.


Alice Clarke vendeva liquori senza licenza. Ruth Young aveva invece problemi con l'alcool e venne arrestata per vagabondaggio. Janet Wright, 68 anni, ex infermiera, aveva procurato un aborto illegale. Jean Wilson era una sarta, ma nel tempo libero arrotondava rubando gioielli, da scambiare con contanti al banco dei pegni. Oltre ad avere la mano lesta, Alice Adeline Cooke aveva almeno due mariti, e fu condannata per bigamia. Su E. Walker non ci sono informazioni, ma potrebbe trattarsi di una vagabonda: ritratta con abiti molto sporchi e stivali di fattura militare, le hanno rasato i capelli, probabilmente per debellare i pidocchi.

Sono solo alcune delle storie di "crimini al femminile" che stanno dietro queste fotografie segnaletiche, realizzate per lo più nel carcere femminile di Long Bay, e tratte dall'Archivio di polizia forense del New South Wales - custodito dalla Fondazione Historic Houses Trust di Sydney - del quale vi abbiamo raccontato presentando quest'altra fotogallery di mugshot al maschile.

La vicenda più incredibile di tutte è forse quella della signora Eugenia Falleni , donna con figli, condannata per l'omicidio di Annie Birkett, sua moglie. Fingendosi uomo, Eugenia aveva infatti sposato Annie vestendo i panni di un fantomatico "Harry Leon Crawford". Un'identità maschile assunta per anni e con grande abilità, considerato che Eugenia era riuscita a mascherare il suo genere anche agli occhi di un'altra donna, sposata in seconde nozze, che avrebbe scoperto la verità solo dopo l'arresto.

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